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Il movimento sindacale al bivio?

Zoltan Zigedy | zzs-blg.blogspot.it
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/04/2015

Il movimento sindacale negli Stati Uniti da segni di vita? Dato il calo inesorabile della densità sindacale (la percentuale dei lavoratori organizzati in sindacati), molti hanno concluso che il movimento è in declino sia come arma efficace per i lavoratori, sia come forza sociale nella politica statunitense.

E' facile dimenticare che alcuni dei più grandi sindacati industriali sono cresciuti da piccoli ma ben determinati comitati organizzativi che hanno dovuto affrontare la resistenza brutale delle aziende in cui lavoravano. Nonostante questi ostacoli, nell'arco di meno di un decennio sono diventati potenti, lasciando un'impronta profonda sull'agenda politica e sociale, sia nelle città industriali che sul panorama nazionale. I sindacati nati dal modesto Comitato per l'Organizzazione Industriale (CIO) a metà degli anni 1930 si sono trasformati rapidamente in potenti strumenti di cambiamento sociale. Per lungo tempo un luogo comune della difesa del lavoro era che i lavoratori non potevano essere organizzati e ottenere degli avanzamenti in periodi di alta disoccupazione e riduzione dei profitti. Eppure alcuni dei sindacati più militanti degli Stati Uniti sono nati e hanno vinto dure lotte durante gli anni buii della Grande Depressione. Nel secondo dopoguerra, il movimento sindacale è stato spesso il fattore decisivo per l'approvazione e l'elezione di personalità politiche, mutuate in gran parte dalla sua influenza pervasiva nel Partito Democratico.

Oggi, il movimento operaio rimane ancora l'elemento più influente e più ricco di risorse in un movimento progressivo relativamente impotente e alla deriva a causa della mancanza di forza e della pressoché dormiente militanza dei sindacati.

La UAW (United Autoworkers Union: sindacato che rappresenta i metalmeccanici), uno dei pilastri del movimento sindacale industriale degli anni 1930, riflette drammaticamente questa debolezza. Un operaio metalmeccanico impiegato oggi in una delle tre grandi case automobilistiche di Detroit parte da un salario di 14 dollari all'ora, una tariffa oraria concessa nel 2007. A quel tempo, la UAW aveva accettato un sistema di salari e benefici a due livelli, che lasciava i nuovi dipendenti con circa la metà dei diritti conquistati dai lavoratori già in forza. Oggi, oltre 30.000 dipendenti nelle tre grandi aziende sono bloccati in un inferno a basso salario (livello 2) su una forza lavoro di circa 80.000 dipendenti sindacalizzati (Bloomberg Businessweek). Alla Chrysler, un nuovo assunto percepisce un po' di più, 15,78 $/ora, ma più della metà dei lavoratori sono bloccati al livello 2. Allo stesso tempo, secondo Bloomberg, Chrysler ha conseguito un utile netto normalizzato di $ 2,4 miliardi nel 2014 e si prevede che GM e Ford guadagneranno rispettivamente 7 miliardi e 6 miliardi di dollari quest'anno. I profitti sono robusti, ma le buste paghe sono desolanti.

Le cose vanno ancora peggio per i lavoratori rappresentati dalla UAW nelle aziende che producono componentistica per auto. Secondo il Wall Street Journal, i nuovi assunti all'American Axle and Manufacturing Holdings Inc, possono persino avere una paga oraria di $10, paragonabile a quanto percepiscono i dipendenti della catena di negozi Wal-Mart nel vicino Three Rivers, Michigan. Non è raro per i lavoratori UAW impiegati nella componentistica auto, avere una paga tra gli 11 e i 12 dollari all'ora. Negli ultimi dieci anni, il salario medio orario per i lavoratori nelle industrie che producono componenti è sceso del 23%; il salario orario medio per i lavoratori nel settore produzione è sceso del 22%.

