fonte: www.solidnet.org
da Partito Comunista d’Uruguay
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Comitato Esecutivo
Nazionale
Saluto del Partito Comunista dell’Uruguay al Popolo Uruguiano
Sono
trascorse poche ore dalle elezioni più importanti nella storia del nostro
paese, molte sono le cose che dovremo analizzare e studiare con cura, ma per
ora la più importante è questo risultato elettorale. In queste ore d’allegria
straripante, di contagioso entusiasmo e sfrenata felicità di migliaia e
migliaia di compatrioti, i comunisti vogliono salutare l’unico vero vincitore,
il popolo uruguaiano.
Quante cose sono dovute
succedere, quante lotte, quante sofferenze sono state sopportare? Sembrava che
la sofferenza della massa dovesse essere eterna, come sembrava eterno il potere
di pochi.
Ma il popolo stava facendo nascere dal profondo della classe un avanzamento
nella coscienza collettiva, costruiva una coscienza necessaria per fare un
salto qualitativo e quantitativo. E lo faceva in silenzio, senza fare
"chiasso", simulando perfino l’indifferenza. Ma avanzava, cosciente e
fiducioso nella sue forze, nel potere che viene concesso a chi lotta non un
giorno, ma tutta la vita.
Il paese ha recuperato
l’allegria, il sorriso e l’abbraccio fraterno! Sono miseramente crollate le
speranze di chi contava sui brogli elettorali. Quelli non solo dimostrano di
non conoscere il popolo, ma ci offendono con la loro ottusità, ci offendono ora
come quando scommettevano sull’ignoranza e tiravano fuori sempre gli stessi
spauracchi anticomunisti. Non c’è paura più grande di quella prodotta
dall’emergenza sociale in cui è stato cacciato il Paese dai soci politici al
governo: il Partito Colorado ed il Partito Nazionale. Tutti e due hanno votato
per Batlle e insieme hanno affondato l’Uruguay nella peggiore crisi della sua
storia. La disoccupazione, l’abbassamento del livello di salari e pensioni, la
perdita del loro potere d’acquisto, la mancanza di rispetto dei Diritti Umani,
la fame, la miseria, l’emarginazione, sono sinonimi di governi con politiche
neoliberali guidati da Sanguinetti, Lacalle, Batlle, discepoli della forza di
Bensión, Alfie, Bordaberry, García Pintos, Millor, Abdala, etc.
E’ finito il tempo dei
banchieri ladri e dei funzionari di governo corrotti. La speranza, l’amore per
il prossimo, la solidarietà, la partecipazione, l’unità e la fraternità, si
fanno largo innanzi alla superbia, la delusione, l’ironia, l’avarizia,
l’individualismo e la demagogia.
È l'ora del popolo,
abbiamo diritto di festeggiarlo.
Sappiamo che è un primo passo verso i grandi obiettivi che ci siamo proposti,
ma è verso il futuro.
Col popolo, tutto, senza il popolo, niente!
Ora, a governare col popolo; è il voto dell’anima.
Montevideo, 1º novembre
2004