www.resistenze.org - popoli resistenti - ungheria - 13-03-08 - n. 219

fonte: www.gara.net

da: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=64471

 

Gli ungheresi dicono no alle imposizioni dell’Unione Europea

L’83% dei partecipanti al referendum dice no alle riforme economiche di stampo liberista

   

L’83% degli elettori che hanno votato nel referendum del 9 marzo ha respinto le riforme economiche di stampo neoliberale che l’Unione Europea pretende dal Governo del primo ministro socialdemocratico Ferenc Gyurcsany.

 

La partecipazione ha superato questa volta il 50%, un autentico record di partecipazione dai tempi della scomparsa del Blocco Orientale di cui faceva parte l’Ungheria.

 

In base al risultato del referendum, il Governo dovrebbe presentare al Parlamento le opportune modifiche della legge per abolire il sistema di quote individuali di 300 fiorini (1,209 euro) per visita medica e giorno di ricovero, previsto a partire da aprile. Allo stesso tempo, dovrebbe rimanere privo di effetti il piano che richiede 400 euro di tassa d’iscrizione universitaria per il prossimo anno.

 

Nonostante la sua sonora sconfitta, gli analisti non prevedono alcuna crisi attorno alla figura del primo ministro, impegnato da mesi in una selvaggia politica di privatizzazione delle imprese statali. E nonostante l’opposizione di destra (Fidesz), guidata da Viktor Orban, abbia difeso il “no” al referendum.

 

L’analista Zoltan Somogyi spiega questo risultato affermando che, in tutta Europa, “gli ungheresi sono i più critici del capitalismo e della libera impresa (sic)” e aggiunge che “è per questo che la loro relazione con lo Stato è paternalista”.

 

“Ciò spiega il successo della politica di Orban, che ripete da anni che la sinistra e la destra hanno smesso di esistere e che la sua politica è nazionale e opera per il bene di tutto il popolo”.

 

Il quotidiano di maggior tiratura, “Nepszabadsag” (centro-sinistra) ha criticato con durezza la Corte Costituzionale per avere autorizzato il referendum. “Simile referendum – che chiede ai cittadini se vogliono pagare o no – può avere un solo risultato” (…)

 

Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare