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Una riflessione sobria sul trumpismo?

Zoltan Zigedy | mltoday.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/03/2017

Mentre molti negli USA sono stati occupati nella follia postelettorale, cercando i Russi sotto ogni letto, e cercando una qualche ragione per aver fiducia nelle istituzioni che governano, un curioso articolo è apparso nel numero del 15 febbraio dell'influente rivista conservatrice Commentary.

Firmato da un membro profondamente inserito nell'élite intellettuale e politica, Nicholas Eberstadt, il pezzo,  Our Miserable 21st Century, dipinge un fosco ritratto della vita economica e sociale negli USA sin dall'inizio del nuovo secolo. In apparenza sembra strano trovare una critica così virulenta, una così negativa raffigurazione dello stato della nazione da parte di un fidato difensore del sistema capitalista.

Il discorso e la chiave interpretativa del pensiero di Eberstadt si trova nella prima frase dell'autore: "La mattina del 9 novembre 2016 l'elite dell'America - le classi che la rappresentano e la dirigono - si sono risvegliate in un paese che non conoscevano".

Eberstadt si rifersce, naturalmente, all'elezione di Trump. La vittoria di Trump è stato un colpo per "i più privilegiati Americani di buona educazione" che vivono nei centri urbani. Il popolo responsabile per l'elezione di Trump era un popolo con il quale le elites "non avevano familiarità o non ne capivano nulla". In breve, "la situazione là fuori in America è un bel po' differente da quel che si pensava".

Naturalmente, Eberstadt non è il solo a riflettere su cosa è andato storto. Dopo la caccia all'Orso Russo, lo sport stagionale è dissezionare la mente dell'elusiva "classe lavoratrice bianca". Evocativo di un'era precedente in cui le elites indagavano su ciò che volevano i neri, la "classe rappresentante e dirigente" sta sfornando teorie sulle patologie che hanno condotto molti lavoratori bianchi a votare per Trump. L'autore di best sellers e richiesto conferenziere J.D. Vance è attualmente l'interprete favorito delle elites riguardo ai comportamenti della classe lavoratrice. Egli vende la sua storia "dalle stelle alle stalle", la sua fuga della situazione patologica come uno spettacolo dal buco della serratura della vita della classe operaia, allo scopo di far montare burrasca.

I liberal sono nella stessa misura se non di più colpevoli di questo imbarazzante spettacolo laterale, lanciando furiose accuse ed incolpando virtualmente tutti i lavoratori bianchi di essere razzisti, misogini e folli nazionalisti. Non importa che negli stati chiave molti dei voti della classe lavoratrice bianca per Trump venissero dagli elettori che scelsero Obama nel 2008 e nel 2012. Non può essere invece che molti elettori della classe operaia bianca fossero, prima di tutto, in cerca di un serio cambiamento, che entrambi i candidati promettevano? Può essere che un covato malcontento stesse dietro la popolarità dei due candidati non convenzionali i quali hanno promesso un allontanamento dalla routine di sempre?

Ma i democratici sono più interessati nel nascondere i propri errori nel 2016 che cercare i motivi del disincanto elettorale dietro il loro fosco risultato.

L'obiettivo di Eberstadt non è quello di fornire un alibi per entrambi i partiti dominanti ed i loro leaders. Piuttosto, egli cerca di spiegare il cambiamento nella vita economica degli USA che "è stato progettato quasi perfettamente per dar vita ad una tempesta popolare". Egli capisce fin troppo bene che, guardando al passato, un'ulteriore emergenza economica genererà solo più malcontento, più azioni disperate che minacceranno la stabilità politica. Eberstadt, a differenza dei ciarlatani dei media, cerca cause piuttosto che cortine fumogene, spiegazioni piuttosto che intrattenimento. Egli comprende che i lettori di Commentary richiedono un'analisi più profonda delle teatrali pagliacciate servite alla massa.

Quindi come valuta Eberstadt gli ultimi 17 anni?

"… alla fine del 2016 il reddito pro capite fu solo il 4% più alto che alla fine del 2007, nove anni prima. Secondo questa stima, l'economia americana sembra esser stata in sofferenza per qualcosa come un decennio."

"tra il 2000 e il 2016, la crescita pro capite in America è stata in media meno dell'1 per cento all'anno. Per dirlo chiaramente: col dopoguerra, i tassi dello scorso secolo, per gli anni 2000-2016 il prodotto interno lordo pro capite in America sarebbe stato del 20% più alto che oggi" [corsivo dell'autore]

"… il tasso di crescita potenziale per l'economia USA col pieno impiego di tutti i fattori di produzione è caduto oggigiorno sotto l'1,7% l'anno, comportando un tasso pro capite a lungo termine sostenibile per l'America di oggi sotto l'1 per cento."

"I tassi d'occupazione sono in precipitosa caduta sin dagli anni 2000 e sono al loro più basso valore da decenni… Tra i primi mesi del 2000 e gli ultimi del 2016, il tasso generale di occupazione per gli americani maggiori di vent'anni ha subito un drastico declino. E' precipitato di cinque punti percentuali… Anche se non siete esperti di economia del lavoro, potete in tal modo comprendere quale severa caduta dell'occupazione attestino questi numeri. L'America del dopoguerra non ha mai sperimentato niente di simile."

