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resistenti - lavoro - 28.06.02
GLI
ORARI DI LAVORO DEGLI INSEGNANTI IN EUROPA
E LA LORO RAPPRESENTAZIONE CONTRATTUALE.
di Pino Patroncini
"A salari europei orari di lavoro europei" è questa l'obiezione che
si sente fare tutte le volte che si avanza la rivendicazione rivolta a portare
entro i parametri europei gli stipendi degli insegnanti italiani. Ma quali sono
gli orari di lavoro europei? E quale è negli altri paesi la rappresentazione
contrattuale di un orario così difficile da definire quale è quello degli
insegnanti?
Non solo lezioni.
Tutti coloro che si occupano di scuola sanno che ricondurre gli orari dei
docenti al solo orario di lezione frontale è fuorviante. Esiste infatti un
lavoro sommerso di cui da anni si rivendica la visibilità. Se non che tutte le
volte che si cerca di codificare un orario, il timore, per non dire il panico,
che serpeggia in categoria è che alla codificazione di un orario si accompagni
una sua esigibilità tale da comportare un aggravio del peso della funzione
docente. Non si tratta evidentemente solo di opportunismi, ma anche della
difficoltà di codificare il lavoro docente, lavoro creativo per antonomasia:
oltre alla difficoltà di catalogare impegni diversi e che non tutti hanno
(pensiamo alla correzione dei compiti, al diverso numero di contatti con i con
i genitori, a sua volta causato dal diverso numero di classi o dalla differente
importanza attribuita alle discipline), c'è sempre il rischio che il codice
registri un compito nuovo da svolgere e ne dimentichi uno già effettivamente
svolto.
Questo ha fatto sì che nella storia contrattuale dei docenti italiani si siano
assunte soluzioni di compromesso: le 20 ore mensili di gestione oltre l'orario
di lezione in vigore nel periodo 1974-1982, le 210 ore annue in vigore dal 1982
al 1988, le 40 ore annue + 40 attualmente in vigore, ma non più comprensive di
scrutini e ricevimento parenti.
Impiegati e/o professionisti.
Si trattava e si tratta di soluzioni a metà tra un "utopistico"
orario onnicomprensivo e una altrettanto improbabile "età dell’oro"
in cui si faceva solo lezione o, se si preferisce, tra una concezione del
lavoro docente spesso denunciata come impiegatizia e una sua definizione come
lavoro da professionista, qualcuno dice persino da artigiano, che non risponde
quindi a vincoli di orario ma di qualità del prodotto.
Una concezione quest’ultima non priva di fascino per la categoria, fin quando
non approda, appunto, alla strettoia della valutazione della qualità
professionale, con tutti suoi corollari di imprevedibilità, soggettivismo e
arbitrio.
E allora ecco che si torna al problema di dover riconsiderare in termini più
oggettivi il lavoro e quindi ciò che da Ricardo in poi l’economia classica ha assunto
come parametro tra i parametri: il tempo di lavoro.
E. sebbene la critica dell’economia politica abbia messo in luce i limiti e
persino le mistificazioni della teoria ricardiana ai fini dell’emancipazione
del lavoro salariato, è pur vero che da allora il riferimento all’orario di
lavoro costituisce un arnese insostituibile dell’armamentario sindacale per la
tutela del rapporto di lavoro.
Può consolarci il fatto che anche negli altri paesi europei questo problema non
sia stato del tutto risolto, ma non vi è dubbio che in toto o in parte l’orario
di lavoro resta una delle pietre angolari per definire il rapporto di lavoro
nella scuola, che resta comunque, nonostante i suoi margini di creatività e
autogestione, un lavoro dipendente.
La difficoltà di una comparazione.
Mettendo in relazione i dati rilevati dalla Commissione Europea nel 1996 e
quelli dell'inchiesta Aft del 1993, senza per altro escludere qualche
incongruenza dovuta allo scarto temporale e soprattutto alla diversità delle
fonti, si possono ricavare alcune tabelle.
L'intreccio tra i dati riportati nelle tabelle ci offre comunque tutta la
multiformità dei modelli contrattuali esistenti in Europa.
