www.resistenze.org - popoli resistenti - uruguay - 17-03-05

da http://www.solidnet.org
Partito Comunista dell’Uruguay
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Il cambiamento in Uruguay, in un nuovo contesto continentale


Carlos Flanagan-Segretario Esteri del PCU

Senza dubbio, il 1º marzo il nostro piccolo paese sarà oggetto di commenti, analisi e curiosità a livello internazionale. Perché sono passati più di 150 anni in cui è stato governato dai due Partiti cosiddetti “tradizionali” o “fondativi”; il Partito Colorado che ha sempre governato il paese, salvo tre periodi (1958-1962, 1962-1966 e 1989 – 1994) ed il Partito Nazionale, o Bianco.(1)

Entrambi i Partiti (e non è un caso) insieme con quelli Liberale e Conservatore della Colombia, e Repubblicano e Democratico degli USA, sono dei più antichi del mondo.

Molti giornalisti, analisti e politologi normalmente fanno la seguente domanda:
“A chi somiglierà il governo di Tabaré Vázquez: a quello di Lula, a quello di Chávez o a quello di Kirchner?”
I comunisti uruguayani sorridono e rispondono che il governo di Tabaré Vázquez somiglierà …a quello di Tabaré Vázquez!

E non è un gioco di parole. Al contrario. Per i militanti formatisi nel Partito di Rodney Arismendi e di José Luis Massera è una risposta naturale. R. Arismendi, un intellettuale organico e leader di Partito rispettato, seppe avere la prodezza intellettuale d’essere più volte un “eretico” nel movimento comunista internazionale; quando tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60 affermava che in Uruguay, date le sue caratteristiche, l’alleanza principale non era quella “operaia-contadina”, bensì quella della classe operaia con i piccolo-borghesi di città e di campagna. O che bisognava dare priorità all’alleanza socialista - comunista per costruire un Fronte Democratico di Liberazione Nazionale. In sintesi, fu un materialista dialettico che seppe applicare la teoria dell’analisi della realtà concreta nel nostro paese, contenuta nella Dichiarazione Programmatica del PCU del 1958, o nell’elaborazione della tesi sulla democrazia avanzata, previo raggiungimento del socialismo in un processo di governo popolare. Un grosso contributo alla teoria marxista che è passato praticamente inosservato e che oggi ha più validità che mai nel processo uruguayano. (2)

La peculiarità uruguayana

Oltre le caratteristiche proprie delle politiche interne che sviluppano i governi vicini di Argentina e Brasile, la cui analisi non costituisce il motivo di questo breve articolo; o quelle del processo di cambiamenti strutturali profondi della Rivoluzione Bolivariana nella repubblica sorella di Venezuela, è indubbio che il quadro regionale in cui la sinistra conquista il governo in Uruguay è ben diverso e molto più favorevole di quello di cinque anni fa.

Prendendo dovuta nota di questo quadro regionale, passiamo ad enumerare alcuni caratteristiche proprie che ci distinguono da altri processi.
In primo luogo il processo di accumulazione di forze nella fucina di strumenti unitari. Già nella Dichiarazione Programmatica del 1958 del PCU si delineano i compiti politici principali da ottenere nella prima tappa: l’unità della classe operaia in un sindacato unico, l’unità della sinistra in un fronte comune e contemporaneamente la costruzione di un grande Partito Comunista di quadri e di massa.

Nel 1964 più di 600 organizzazioni sociali e sindacali riunite nel Congresso del Paese s’intrecciano in una piattaforma programmatica e rivendicativa comune. L’anno seguente si raggiunge la Convenzione Nazionale di Lavoratori, che unifica le tre sigle sindacali esistenti e che oggi rimane come PIT-CNT.

Il 5 febbraio del 1971 nasce il Fronte Ampio, crogiolo in cui si uniscono cristiani e marxisti, donne e uomini indipendenti o provenienti dai cosiddetti Partiti tradizionali. Uniti da uno Statuto, una struttura organica, un programma e candidati comuni. Un programma nazionale, popolare e democratico antioligarchico ed antimperialista. Non è un programma socialista. Il Fronte Ampio continua ad essere unito dopo 34 anni, ed avendo superato con onore la dura prova della dittatura fascista che distrusse il paese. Ma non è possibile comprendere perfettamente la nascita del F.A. senza riferirsi agli antecedenti dell’anno 1962, delle esperienze unitarie del Fronte Sinistra di Liberazione (Fidel) costituito da comunisti, da indipendenti e da figure giunte dai partiti tradizionali, che esistono ancora nella nostra coalizione Democrazia Avanzata, e Unione Popolare di socialisti e bianchi, oggi scomparsa.