In gran parte, la paga ricevuta dai lavoratori iscritti alla UAW è alla pari o poco meglio di quella ricevuta dai metalmeccanici non sindacalizzati negli Stati Uniti. Dato questo cupo resoconto sull'incapacità della UAW di difendere i lavoratori, due domande sorgono spontanee:

1. Come ha fatto un sindacato che in passato era militante, democratico, indipendente e socialmente impegnato - un modello della consapevolezza e della lotta di classe - raggiungere un punto in cui accetta un contratto che inchioda i lavoratori a una retribuzione appena più alta di quella dei lavoratori della catena Wal-Mart della stessa zona?
2. Come può un tale sindacato mantenere e crescere in dimensioni e influenza se può promettere di realizzare solo riduzioni salariali e la parità con stabilimenti non sindacalizzati?

Per quelli che con noi ritengono necessario un movimento sindacale forte e combattivo per lo sviluppo di qualsiasi movimento progressista, che sia vivace ed efficace, rispondere a queste domande è sgradevole ma essenziale.

Il declino della militanza è iniziato con le purghe, l'inagibilità e le irruzioni nei più potenti sindacati industriali, un colpo inflitto nei primi anni della guerra fredda. E la UAW era all'avanguardia nella collaborazione di classe, nella persecuzione dei comunisti (o presunti tali), e nell'espulsione e raid nelle sezioni sindacali militanti, a partire dall'elezione del socialdemocratico, Walter Reuther come presidente nel 1946.

L'avanguardia del movimento sindacale ha perso i suoi dirigenti più militanti e con maggior coscienza di classe nelle inquisizioni anticomuniste, allo stesso tempo è stata colpita dalle restrizioni imposte dalla Legge Taft-Hartley, mettendo a confronto un potere padronale con un movimento frammentato.

Ai vertici sindacali è subentrata una dirigenza carrierista e burocratica che ha ipotecato il futuro con un compromesso storico: adesione completa alla Guerra Fredda attraverso l'accettazione della pace sindacale e il sostegno all'imperialismo in cambio di aumenti salariali e benefici commisurati all'incirca all'aumento della produttività. La classe dominante statunitense ha concesso volentieri questa politica per ottenere la benedizione del movimento sindacale alla sua brutale aggressione nei confronti delle organizzazioni dei lavoratori con orientamento di classe in tutto il resto del mondo. I sindacalisti meschini e opportunisti che dirigevano gran parte delle organizzazioni dei lavoratori, erano felicissimi di accantonare l'arma dello sciopero e sostituirla con un'inetta nozione di "contrattazione", che opportunamente, quanto ingenuamente, abbracciava il collaborazionismo tra padroni e lavoratori. Di conseguenza, i rappresentanti dei lavoratori vestiti in giacca e cravatta si sono seduti da una parte del tavolo delle trattative mentre i rappresentanti aziendali in giacca e cravatta si sono accomodati dall'altra parte del tavolo, in un rituale amichevole di negoziazione di mini concessioni e contro-concessioni.

Nell'ultimo quarto del XX secolo, le grandi aziende si sono trovate a fronteggiare grandissime sfide ai loro profitti. Le avventure militari fallite, l'inflazione rampante causata dalle spese militari sfrenate e la concorrenza con rivali che impiegano tecnologie all'avanguardia e manodopera a basso costo, hanno spinto la classe dominante a rescindere l'accordo tacito con i leader del movimento sindacale statunitense. I governanti hanno unilateralmente rinnegato il loro impegno a "condividere" i frutti del lavoro e hanno invece scatenato una guerra a tutto campo contro i sindacati, insistendo che questi ultimi dovessero rinunciare ai vantaggi precedentemente ottenuti per migliorare la competitività statunitense. Ancora oggi, pochi leader sindacali ammetteranno che sono stati traditi dai loro ex "soci". Senza immaginazione e senza ideologia, i leader sindacali statunitensi continuano a supplicare i loro "partner" a trovare un qualche accordo, una qualche disponibilità a tornare alla contrattazione benigna.