Non si tratta complessivamente di comparazioni facili, perché vi entrano
parecchi fattori turbativi quali:
la differenza dei calendari scolastici, col diverso numero di settimane di
lezione e di lavoro nel corso dell’anno;
la differenza dovuta alle unità di lezione;
la differente organizzazione oraria tra i diversi ordini di scuola;
la differente metodologia di rappresentazione degli orari da un punto di vista
contrattuale.
Soprattutto quest’ultimo aspetto merita attenzione. Grosso modo a livello
europeo possiamo dire che la rappresentazione del lavoro docente dal punto di
vista dell’orario divide quest’ultimo in tre aree:
l’orario di lezione,
l’orario per gli altri impegni,
l’orario contrattuale.
Normalmente la terza è comprensiva, talvolta ampiamente comprensiva, delle
prime due e la seconda è aggiuntiva alla prima.
Questa sistemazione tuttavia non è esaustiva perché vi sono sistemi scolastici
in cui orario di lezione ed orario contrattuale coincidono oppure anche sistemi
in cui oltre le ore di lezione non sono previsti altri compiti e tuttavia vi è
un orario contrattuale più ampio di quello frontale.
Inoltre, come si è già detto, vi sono differenze i diversi gradi di scuola. Per
cui conviene affrontare separatamente gli orari della scuola primaria e quelli
della scuola secondaria..
Gli orari di lezione.
Nel merito, per ciò che riguarda gli orari di lezione abbiamo nella tabella 1
un raffronto tra gli orari settimanali dei diversi paesi europei che fa
giustizia di alcuni luoghi comuni.
Tabella n. 1 Gli orari di insegnamento in Europa. (settimanali) |
|
|
|
Paese |
Scuola Primaria |
Scuola Sec. Inferiore |
Scuola Sec. Superiore |
Austria |
20 – 22 |
20 – 22 |
20 – 22 |
Belgio |
18 – 24 |
18 – 20 |
16 – 18 |
Danimarca |
20 – 21 |
20 – 21 |
16 – 17 |
Regno Unito |
24 –30 |
20 – 24 |
20 – 24 |
Finlandia |
18 |
12 – 18 |
12 – 18 |
Francia |
26 (+1) |
21 – 23 |
15 – 18 |
Grecia |
18 |
14 – 16 |
14 - 16 |
Germania |
21 |
20 |
18 |
Irlanda |
25 |
18 – 22 |
18 – 22 |
Italia |
22 (+2) |
18 |
18 |
Lussemburgo |
27 |
17,5 |
17,5 |
Paesi Bassi |
27 |
24 |
24 |
Portogallo |
26 |
26 |
22 |
Spagna |
25 |
25 |
15 – 18 |
Svezia |
20 |
16 |
14 – 19 |
NB. Gli orari qui riportati sono calcolati in
ore di 60 minuti. In numerosi paesi questi corrispondono a più spazi di 50
minuti ( Lussemburgo sec., Belgio, Paesi Bassi sec. ), 45 minuti (Danimarca,
Finlandia, Germania) e anche 40 minuti (Regno Unito , Svezia)
La media degli orari di lezione settimanali europei si attesta a 23ore nella
primaria, a 20 ore nella secondaria inferiore e a 18 ore e 20 minuti nella
secondaria superiore e da questi dati emergono tre conseguenze:
gli orari di lezione italiani si discostano di poco da quelli europei;
paradossalmente risultano in linea più gli orari "bassi" (secondaria
superiore) che quelli "alti" (scuola elementare);
bisogna fare attenzione alle diverse scansioni dei cicli: nella maggioranza dei
paesi europei per scuola secondaria superiore si intendono solo gli ultimi due
o tre anni della secondari, mentre da noi si intendono gli ultimi cinque.
Gli orari di lavoro della scuola primaria.
Dalla tabella numero 2 balza agli occhi per primo il caso del Regno Unito,
almeno per quello che riguarda Inghilterra Galles e Irlanda del Nord ( la
Scozia ha un sistema a parte): è l'unico modello che non prevede un orario
annuo di lezione, ma solo un orario contrattuale complessivo, anche se vediamo
dall'inchiesta Aft che l'orario settimanale di lezione può oscillare tra le 24
e le 30 ore. Sappiamo però che nel caso inglese l'esigibilità dell'orario non
fa sconti e quindi anche se non riportato, quello dedicato agli altri compiti
oscilla tra le 8 e le 2 ore, a formare un orario complessivo settimanale di 32
ore, che moltiplicato per 39 settimane lavorative copre quasi completamente
l'ammontare annuo. Se ne deduce anche che nella settimana lavorativa che non
coincide con le lezioni l'orario viene comunque rispettato per intero.
