www.resistenze.org - materiali resistenti in linea - iper-classici - 29-12-14 - n. 525

Per illustrare la parola d'ordine della guerra civile

Lenin | Sotsial-Demokrat n. 40 in Opere Complete, vol. 21, pag 160, Editori Riuniti
Trascrizione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/03/1915

L'8 gennaio (nuovo calendario) da Berlino veniva comunicato ai giornali svizzeri: «Negli ultimi tempi i giornali hanno più volte pub­blicato notizie di pacifici tentativi di ravvicinamento fra le trincee te­desche e francesi. La Tagliche Rundschau comunica che un ordine del­l'esercito del 29 dicembre proibisce la fraternizzazione e in generale ogni avvicinamento col nemico nelle trincee; la violazione di quest'or­dine sarà punita come alto tradimento».

Dunque, la fraternizzazione e i tentativi di avvicinamento sono un fatto. Il comando militare della Germania se ne preoccupa, dunque gli attribuisce un serio significato. Il giornale operaio inglese Labour leader del 7 gennaio 1915 riporta una serie di citazioni tratte da gior­nali borghesi inglesi che attestano casi di fraternizzazione fra soldati in­glesi e tedeschi, che hanno organizzato per Natale un «armistizio di quarant'otto ore», si sono amichevolmente incontrati a metà strada fra le due trincee, ecc. Il comando militare britannico ha proibito la fra­ternizzazione con un ordine speciale.

E intanto sulla stampa gli oppor­tunisti socialisti e i loro difensori (o servi?) cercavano (come Kautsky) di persuadere gli operai - con aria di sufficienza e con la tranquilla consapevolezza che la censura militare li avrebbe protetti da ogni smentita - che gli accordi fra i socialisti dei paesi belligeranti per un'azione contro la guerra erano impossibili (espressione letterale di Kautsky nella Neue Zeit)!!

Immaginate che Hyndman, Guesde, Vandervelde, Plekhanov, Kautsky, ecc., invece di dedicarsi, come fanno adesso, alla complicità con la borghesia, avessero costituito un comitato internazionale di agi­tazione per la «fraternizzazione e i tentativi di ravvicinamento» fra i socialisti dei paesi belligeranti, sia «nelle trincee», sia nell'esercito in generale.

Quali sarebbero stati i risultati dopo alcuni mesi, se adesso, a sei mesi dall'inizio della guerra, contro la volontà di tutti i papaveri, i capi e le stelle di prima grandezza, che hanno tradito il socialismo, si sviluppa dappertutto

l'opposizione contro coloro che hanno votato i crediti e contro i cacciatori di poltrone ministeriali, mentre il co­mando militare minaccia la pena di morte per la «fraternizzazione»!

«Praticamente la questione è una sola: la vittoria o la sconfitta del proprio paese», scriveva il servo degli opportunisti Kautsky, al­l'unisono con Guesde, Plekhanov e soci. Si, se si dimentica il socia­lismo e la lotta di classe, questo è vero. Ma se non si dimentica il socialismo, questo è falso: c'è un'altra questione pratica.

Perire nella guerra fra gli schiavisti, restando uno schiavo cieco e impotente, o perire compiendo dei «tentativi di fraternizzazione» fra gli schiavi per rovesciare la schiavitù?

Ecco qual è, in realtà, la questione «pratica».

Sotsial-Demokrat, n. 40, 29 marzo 1915.


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