L'eccellente studioso della storia del movimento sindacale, Roger Keeran, spiega questa evoluzione della UAW come segue: il picco dell'assalto anticomunista contro il movimento sindacale si è verificato nel 1947 con la Legge Taft-Hartley e nel 1948-1949 con l'espulsione dal CIO dei cosiddetti sindacati rossi. Quindi, cosa è successo da allora e fino alle prime significative concessioni da parte della UAW al tavolo delle trattative negli anni 1980? Naturalmente le perdite subite dal sindacato sono state causate principalmente dalle espulsioni della Guerra Fredda e dall'anticomunismo, ma occorre considerare alcuni altri fattori. Per quasi 30 anni, le tre grandi aziende automobilistiche non avevano una concorrenza seria, e quindi potevano aumentare i salari e i benefici a favore degli operai scaricandone il costo sui consumatori. La situazione cambia con la concorrenza da parte di produttori di auto giapponesi ed europei, che alla fine degli anni '70 avevano ricostruito le loro fabbriche devastate dalla seconda guerra mondiale e cominciavano a farsi strada nel mercato statunitense. In secondo luogo, per anni la UAW e gli altri sindacati si sono appropriati della reputazione e delle vittorie degli anni combattivi. Ma i militanti precedenti, anche quelli non comunisti, sono stati sostituiti da leader senza esperienza e senza il minimo desiderio di lotta. Per un po', questi leader sono stati in grado di estrarre dei conigli dal cappello rinunciando ad alcune conquiste conseguite in passato in cambio di modesti aumenti salariali. Ben presto sono rimasti senza cappelli.

Molti commentatori riconoscono questa guerra di classe unilaterale, ma pochi identificano la causa nel tradimento della lotta di classe indotto dalla perfidia della guerra fredda.

L'altro lato della medaglia

La collaborazione di classe generata dalle purghe maccartiste ha creato un altro effetto collaterale velenoso: la fedeltà non corrisposta del movimento operaio verso il Partito Democratico. Prima delle purghe, il nucleo di sinistra del sindacalismo industriale ha avuto un rapporto stretto, ma critico con il Partito Democratico. I nuovi sindacati industriali hanno svolto un ruolo importante nel rilancio del Partito Democratico nelle aree urbane, fornendo le truppe e l'organizzazione che hanno consentito ai Democratici di tornare al potere, sotto l'opportunità offerta dalla bandiera del New Deal. In una certa misura, i Democratici del New Deal riconoscevano il loro debito nei confronti del lavoro organizzato e molto spesso hanno risposto con programmi favorevoli, a grande linee, al movimento operaio.

Il tradimento da parte della classe dirigente del tacito accordo del dopoguerra, ha determinato un tradimento simile del movimento sindacale da parte del Partito Democratico. Con l'elezione di Barack Obama è rimasto solo un ristretto drappello di leader del Partito Democratico che porta avanti la prospettiva del New Deal. Il poco rispetto mostrato dai Democratici verso il movimento sindacale e i suoi programmi è puramente formale.

Eppure i sindacalisti ai vertici delle organizzazioni dei lavoratori, continuano la farsa di una partnership con il capitale e con il Partito Democratico. Difendono l'imperativo della "competitività" delle grandi aziende generosamente sacrificando i salari e i benefici della base; donano milioni di dollari di risorse collettive degli iscritti per rieleggere candidati Democratici che disprezzano le esigenze dei lavoratori.

Abbiamo un disperato bisogno di un movimento sindacale combattivo, più grande e più militante di quello che abbiamo ereditato. Chiaramente la concertazione ha prodotto un movimento senza denti, in calo e allo sbando. Senza una nuova direzione, non ci sarà bisogno di un sindacato come la UAW che promettere ai lavoratori soltanto quanto conseguono i lavoratori non sindacalizzati del settore, che non forgiano alleanze radicali, non costituiscono una guida indipendente e non offrono alcuna speranza per un vero cambiamento.

Ma la storia dimostra che ci sono alternative. La storia della UAW, del CIO e i suoi predecessori mostrano ciò che pochi organizzatori e leader determinati possono realizzare. La storia dimostra che cosa può significare nella lotta per il cambiamento, un movimento sindacale militante, con coscienza di classe, schierato dalla parte dei lavoratori.

Ringrazio Roger Keeran per i suoi utili commenti alla prima stesura di questo testo.

Zoltan Zigedy


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