All'estremo opposto si colloca la Germania, la quale non sembra avere invece
nessun orario contrattuale complessivo. L'orario tedesco corrisponderebbe
esattamente a quello frontale.
Tabella n. 2 L'orario di lavoro nella scuola primaria europea |
|
|
|
|
|
|
|
Paese |
Ore lez./a. |
Ore lez./s. (*) |
Ore altri impegni/a |
Orario contratt. Annuo |
Giorni di scuola |
Settimane di lavoro Contratt. |
Settimane di scuola |
Belgio |
849 |
18/24 |
97 |
946 |
182 |
37 |
37 |
Danimarca |
750 |
20/21 |
|
1680 |
200 |
47 |
40 |
Germania |
840 |
21 |
|
|
|
46 |
40 |
Grecia |
656 |
|
20 |
1045 |
175 |
39 |
35 |
Spagna |
890 |
|
205 |
1230/1537 |
185 |
41 |
37 |
Francia |
910 |
26 |
36 |
972 |
180 |
36 |
36 |
Irlanda |
846 |
25 |
|
|
184 |
37 |
37 |
Lussemburgo |
730 |
|
171 |
901 |
212 |
36 |
36 |
Paesi Bassi |
988 |
27 |
|
1520 |
200 |
40 |
40 |
Austria |
828 |
20/22 |
|
1520 |
180 |
36 |
36 |
Portogallo |
875 |
|
|
1820 |
175 |
45 |
35 |
Finlandia |
874 |
18 |
94 |
968 |
190 |
39 - 47 |
39 |
Svezia |
617 |
20 |
280 |
897 |
178 |
37 |
36 |
Regno Unito |
|
24/30 |
|
1265 |
190 |
39 |
38 |
Scozia |
855/950 |
25 |
120 |
1070 |
190 |
39 |
38 |
Fonte: Eurydice 1996. (*) Aft 1993
Va notato che su 15 sistemi scolastici, 7 sulla colonna degli orari annuali non
sembrano prevedere impegni ulteriori rispetto all'insegnamento, nonostante gli
orari contrattuali prevedano un monte ore più ampio, oppure quantificano questi
impegni. Di Inghilterra e Germania abbiamo già detto. Nel caso della Francia
sappiamo che la definizione reale dell'orario è formalmente di 27 ore (26 +1
conglobabile) analogamente a quello che accade nella nostra scuola elementare
con le 24 ore che sono gestite a 22+2.
Se è poco chiaro che cosa si faccia effettivamente nel caso in cui per gli
altri compiti non è previsto un tempo specifico, è possibile invece sapere
quali sono gli altri compiti a cui sono chiamati maestri europei che questo
impegno lo hanno dichiarato. In Belgio, Grecia, Spagna e Svezia costituiscono
un monte ore obbligatorio disponibile per diverse attività. Le 36 ore francesi
sono suddivise in 18 di equipe pedagogica, 12 di conferenza pedagogica e 6 di
riunioni di consiglio. In Lussemburgo 18 sono disponibili per diverse attività,
18 per ricevimento parenti e 141 costituiscono il limite cautelativo entro cui
si può essere impegnati per per sorvegliare gli allievi. In Finlandia 76 ore
servono per diverse attività obbligatorie e 18 per la formazione in servizio,
mentre le 120 ore scozzesi sono suddivise in 90 per la formazione in servizio e
30 per il ricevimento parenti.
In conclusione sui 15 sistemi presi in esame in 5 l'orario contrattuale
corrisponde approssimativamente alla somma dell'orario frontale e dell'orario
dedicato agli altri impegni, in due (Germania e Irlanda) combacia con l'orario
di lezione, in uno (Regno Unito, esclusa la Scozia) corrisponde a sé stesso e i
diversi impegni ne costituiscono solo una variabile, negli altri 7 abbiamo la
tripartizione prima descritta: un orario contrattuale ufficiale, che suddiviso
formalmente per il numero di settimane lavorative registrato si colloca tra le
25 e le 40 ore settimanali e che comprende un orario frontale di lezione, un
orario di impegni collaterali più o meno consistenti (tranne due casi: Austria
e Portogallo ) , e un'area puramente formale, probabilmente a "gestione
individuale".
