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- materiali resistenti in linea - iper-classici - 09-09-11 - n. 376
da Mao Tse Tung, Scritti filosofici, La città del sole, Napoli, pag 135-136
trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare in occasione dell'anniversario della morte di Mao Tse Tung (09/09/1976)
Mao Tse Tung
1963
Da dove provengono le idee giuste? *
Da dove provengono le idee giuste degli uomini? Cadono dal cielo? No. Sono innate? No.
Esse provengono dalla pratica sociale e solo da questa. Provengono da tre tipi di pratica sociale: la lotta per la produzione, la lotta di classe e la sperimentazione scientifica.
E' l’essere sociale dell’uomo che determina il suo pensiero. Una volta assimilate dalle masse, le idee giuste, proprie della classe avanzata, si trasformano in una forza materiale capace di cambiare la società e il mondo. Nella loro pratica sociale gli uomini si impegnano in vari tipi di lotta e acquistano una ricca esperienza, sia dai successi che dagli insuccessi.
Innumerevoli fenomeni del mondo oggettivo esterno si riflettono nel cervello dell’uomo attraverso i cinque sensi: vista, udito, odorato, gusto e tatto. All’inizio la conoscenza è percettiva. Quando si sono accumulate sufficienti conoscenze percettive, si verifica un salto: la conoscenza percettiva si trasforma in conoscenza razionale, cioè in pensiero. Questo è un processo della conoscenza. E' la prima fase nell’intero processo della conoscenza, è la fase che va dalla materia, oggettiva, allo spirito, soggettivo, dall’essere al pensiero. In questa fase non è stato ancora provato se lo spirito, o pensiero (che include teorie, politica, piani e metodi) rifletta correttamente le leggi del mondo oggettivo esterno; non è ancora possibile stabilire se esso sia o no giusto.
Segue la seconda fase del processo della conoscenza, la fase che va dallo spirito alla materia, dal pensiero all’essere, in cui si applica alla pratica sociale la conoscenza acquisita durante la prima fase per verificare se le teorie, la politica, i piani e i metodi raggiungono i risultati previsti. In generale è giusto ciò che riesce, sbagliato ciò che fallisce; questo è vero soprattutto nella lotta dell’uomo contro la natura. Nella lotta sociale le forze che rappresentano la classe avanzata subiscono a volte delle sconfitte non perché le loro idee siano sbagliate, ma perché, nel rapporto delle forze in lotta, esse sono temporaneamente meno potenti delle forze della reazione; possono essere quindi temporaneamente sconfitte, ma finiranno sempre per trionfare.
Attraverso la prova della pratica, la conoscenza dell’uomo compie un altro salto, ancora più importante del precedente. Solo questo salto, in effetti, può dare la prova della validità del primo, può cioè provare se le idee, le teorie, la politica, i piani, i metodi, ecc., elaborati nel corso del processo di riflessione del mondo oggettivo esterno, siano o no giusti. Non vi sono altri mezzi per provare la verità.
Per il proletariato, lo scopo di conosce il mondo è trasformarlo, al di fuori di questo non ce n'è altro. Spesso si può giungere a una conoscenza giusta solo dopo molte ripetizioni del processo che comporta il passaggio dalla materia allo spirito, poi dallo spirito alla materia, cioè dalla pratica alla conoscenza, poi dalla conoscenza alla pratica.
Questa è la teoria marxista della conoscenza, la teoria dialettico-materialista della conoscenza. Attualmente molti fra i nostri compagni non comprendono ancora questa teoria della conoscenza. Se chiedete loro da dove provengono le loro idee, opinioni, politica, metodi, piani e conclusioni, discorsi e articoli prolissi, trovano la domanda bizzarra e non sanno rispondere. Trovano ugualmente incomprensibile il fenomeno del salto che si verifica di frequente nella vita quotidiana: la trasformazione della materia in spirito e dello spirito in materia.
Per questo dobbiamo insegnare ai nostri compagni la teoria dialettico-materialista della conoscenza, perché possano dare un giusto orientamento al loro pensiero, sappiano condurre inchieste e ricerche, facciano il bilancio delle esperienze, superino le difficoltà, commettano meno errori, lavorino bene, lottino con impegno per costruire un paese socialista grande e potente e infine aiutino le larghe masse dei popoli oppressi e sfruttati del mondo per adempiere il nostro grande dovere internazionalista.
* Estratto da "I dieci punti" - Risoluzione del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (1963)
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