"A Wall Street e in qualche parte di Washington in questi giorni, si sente dire che l'America ha fatto passi indietro dalla "quasi piena occupazione". Per gli Americani al di fuori di questa bolla privilegiata, un discorso simile sembra senza senso… per ogni americano disoccupato tra i 25 e i 55 anni di età, ce ne sono altri tre che non stanno lavorando né cercando lavoro…"

" … le ore retribuite di lavoro per ogni civile adulto sono scese di uno scioccante 12 per cento nel nostro nuovo secolo americano"

"Quali figli della Guerra Fredda tra di noi avrebbero predetto che avremmo vissuto il giorno in cui l'aspettativa di vita nella Germania Orientale (DDR) sarebbe stata più alta di quella degli Stati Uniti oggi?"

"… per la prima volta dopo decenni, l'aspettativa di vita negli Stati Uniti … è scesa un po'" dal 2014 al 2015.

Prima di questa discesa "… gli USA avevano guadagnato solo un solo giorno di aspettativa di vita tra il 2012 e il 2014"

"Dal 2013…, molte più persone sono morte per overdose da droga … che per colpi di arma da fuoco od incidenti di traffico."

"… Calcoli molto approssimativi possono… indicare che nel momento in cui sto scrivendo, la quota di adulti americani non internati con una condanna penale nel loro passato ha certamente sfondato il limite dei 20 milioni della fine del 2016" [insieme a circa 20 milioni di incarcerati]. "il che significa uno ogni otto maschi adulti dell'America odierna."

"… la mobilità geografica è stata in declino per tre decenni e nel 2016 la mobilità attuale delle famiglie da un luogo all'altro è stata misurata ad uno dei più bassi livelli dal dopoguerra"

"… la flessibilità del mercato del lavoro - il vorticare da un lavoro all'altro che tra le altre cose permette alle persone di tirare avanti - è in calo nel mercato del lavoro americano da decenni…"

" … le probabilità per un trentenne di guadagnare di più dei suoi genitori alla stessa età è oggi solo del 51%, meno dell'86% di 40 anni fa"

In tal modo, Eberstadt lancia l'allarme del malcontento di classe. Ma la sua  fedeltà alla propria classe lo porta a sottovalutare le sofferente anche più grandi patite dalla classe lavoratrice. Egli comincia il suo saggio presentando un fatto enigmatico: "Tra i primi mesi del duemila e la fine del 2016, il valore stimato delle famiglie americane e delle istituzioni no-profit è più che raddoppiato…" Ma come potrebbero gli "americani" vivere così poveramente se la loro ricchezza è raddoppiata?

Non viene mai capito che in realtà esistono due "Americhe": una le cui ricchezze sono più che raddoppiate attraverso l'aumento di valore della ricchezza - beni di proprietà e strumenti finanziari - e l'altra che ha sperimentato un piccolo aumento di ricchezza ma nel contempo ha sofferto in modo esorbitante i mali che egli elenca. Così, egli enuncia la seguente proposizione: "La possibilità delle diseguaglianze non preoccupa molto l'ordinario americano. La reale insicurezza dell'economia sì. Il Grande ascensore Sociale Americano è rotto - e c'è un urgente bisogno che venga riparato.

Naturalmente la diseguaglianza importa alla gente. E' per questo che esso è distante dai politici convenzionali. E' per questo che ha una così bassa opinione di quasi tutte le istituzioni americane. E' per questo che così molti hanno votato per Trump.

E per ciò che riguarda l'Ascensore sociale, esso non è rotto perché la crescita è in declino o i lavoratori hanno troppi diritti (Eberstadt ha scritto un libro su questo "problema"), ma perché una classe sistematicamente ruba la ricchezza dalle altre ed ha ogni intenzione di continuare il furto.

A differenza di coloro che dibattono sull'ingerenza russa o sulle cospirazioni dell'estrema sinistra come cause della vittoria di Trump, Eberstadt è attento ai fattori reali ed oggettivi che hanno portato molti elettori a voltare la schiena ai programmi delle elites. Trump (e Sanders) derivano la loro popolarità dall'insoddisfazione delle masse nei confronti della politica convenzionale.

Con Trump, gli elettori hanno optato per il nebuloso, mitizzato e distorto ricordo di un'epoca d'oro del dopoguerra quando sembrava che il lavoro abbondasse, i salari crescessero con la produttività e i privilegi fossero relativamente generosi. Case di proprietà, beni di consumo e divertimento sembravano essere illimitati. Sfortunatamente, molti associano quell'epoca la supremazia bianca, alla dominazione maschilista e all'orgoglio nazionalista. Nonostante le promesse di Trump, quell'epoca non era né d'oro né è possibile riportarla in vita. Il suo tempo è passato. I compromessi della Guerra Fredda non sono più sull'agenda da molto.

E gli elettori di Sanders, in modo simile, esprimono il loro voto per una immaginaria socialdemocrazia che associano all'Europa - stato assistenziale, sanità universale, istruzione alla portata di tutti, ecc. Ma la storia degli ultimi decenni dimostra che il capitalismo non può e non vuole oggi coesistere coi pur tiepidi programmi del centrosinistra. L'epoca "gloriosa" della socialdemocrazia europea è anch'essa una mera chimera, la quale può essere rivista solo in un viaggio nella memoria. Anche quel progetto sociale era una rimanenza del mondo bipolare quando la "minaccia" del Comunismo esigeva un capitalismo più gentile e mite.

Date le possibilità offerte, non è sorprendente che un elettorato arrabbiato si sia affidato alla demagogia e all'astrattezza. Il prossimo passo è quello di creare un nuovo apparato di istituzioni che sostituiscano quelle screditate, un nuovo apparato di istituzioni che servano il popolo. Ma a sbarrare il passo ci sono una finta democrazia e i monopoli del capitale.


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