Gli orari della scuola secondaria .
La scuola secondaria mostra un numero maggiore di articolazioni orarie al suo
interno. Incidono le differenze tra scuola secondaria inferiore e superiore, e
all'interno di quest'ultima tra istruzione generale e istruzione professionale.
Ma vi sono anche differenze vistose negli orari annui e settimanali di lezione,
differenze che sono riconducibili sia a modulazioni periodiche dell'orario, sia
differenti orari per le differenti materie: vi sono paesi, come la Francia ad
esempio, dove gli orari frontali sono differenti a seconda che l'insegnante sia
di materie artistiche o tecniche piuttosto che generali oppure di educazione
fisica, senza contare gli orari diversi a seconda dei diversi inquadramenti
professionali di carriera.
Tabella n. 3 L'orario di lavoro nella scuola secondaria inferiore europea |
|
|
|
|
|
|
|
Paese |
Ore lez./a. |
Ore lez./s. (*) |
Ore altri impegni/a |
Orario contratt. Annuo |
Giorni di scuola |
Settimane di lavoro Contratt. |
Settimane di scuola |
Belgio |
667/728 |
18/20 |
|
728 |
182 |
37 |
37 |
Danimarca |
750 |
20/21 |
|
1680 |
200 |
47 |
40 |
Germania |
690/840 |
20 |
|
|
|
46 |
40 |
Grecia |
472/551 |
|
30 |
721/1170 |
175 |
39 |
35 |
Spagna |
623 |
25 |
492 |
1230/1537 |
180 |
41 |
37 |
Francia |
630 |
21/23 |
|
630 |
180 |
36 |
36 |
Irlanda |
648/792 |
18/22 |
|
792 |
180 |
37 |
37 |
Lussemburgo |
501/648 |
|
36 |
648 |
212 |
36 |
36 |
Paesi Bassi |
912 |
24 |
|
1520 |
200 |
40 |
40 |
Austria |
720/828 |
20/22 |
|
1520 |
180 |
36 |
36 |
Portogallo |
490/770 |
|
|
1820 |
175 |
45 |
35 |
Finlandia |
798 |
12/18 |
94 |
892 |
190 |
39 - 47 |
39 |
Svezia |
570/617 |
16 |
280 |
897 |
178 |
37 |
36 |
Regno Unito |
|
20/24 |
|
1265 |
190 |
39 |
38 |
Scozia |
950 |
23 |
120 |
1070 |
190 |
39 |
38 |
Fonte: Eurydice 1996. (*) Aft 1993
Gli orari frontali diminuiscono sensibilmente rispetto alla primaria e il
fenomeno si accentua nella secondaria superiore di carattere generale, meno in
quella di carattere professionale.
Anche gli orari dedicati ad altri compiti diminuiscono. Guardando la colonna
degli orari annui dedicati ad altri impegni, su 15 sistemi sono 9 quelli che
non prevedono un orari destinato a questo scopo. Comunque ai due già
individuati, che non sembrano imporre ai loro insegnanti orari diversi da quelli
di lezione, si aggiungono nella scuola secondaria la Francia e il Belgio.
A colpo d'occhio si ha subito l'impressione che il fatto che gli insegnanti
della secondaria "lavorino meno" sia un fenomeno europeo e non solo
italiano. Vi sono casi, come il Lussemburgo dove a fronte di una diminuzione
frontale di circa 250 ore annue, spariscono anche 141 ore di sorveglianza
alunni.
Al contrario vi sono paesi dove si registrano aumenti di ore, soprattutto di
quelle dedicate agli altri compiti: è il caso della Grecia e della Spagna. In
quest'ultimo caso il fatto sembra dovuto al tentativo di mantenere costante
l'orario contrattuale e il rapporto tra questo e quello effettivamente
esigibile.
