www.resistenze.org - proletari resistenti - salute e ambiente - 19-06-18 - n. 677

Diffusione della droga e sfruttamento

Scintilla | piattaformacomunista.com

giugno 2018

In Italia, come nei maggiori paesi capitalisti, le droghe sono sempre più un subdolo strumento di corruzione della coscienza e di degradazione dello spirito e del fisico dei lavoratori e della gioventù proletaria.

Le statistiche e gli studi medici dei servizi sanitari pubblici evitano di individuare nelle condizioni attuali di sfruttamento l'origine di questa insidia antipopolare e si limitano alla constatazione che ad essere insidiati sono sempre più operai, autisti, manovali e altre categorie di salariati, oltre che le nuove generazioni.

L'unico documento ufficiale esistente oggi - la Relazione sullo stato delle tossicodipendenze in Italia che il Dipartimento per le Politiche antidroga, ogni anno, sottopone al Parlamento - non fa alcuna distinzione tra gli utilizzatori di sostanze psicotrope sulla base del mestiere e della professione, o dello stato di disoccupazione.

La sociologia borghese liquida le radici sociali dell'uso delle droghe (e degli psicofarmaci), vuole ridurre il problema alla cosiddetta liberalizzazione, alla libera scelta individuale.

L'equivoca demagogia sociale che si dichiara difenditrice delle virtù del popolo confonde ad arte motivi e cause della diffusione delle droghe.

Se l'ipocrisia ufficiale non vuole riconoscere il motivo ultimo per il quale tanti proletari fanno uso di stupefacenti, la lotta al consumo di alcol, droghe e medicinali da parte dei lavoratori non è neanche all'ordine del giorno delle burocrazie sindacali.

Seppure in qualche "settimana della sicurezza" si distribuiscono opuscoli e si preparano convegni, ciò avviene fondamentalmente allo scopo di millantare una presenza attiva a fianco dei lavoratori dei funzionari che trafficano con i corsi di formazione per la sicurezza.

Solo nella situazione materiale dello sfruttamento capitalistico possiamo trovare le cause che spingono lavoratori e disoccupati a consumare queste sostanze e nella stessa società capitalista l'origine della forza distruttiva che punta a piegare moralmente e fisicamente la classe operaia. Oggi sono semplicemente aumentate le sostanze a disposizione per fiaccare lo spirito rivoluzionario della classe operaia e delle masse della gioventù.

Tutte le lusinghe, tutte le possibili tentazioni si uniscono per spingere i proletari a provare le sostanze psicotrope e il marketing illegale può mettergliele a portata di mano. È dunque dalle file stesse degli operai delle industrie, dei salariati agricoli stagionali, dei conducenti delle aziende di trasporto, dei manovali edili, dei lavoratori ammassati nei poli logistici, dei giovani senza lavoro, che deve levarsi l'accusa contro lo sfruttamento che induce all'uso di psicofarmaci e stupefacenti per "per poter reggere la tensione e lo stress", per "mantenere il ritmo", per sopportare l'esclusione sociale ed evitare la completa disperazione.

In particolare, la denuncia dell'assunzione di droghe da parte degli operai, specie dei giovani operai, per sopportare la fatica, i ritmi disumani e il clima da caserma che c'è in fabbrica, deve diventare un argomento della lotta generale per la difesa dell'integrità fisica e morale della classe operaia e delle altre masse lavoratrici, contro la violenza esercitata dal capitalismo su di esse.

Non è più possibile parlare di un vizio del quale si debba rendere responsabile il vizioso, quando il fenomeno dell'assunzione di sostanze stupefacenti diviene la conseguenza necessaria e inevitabile di determinate condizioni nei confronti di proletari che, almeno riguardo a queste condizioni, sono privi di volontà.

In simili circostanze, esiste una necessità fisica e morale per cui tanti sfruttati pensano di avere la possibilità di poter dimenticare nell'alienazione del fumo, delle polveri e delle pasticche l'alienazione nella produzione, la miseria e il peso della vita. Per questi operai l'illusione di poter sfuggire alla propria condizione di classe diviene di pari passo la ricerca del mezzo artificiale per sopportare l'abbrutimento, lo sfinimento e la fatica cui sono costretti dallo sfruttamento capitalistico.

La legge generale della produzione capitalistica - racchiusa nella formula del massimo profitto realizzato con lo sfruttamento sempre più massiccio e intensivo del lavoratore - è all'origine di tutti i fenomeni della degradazione e del collasso fisio-psicologico dei lavoratori.

Su tutta la stampa capitalista si diffonde il cinismo degli industriali a proposito dei lavoratori privi di una "morale", nel mentre viene invocata una nuova legislazione con la previsione del loro licenziamento e di un risarcimento per il danno arrecato al buon funzionamento della macchina industriale.

Una legislazione e dei regolamenti aziendali e contrattuali concepiti con l'unico scopo - come già avviene per i lavoratori del trasporto - di additare alla condanna della pubblica morale "il vizioso". Alcuni operai Fiat hanno già sperimentato il licenziamento in tronco per aver fumato spinelli nell'inferno della "fabbrica integrata".

Le richieste presentate qualche tempo addietro dagli industriali ai sindacati ufficiali di poter indagare sulla vita intima degli operai, sul loro comportamento fuori dalla fabbrica, non sono solo una manifestazione del cinismo brutale dei padroni, ma l'espressione di un sistema socio-economico incapace di ogni progresso sociale e umano. Coloro che hanno fatto del lavoratore un puro e semplice oggetto portano tutta la responsabilità della sua degradazione.

I comunisti marxisti-leninisti lottano insieme ai lavoratori sollecitandoli ad imparare, attraverso lo svolgersi stesso delle leggi del capitalismo, che o essi distruggono il capitalismo o saranno essi stessi distrutti.

Nell'odierna società capitalistica, l'insicurezza, le acute tensioni sociali e la degradazione e distorsione dell'attività lavorativa umana si sono accentuate in modo aspro. A così tanta distanza dagli anni in cui Marx ed Engels scrivevano, è una verità dimostrabile che il capitalismo in putrefazione aumenta l'instabilità sociale e peggiora la condizione dell'essere umano.


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