In un processo d’ampliazione dell’arco di alleanze, sorge nel 1994 l’Incontro Progressista e nel 2004 la Nuova Maggioranza.

Il Fa-EP-NM è riuscito a fare qualcosa di impossibile: trionfare nel primo turno e conquistare il governo con maggioranze assolute in entrambe le Camere, Senatori e Deputati. La legge elettorale approvata da una riforma costituzionale nelle scorse elezioni del 1999, aveva creato il secondo turno per evitare il già palpabile trionfo della sinistra. Per vincere il primo turno fu necessario ottenere la metà più uno dei voti emessi. Pertanto giocavano contro anche  i voti nulli e quelli in bianco. Questa è una differenza sostanziale rispetto al governo del PT ed i suoi alleati in Brasile, che sono minoranza nel Parlamento.
Quindi è chiaro che il nostro processo storico nella costruzione di un’impalcatura sociale ed i suoi strumenti unitari sociali, sindacali e politici differisce dai processi di altri paesi del continente.

Il programma del nuovo governo e il ruolo dei comunisti

Il nostro programma di governo, ha più di una decade di elaborazione nell’ambito di varie tematiche, aperte a tutti i militanti del Fa-EP-NM che volessero partecipare. Questi lavori, aggiornati, hanno conformato il piano di governo approvato dal IV Congresso del Fronte Ampio nel dicembre del 2003. Pertanto i grandi lineamenti programmatici sono mandato di Congresso; sono legge per tutti i “frenteamplistas”.

Questo programma abbraccia cinque aree tematiche:
1.l’Uruguay produttivo
2.l’Uruguay sociale
3.l’Uruguay innovatore ed intelligente
4.l’Uruguay democratico
5.l’Uruguay integrato nella regione e nel mondo

Lo sviluppo di questi temi programmatici in conferenze tenute dal compagno Dr. Tabaré Vázquez sono consultabili all’indirizzo www.epfaprensa.org
Il compagno Tabaré ha detto durante tutta la campagna elettorale e in tutto il paese, e lo ha riaffermato enfaticamente nell’atto di chiusura della campagna del 27.10.2004:

“Se non siamo capaci di creare nei primi mesi un piano d’emergenza che soddisfi e sradichi la situazione d’emergenza sociale che soffrono tanti compatrioti, non meritiamo di definirci di sinistra, e neanche progressisti.”

E’ per questo che si creerà il Ministero di Politica e Partecipazione Sociale che coordinerà ed applicherà le politiche sociali del nuovo governo. Da lì si comanderà il Piano di Attenzione Nazionale all’Emergenza Sociale (Pani). Questo compito definito da Tabaré come la “nave scuola” del governo, che comincerà a lavorare partire dal 1º di marzo, è stato affidato al PCU nelle persone di. Marino Arismendi ed Ana María Olivera, rispettivamente Ministro e Sottosegretaria, che avranno l’appoggio di tutto il Gabinetto di Ministri. Il futuro Presidente è stato tagliente dicendo a tutti i Ministri: “Tutti a lavorare al Piano d’Emergenza per un futuro migliore”.

È un riconoscimento da parte di Tabaré al percorso del PCU e al suo reale contributo di massa nei sindacati, e nelle organizzazioni sociali non sindacali in ogni quartiere del paese.

Per i frenteamplistas in generale, e per noi comunisti, è una tremenda responsabilità: quella di spingere insieme alle grandi maggioranze nazionali, organizzate e mobilitate, il progetto in ogni quartiere, ogni città ed ogni gente della nostra patria; affinché lo sentano, lo facciano proprio, lo applichino e lo difendano. Non possiamo deludere la speranza e l’allegria che oggi ha recuperato il nostro paese. -

Carlos Flanagan-Segretario Esteri del PCU


Note

1) Nel secolo XX dobbiamo scontare l’alternanza bipartitica, il colpo di Stato del Presidente Gabriel Terra (1933 – 1936) e la dittatura civico – militare fascista (1973-1984).
2) “... La via uruguaiana al socialismo deve essere vista dialetticamente unita a quella verso l’avanzamento della democrazia nel paese, del suo consolidamento, approfondimento e sviluppo."
“Questo processo di governo popolare nella tappa della democrazia avanzata, è una via di avvicinamento nei compiti democratico-liberatori del corso rivoluzionario, verso il culmine della fase agraria ed antimperialista, fase iniziale nella conquista del socialismo.”
Conferenza Nazionale del PCU-1985.


Traduzione dallo spagnolo di FR