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La retorica nazista del Primo ministro ucraino Yatsenyuk: accusare l'URSS di aver invaso Germania e Ucraina durante la Seconda guerra mondiale

Bryan Macdonald | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/01/2015

Il Primo ministro dell'Ucraina Arseniy Yatsenyuk ha dichiarato, alcuni giorni fa, che fu l'Unione Sovietica ad invadere la Germania e l'Ucraina nella Seconda guerra mondiale. Nonostante i tentativi della stampa occidentale di seppellire la storia, la Russia ora chiede risposte da Berlino.

Niente è più assordante del silenzio. Lo so io, come lo sapete voi e si può essere certi che Angela Merkel lo sappia fin troppo bene. Perché allora è il governo della Cancelliera rifiuta di commentare le strabilianti osservazioni di Yatsenyuk? Le ragioni sono composite, come cercherò tra breve di spiegare.

Prima però, ecco l'esatta citazione di Yatsenyuk: "Tutti noi ricordiamo ancora chiaramente l'invasione sovietica di Ucraina e Germania - ha detto all'emittente di Stato tedesca ARD - E' da evitare [che si ripeta]". "Nessuno ha il diritto di riscrivere gli esiti della Seconda guerra mondiale - ha ancora aggiunto - e il Presidente russo Putin sta cercando di fare proprio questo".

Appena letto il tweet, ero convinto fosse uno scherzo, data la tanta disinformazione circolante sulla piattaforma e l'ho respinto automaticamente come citazione non appropriata. Sicuramente un politico di alto livello non dice una cosa del genere. Solo 24 ore più tardi però, mi sono reso conto che in realtà era stato proprio Yatsenyuk a pronunciare quelle parole.

Arseniy Yatsenyuk, apparentemente selezionato con cura per il posto di Primo ministro dalla diplomatica statunitense Victoria Nuland [1], crede che l'URSS abbia invaso la Germania nella Seconda guerra mondiale. Ciò contrasta la narrazione universalmente accettata che nella realtà la Germania abbia prima attaccato i sovietici con l'Operazione Barbarossa e, dopo aver respinto l'attacco, le forze sovietiche sono infine entrate a Berlino dove hanno incontrato le altre potenze liberatrici, Stati Uniti e Gran Bretagna.

Naturalmente, alcuni affermano che quello di Yatsenyuk sia stato un lapsus. Ma questa è una sciocchezza perché in effetti l'unica cosa a cadere è stata la sua maschera. Ho sentito già in precedenza commenti simili in Ucraina occidentale, la terra del Primo ministro. Yatsenyuk proviene da Chernivsti, ampiamente considerata la seconda capitale culturale della regione, dopo Lvov, da molti vista come la roccaforte nazionalista.

Qualcosa di interessante era solito avvenire in Ucraina ogni 9 maggio (anniversario della resa tedesca nel 1945). Kiev, Kharkov, Odessa, Donetsk, Dnipropetrovsk e tutte le altre grandi città, tranne una, celebrano la sconfitta dei nazisti. Molti a Lvov non hanno mai guardato troppo bene a questa data. Infatti, nel 2011, alcuni "patrioti" locali hanno attaccato un piccolo nucleo di veterani che commemoravano l'occasione [2].

La ragione di questo sentimento è semplice. Gli ucraini occidentali credono di aver perso la guerra. La loro parte è stata sconfitta. In parole povere, Yatsenyuk è solo un prodotto del suo ambiente. Tuttavia, questa volta ha espresso pubblicamente un'opinione che probabilmente in precedenza era riservata ai discorsi privati. E' possibile che pensasse che il pubblico tedesco avrebbe potuto trovarsi in sintonia con la sua posizione. Se è stato così, ha compiuto un enorme errore di lettura del popolo tedesco.

Gli standard dei libri di storia negli Usa e in Europa occidentale danno agli studenti l'impressione che la Seconda guerra mondiale in Europa sia stata una lotta tra Germania, Unione Sovietica, Francia e Regno Unito, con gli Stati Uniti a farsi coinvolgere nel conflitto successivamente. Gli altri paesi in cui è stata combattuta la guerra sono, in gran parte, considerati vittime della Germania. Questo è semplicistico. In realtà, la Germania non era da sola a invadere l'Unione Sovietica nel 1941. Anche le forze di Romania, Finlandia, Italia, Ungheria e Slovacchia hanno preso parte all'operazione ed elementi ucraini occidentali collaborarono con la macchina da guerra hitleriana. La differenza tra Ucraina e, per esempio, Slovacchia è che gli slovacchi giunsero a capire che il loro comportamento era sbagliato
durante la guerra. Il leader filo-nazista, Jozef Tiso, è giustamente vituperato dalla stragrande maggioranza delle persone a Kosice e Bratislava. Tuttavia, in Ucraina occidentale, al loro capo Stepan Bandera, accolito di Hitler, è accordato il titolo di "eroe". In effetti, c'è una sua statua gigantesca di fronte alla stazione ferroviaria principale di Lvov.

Il riguardo ucraino per reliquie del passato nazista è sia imbarazzante, che preoccupante per la Germania. Sono convinto che la Merkel spesso abbia desiderato dai suoi alleati la ricerca di uno Stato cliente più ragionevole per fungere da antagonista verso la Russia. Il rifiuto dell'Ucraina di affrontare il proprio passato a testa alta è una piaga infetta per i diplomatici europei.

Proprio questa settimana, il Presidente ceco, Milos Zeman, è stato coinvolto in una discussione con giovani studenti ucraini sostenitori di Bandera. "Siete a conoscenza della dichiarazione di Bandera: «Devi uccidere ogni persona polacca tra i 16 ed i 60 anni di età»? Se dite di non saperlo, allora che razza di studiosi di cose ucraine siete?", ha scritto.

E Zeman prosegue: "Voglio dirvi che Bandera ha voluto fare dell'Ucraina uno stato vassallo della Germania... non posso congratularmi con un Paese che ha simili 'eroi nazionali'".

Questo spiega anche il silenzio dei media tedeschi sulle parole di Yatsenyuk. Se il pubblico tedesco fosse stato reso pienamente consapevole di ciò che l'ospite da Kiev aveva dichiarato, si sarebbe indignato. Tanto che la Merkel si sarebbe sentita in dovere di ritirare il sostegno all'Ucraina.

Se i commenti di Yatensyuk fossero stati ampiamente diffusi, avrebbero incoraggiato i revisionisti, che purtroppo non mancano, in Germania e altrove.

Così, quando sembrava che la storia dovesse finire lì, il ministero degli Esteri russo è intervenuto chiedendo a Berlino di definire la sua posizione ufficiale sulla verbosità di Yatsenyuk. La risposta, ammesso che arrivi, sarà da raccontare.


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