Complessivamente sono 7 gli orari contrattuali che non mostrano modificazioni
tra primaria e secondaria ( tra questi l'ineffabile Regno Unito) e uno che non
mostra differenze tra primaria e secondaria inferiore: si tratta della Svezia
che è anche l'unico paese in cui cresce l'orario contrattuale, e in qualche
caso anche quello frontale, nel passaggio alla secondaria superiore.
Questo conferma l'idea che il modello di rappresentazione oraria prevalente è
quello concentrico costituito da un orario ufficiale "largamente
comprensivo" dell'orario frontale e degli altri impegni, laddove ci sono.
Negli altri casi si riproduce quanto già detto per la primaria con un solo
modello ad orario assolutamente onnicomprensivo, il Regno Unito, e altri
praticamente col solo frontale.
Tabella n. 4 L'orario di lavoro nella scuola secondaria superiore europea |
|
|
|
|
|
|
|
Istruzione generale |
|
|
|
|
|
Istruzione professionale |
|
Paese |
Ore Lez./a. |
Ore lez./s. (*) |
Ore altri impegni/a |
Orario contratt. Annuo |
|
Ore lez./a. |
Orario contratt. Annuo |
Belgio |
607-667 |
16-18 |
|
667 |
|
607-1001 |
1001 |
Danimarca |
750 |
16-17 |
|
1680 |
|
750 |
1680 |
Germania |
690/840 |
18 |
|
|
|
690/840 |
|
Grecia |
472/551 |
|
30 |
721/1170 |
|
472/551 |
721/1170 |
Spagna |
623 |
15/18 |
492 |
1230/1537 |
|
623 |
1230/1537 |
Francia |
625-630 |
15-18 |
|
630 |
|
625-630 |
1365 |
Irlanda |
648/792 |
18/22 |
|
792 |
|
756-828 |
828 |
Lussemburgo |
501/648 |
|
36 |
648 |
|
501/648 |
648 |
Paesi Bassi |
912 |
24 |
|
1520 |
|
912 |
1520 |
Austria |
720 |
20/22 |
|
1520 |
|
720-828 |
1520 |
Portogallo |
420/700 |
|
|
1820 |
|
880-1000 |
1820 |
Finlandia |
760 |
12/18 |
94 |
854 |
|
855 |
1650-1950 |
Svezia |
498-640 |
14-19 |
280 |
920 |
|
498-640 |
920 |
Regno Unito |
|
20/24 |
|
1265 |
|
|
|
Scozia |
950 |
23 |
120 |
1070 |
|
|
|
Fonte: Eurydice 1996. (*) Aft 1993
Testimonia l'impostazione il fatto che gli stessi 7 sistemi scolastici con
l'aggiunta della Grecia hanno un orario contrattuale annuo che supera le mille
ore.
La cosa si riproduce in maniera più vistosa nell'istruzione professionale dove
l'orario contrattuale supera le mille ore in 9 casi su 13 (i sistemi del Regno
Unito non distinguono tra istruzione professionale e istruzione generale).
Nella stessa istruzione professionale, dove mancano i dati circa le ore dedicate
ad altri compiti ovvero dove si può presumere che queste siano uguali a quelle
previste nella secondaria superiore generale, le ore frontali rimangono le
stesse dell'istruzione generale solo nella metà dei casi e le ore contrattuali
in 8 casi su 13.
Allo stesso modo non si può dire che la scuola europea richieda un impegno
degli insegnanti anche nei periodi di vacanza degli alunni: in 9 casi su 15 le
settimane di lavoro si identificano con quelle di scuola o le sopravanzano di
una sola settimana, giusto il tempo per fare gli scrutini, verrebbe da dire, o
per preparare la riapertura delle scuole, l'accoglienza ecc.. E in un decimo
caso, la Finlandia, la rilevazione è ambigua, come se ci fossero due orari, uno
"industriale" ufficiale e uno "scolastico " reale. In due
casi, Grecia e Spagna, le settimane di lavoro oltre l'orario scolastico
arrivano a quattro. Solo tre paesi, Danimarca, Germania e Portogallo prevedono
un calendario lavorativo di tipo "industriale", che però nel caso
tedesco non è neppure suffragato da un adeguato monte ore.
(Roma, 15 maggio 2002)