da
Liberazione del 12/02/2006
Alessandro Vaia:
una vita dedicata al socialismo
di I compagni comunisti del Centro Culturale “Concetto Marchesi” Milano
Cara “Liberazione”, quindici anni fa ci lasciava per sempre il compagno
Alessandro Vaia, dopo una vita interamente dedicata alla causa della libertà e
del socialismo.
La condanna del tribunale speciale fascista all’età di vent’anni come giovane
comunista, i lunghi anni del carcere nella fortezza di Gaeta, l’esilio in
Francia e gli studi in Urss, l’accorrere da volontario nelle brigate
internazionali in difesa della Repubblica spagnola, il comando della Brigata
Garibaldi, l’internamento nel campo di concentramento del Verner, nel carcere
di Marsiglia, la prigionia nella fortezza di Castre, l’evasione, il rientro
clandestino in Italia dopo l’8 settembre, il comando della divisione partigiana
delle Marche e dopo la liberazione di Roma il suo lungo e avventuroso
attraversamento della linea gotica per rientrare nell’Italia ancora occupata
dai nazifascisti, il 25 aprile a Milano, Commissario del comando della piazza
della città (tutto questo è narrato nel libro autobiografico “Da galeotto a
generale”, narrato con il suo stile modesto e ironico), la vittoria della
Resistenza, la Repubblica, la Costituzione.
Nei decenni che seguirono, come militante e dirigente del Pci, Vaia lavora
senza tregua all’organizzazione del Partito e alla formazione dei suoi quadri,
lavoro che fu importante per lo sviluppo delle grandiose lotte dei lavoratori e
per le conquiste di nuovi diritti civili e sociali. Furono quelli anche gli
anni della guerra fredda sfociati nel dramma dei paesi socialisti. Dopo il
deprecato scioglimento del Pci, si erano create le condizioni per la nascita
del movimento per la costruzione di Rifondazione Comunista, cui Vaia aveva
dedicato le sue ultime energie. Nei momenti difficili che stiamo attraversando,
è tuttora viva la presenza di uomini come lui a fianco di tutti coloro che si
stanno battendo contro la distruzione, messa in atto dalle destre reazionarie del
nostro Paese, della nostra Costituzione e dello stato sociale.
Lo ricordiamo insieme alla famiglia per gli insegnamenti e l’amore ricevuti e
per quanto ha saputo dare come comunista e come uomo della Resistenza.
I compagni comunisti del Centro Culturale “Concetto Marchesi” Milano