www.resistenze.org - popoli resistenti - venezuela - 14-09-21 - n. 798

Con il patto d'èlite del Messico il governo venezuelano torna al FMI

Partito Comunista del Venezuela (PCV) | prensapcv.wordpress.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/09/2021

Dal 3 al 6 settembre si è svolta la seconda tornata di discussioni al tavolo di dialogo del Messico tra i due poli opposti della borghesia nazionale. Entrambe le parti hanno annunciato come un grande avanzamento per gli interessi del paese e del popolo venezuelano, l'adozione di due primi accordi parziali: uno in riferimento alla "difesa della sovranità del Venezuela sulla Guayana Esequiba" e l'altro sotto il titolo di "Accordo per la protezione sociale del popolo venezuelano".

I due accordi sono una finta facciata che maschera i veri propositi capitolatrici e antipopolari del patto d'èlite. Utilizzano, ad esempio, la disputa territoriale sulla Guayana Esequiba per mostrare un presunto spirito sovranista e nazionalista, quando è risaputo che una delle parti da anni promuove sanzioni illegali e ingerenza straniera contro il paese, mentre l'altro blocco sta avanzando in una sfacciata politica di concessione della sovranità, privatizzazioni e consegna delle nostre risorse e ricchezze in favore del capitale monopolistico transnazionale, attraverso le incostituzionali leggi "anti-bloqueo", la Legge delle Zone Economiche Speciali e le intenzioni manifestate di riformare la Legge degli idrocarburi.

Ma c'è qualcosa di ancora più grave: con l'eufemismo della "protezione dell'economia nazionale e misure di protezione sociale per il popolo venezuelano", entrambe le parti hanno annunciato il loro impegno a prendere provvedimenti affinché il Venezuela possa accedere ai Diritti Speciali di Prelievo (DSP) del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e chiedere altre risorse agli organismi multilaterali. Ossia, il patto del Messico ha dato il primo passo per il ritorno del Venezuela alle istituzioni finanziarie del Consenso di Washington.

Già vari giustificatori del patto stanno segnalando che l'accesso ai DSP del FMI non sono prestiti e pertanto non comprometteranno la sovranità della politica economica del paese. Certamente, il Venezuela ha diritto a percepire questi fondi come paese membro del FMI, tuttavia, le stesse circostanze in cui si produrebbe (misure per l'azione politica della destra filo-imperialista e nel contesto di una acuta crisi economica nazionale) è da ingenui pensare che queste forze non ne approfitteranno per imporre alcuni condizionamenti.

Inoltre, se viene approvata la mediazione per ricevere i DSP del FMI che corrispondono al Venezuela, il patto del Messico ha concordato di prendere provvedimenti per ottenere risorse da organismi internazionali multilaterali. Sebbene non viene specificato chi siano questi organismi, si stanno riferendo alla ricerca di prestiti dal FMI, dalla Banca Mondiale, dalla Banca Interamericana di Sviluppo e altri organismi nell'orbita di dominazione dell'imperialismo statunitense ed europeo.

In Messico si sta cucinando a fuoco lento la sottomissione del Venezuela ad un piano di "salvataggio" finanziario con il suo rispettivo programma neoliberista di adeguamento macroeconomico diretto da obiettivi fissati da queste istituzioni multilaterali.

Il Governo di Nicolas Maduro è pienamente cosciente che ricorrere a queste istituzioni implica sottomettersi alle loro politiche e lo occulta deliberatamente per non riconoscere esplicitamente la sua gestione capitolatrice. La destra filo-imperialista dall'altro lato, sostiene questa richiesta di mediare davanti al FMI e agli altri organismi multilaterali, perché consapevole che questo avvicinamento si tradurrà in cambiamenti favorevoli agli interessi del capitale transnazionale e nazionale che rappresenta. Con il patto del Messico il governo di Maduro cede all'imperialismo.

Con l'avvicinamento a questi organismi finanziari, il Governo cerca di trasmettere un messaggio più forte di fiducia al Governo degli USA e ai capitali monopolistici transnazionali che cerca disperatamente di attrarre nel quadro della sua politica di apertura economica.

Sottomettersi alle richieste del FMI o della Banca Mondiale non rappresenterà comunque un grande cambiamento per il Governo nazionale. L'attuale adeguamento economico che si implementa nel paese coincide in gran parte con il programma neoliberista di queste istituzioni: liberalizzazione dei prezzi, congelamento dei salari, deregolamentazione delle relazioni lavorative, privatizzazioni, privilegi fiscali e tributari per il capitale, tra le altre. Paradossalmente, questo si presenta in modo mascherato con il discorso di mettere "il benessere del popolo al centro delle priorità" o con il cinico argomento di "recuperare le libertà economiche del popolo".

La sottomissione del Venezuela ai programmi di prestiti di questi organismi implicherà gravi conseguenze per il paese e il popolo lavoratore a livello di diritti lavorativi, accesso universale ai servizi pubblici, perdita di sovranità e smantellamento della proprietà statale, come già lo dimostrano le esperienze recenti dell'Argentina, dell'Ecuador e i risultati concreti dell'esperienza storica del Venezuela alla fine degli anni '80, con un tragico bilancio per il nostro popolo.

Dall'Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista del Venezuela (PCV) esprimiamo il nostro energico rifiuto a ogni intento di sottomettere il paese e il popolo venezuelano, nelle precarie condizioni attuali dell'economia, ai sacrifici ancora più aggressivi che impongono questi organismi finanziari.

Il patto borghese del Messico, in ogni giornata, mette in evidenza il suo vero proposito: gettare le basi istituzionali-legali per ripartire le ricchezze del paese tra i capitali privati nazionali e stranieri, caricando sulle spalle del popolo lavoratore le conseguenze della profonda crisi attuale.

La classe lavoratrice e il popolo in generale non possono lasciarsi ingannare dalle illusioni e offerte truffaldine del patto borghese del Messico.

Di fronte al patto d'èlite della borghesia, alla crisi, all'adeguamento neoliberista e all'aggressione imperialista, continuiamo a costruire l'Alternativa Popolare Rivoluzionaria. E' possibile conquistare un'uscita che metta al centro gli interessi e diritti del popolo lavoratore della città e della campagna.

Caracas, 11 settembre 2021

Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista del Venezuela (PCV)


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