www.resistenze.org - popoli resistenti - venezuela - 22-03-10 - n. 311

da www.rebelion.org
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Una trincea in internet
 
di Rafael Rico Ríos
  
23/03/10
 
Nell'Aló Presidente Nº 354, il Presidente Chávez ha fatto un annuncio che ha sorpreso tutti e tutte:  “preparatemi una trincea in Internet”
 
Internet come trincea di lotta
 
"Là in qualche posto a Miraflores (il palazzo presidenziale) se potessi vorrei avere un computer, una pagina per comunicare con milioni di persone, non solo in Venezuela, ma nel mondo".
"Internet è una trincea di lotta", ed ha aggiunto che: “Avrò la mia trincea in Internet, la mia trincea di battaglia nella rete."
"Quello sarà un bombardamento di cose e ci organizzeremo per ricevere il bombardamento di risposte, pure del nemico, che mi diano pure fuoco che anche io risponderò loro, la battaglia è battaglia, l'assalto è assalto."
 
Chávez fa un appello ad usare Internet per intraprendere una battaglia di comunicazione.
 
"Non ci deve essere neppure un venezuelano che non si incorpori all'alfabetizzazione tecnologica. Dovete imparare ad usare il computer ed appropriarvi della conoscenza per unirsi alla battaglia, per la liberazione del Venezuela."
 
Ha insistito che Internet è un mezzo di liberazione e che non si vuole controllare Internet, ma esattamente il contrario: dall'arrivo della Rivoluzione Bolivariana, il numero di persone con accesso ad Internet ha registrato un incremento del 900 percento.
 
Secondo il Latino Barometro l'indicatore che risponde alla domanda "ha usato Internet qualche volta nella vita?", Il Venezuela, con il 53 %, è il paese di tutta l'America Latina che ha maggior indice.
 
"Questo nessuno lo dice e per il mondo corre la falsa notizia che vogliamo eliminare Internet, che restringiamo il servizio, ma invece noi abbiamo una strategia centrale che è trasferire il potere al popolo, ed il più importante dei poteri è la conoscenza."
 
Trasferimento del potere alle comunità e tecnologie dell'informazione
 
Il Governo bolivariano ha dato un nuovo impulso al Progetto Infocentro il cui obiettivo è consolidare spazi comunitari fondati sulle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (TIC), per appoggiare l'organizzazione e l'articolazione delle reti sociali, nel processo di rinvigorimento del potere per il popolo e della costruzione del socialismo.
 
Durante il programma Aló presidente, si sono inaugurati 24 nuovi Infocentro, che si sommano ad un totale di 668, connessi ad Internet con GNU/Linux e piattaforme di Software Libero per l'organizzazione ed articolazione, per la comunicazione e per la gestione delle comunità.
 
Inoltre, dispongono di aree climatizzate con attrezzature speciali per le persone disabili principalmente con problemi di vista.
 
E’ iniziata la prima tappa di trasferimento dei progetti Infocentro alle comunità organizzate, per potenziare e fortificare il potere popolare, cosa che rappresenta un avanzamento qualitativo nel nuovo modello comunale.
 
"Gli infocentri hanno aiutato le comunità che elaborano le proprie notizie digitalizzate, divulgano eventi ed usano i mezzi comunitari per il riscatto e la trasformazione della propria realtà affinché non vengano bombardate le menti dei bambini e delle comunità, con anti-valori che avvelenano il cervello", ha detto Chávez che considera il progetto Infocentro come una nuova trincea di lotta delle organizzazioni popolari nella rete.
 
"Non basta andare alle marce o alle manifestazioni, non basta andare a votare, è necessario imparare ad usare il computer, bisogna adattarsi alla conoscenza, imparare ad usare Internet e tutti quei meravigliosi strumenti necessari ad unirsi alla battaglia per la liberazione culturale, etica ed economica del Venezuela"
 
Il governo bolivariano tenta di costruire un modello democratico che incrementi la partecipazione cittadina alla politica, la democrazia participativa contro la democrazia rappresentativa, dando un ruolo attivo e principale alle comunità organizzate nelle scelte assunte dal governo del paese.
 
La democrazia participativa è alla ricerca di una democrazia diretta. Questa democrazia mira a un modello di Stato coordinato e in accordo con le comunità, enti locali, regioni ed il potere centrale. 
Questo coordinamento si produce in due direzioni: dai poteri locali e comunitari verso il potere centrale (dal basso verso l’alto), e dallo Stato Centrale verso le comunità (dall’alto verso il basso).
 
I Tic possono giocare una ruolo fondamentale come ausilio alla formazione di questo nuovo modello di Stato. La tecnologia può essere uno strumento poderoso di articolazione delle comunità e dell'amministrazione pubblica, contribuendo all'organizzazione, comunicazione e gestione.
 
Alcuni obiettivi che potrebbero raggiungersi con una piattaforma socio-tecnologica come quella del Progetto Infocentro sarebbero:
 
- Promuovere e garantire l'accesso di tutte le comunità alle TIC.
- Dare impulso alla consapevolezza e alla sensibilizzazione dei collettivi per capire la potenza di queste tecnologie.
- Promuovere la formazione di massa dei movimenti popolari nelle TIC
- Applicare metodologie di azione e partecipazione comunitaria utilizzando le TIC.
- Sviluppare software specifico che copra le necessità delle comunità organizzate.
- Informatizzare esperienze, diffonderle e condividerle con altre comunità organizzate.
- Esplorare la memoria storica e le culture locali, classificarle, registrarle, diffonderle e condividerle con altre comunità organizzate.
- Combattere la burocrazia e la corruzione informatizzando l'amministrazione pubblica.
- Si velocizzerebbero i passaggi legali, potrebbero essere condivisi gli archivi informatici tra diversi organismi pubblici e si permetterebbe l'accesso trasparente alla gestione della pubblica amministrazione.
- Stabilire meccanismi che permettano alle comunità di controllare progetti e partecipare alle decisioni degli organismi pubblici.
- Sviluppare ed installare le attrezzature tecnologiche necessarie affinché le comunità organizzate esercitino il governo diretto.
 
L'implementazione di queste proposte, su scala nazionale, non sarebbero più esperienze isolate nello sviluppo di metodologie di partecipazione alla cittadinanza e costituirebbero un salto decisivo nella costruzione della democrazia partecipativa e del potere popolare.
 
Questa piattaforma socio-tecnologica, insieme alla nuova Legge del Consiglio Federale del Governo, potrebbe generare una trasformazione nella gestione del potere con conseguenze imprevedibili ma che spingerebbe il trasferimento di competenze ed il potere alle comunità organizzate.
 
 

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