www.resistenze.org - osservatorio - della guerra - 17-11-19 - n. 729

Applicazioni militari dell'intelligenza artificiale

Ana Katia Rodríguez Pérez | alainet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/11/2019

La lotta per la superiorità tecnologica gioca un ruolo fondamentale nella disputa per l'egemonia mondiale tra Stati Uniti, Cina e Russia, dove l'intelligenza artificiale (IA), l'apprendimento automatico e la guida autonoma sono diventati campi strategici per la supremazia in guerra Ottenendo il controllo della tecnologia, viene definita la capacità egemonica dei capitali e degli Stati, essendo uno strumento essenziale della concorrenza. In questo modo la ricerca della superiorità nell'intelligenza artificiale sta alimentando una corsa agli armamenti in cui si cerca di sviluppare applicazioni tecnologiche che conferiscano un vantaggio sugli avversari e concorrenti in vari settori bellici (Hoadley, 2019: 34).

La prima definizione di intelligenza artificiale fu coniata da John McCarthy nel 1956, che a partire da un progetto chiamato Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence cercò di sviluppare alcuni concetti intorno a quelle che lui e i suoi collaboratori consideravano essere thinking machines o macchine pensanti. Attualmente le definizioni si concentrano sul fatto che l'IA è un sottocampo informatico che cerca di imparare come le macchine possano imitare l'intelligenza umana (Marr, 2018). In questo senso l'intelligenza artificiale è la ricerca di compiti generalmente riservati alla cognizione umana, come riconoscere modelli, prevedere risultati e prendere decisioni complesse (Lee, 2018).

Tuttavia va notato che si tratta di una tecnologia che elabora una grande quantità di informazioni su un settore specifico al fine di prendere una decisione in un determinato caso sulla base di un obiettivo particolare. Cioè, l'intelligenza artificiale funziona su domini unici, quindi non è in grado di generalizzare le informazioni o avere buon senso. Pertanto, dove l'IA può avere difficoltà è quando incontra una situazione al di là della sua esperienza o del modello appreso, dal momento che potrebbe avere difficoltà a pensare oltre il suo database o la sua programmazione. Inoltre, l'IA ha bisogno di un obiettivo per funzionare, quindi diventa necessario mantenere una collaborazione tra uomo e macchina per svolgere i propri compiti. In questo modello di lavoro di squadra, gli esseri umani determinano gli obiettivi e forniscono creatività, mentre l'IA fornisce esperienza autodidatta, capacità prognostiche ed efficacia (Cain, 2017: 33).

Per raggiungere il loro biettivo, è necessario utilizzare algoritmi che consentano ai computer di percepire e interpretare il mondo per prendere decisioni da soli. Questo risultato è stato ottenuto grazie allo sviluppo dell'apprendimento profondo, un modello ispirato al cervello umano, in cui le reti di sistema sono programmate da esseri umani, da grandi quantità di dati catalogati. In questo modo usano ciò che hanno appreso per selezionare matematicamente determinati dati, riconoscere modelli all'interno della grande quantità di informazioni e sviluppare compiti in modo più efficiente (Lee, 2018). Per svolgere la loro analisi, sono necessari grandi set di dati per programmarli e una grande capacità computazionale per elaborarli, in modo che le informazioni, la creazione di infrastrutture e lo sviluppo di algoritmi diventino fattori strategici per la guerra (The Economist, 2018a) .

In questo senso un considerevole gruppo di esperti sottolinea che l'IA ha il potenziale per cambiare la natura stessa della guerra (The Economist, 2018a). I sostenitori di questa posizione sostengono che il mondo è passato dall'era industriale della guerra, all'era dell'informazione in cui la raccolta, l'analisi e la diffusione dei dati saranno l'aspetto più importante nelle operazioni di combattimento (Hoadley , 2019: 35). Nel tentativo di mantenere la superiorità tecnologica, diventa rilevante la capacità di raccogliere e interpretare le informazioni in tempo reale, laddove la supremazia in questo campo si traduce in potenza di combattimento, da una migliore reazione a qualsiasi situazione che può essere affrontata (Ceceña , 2006: 18). È così che Stati Uniti, Cina e Russia hanno iniziato a sviluppare progressi nell'intelligenza artificiale con applicazioni militari.

Con IA: decisioni e risposte più rapide

Nel 2014, il Pentagono ha annunciato la Third Offset Strategy, che cerca di riguadagnare un vantaggio militare sfruttando una serie di tecnologie, tra cui intelligenza artificiale, sistemi autonomi, robotica e big data, attraverso i quali agire in modo più veloce ed efficace (The Economist, 2018b). Al contrario nel 2017 la Cina ha lanciato il suo Piano di sviluppo d'intelligenza artificiale di nuova generazione, che incorpora l'IA come tecnologia trasformativa che sosterrà le potenze economiche e militari, usando una strategia di fusione militare-civile. Da parte sua, Vladimir Putin ha stabilito che l'intelligenza artificiale è il futuro e chiunque diventerà il leader in questo ambito diventerà il sovrano del mondo (The Economist, 2018a). Sebbene gli Stati Uniti abbiano un notevole vantaggio tecnologico, la Cina sta cominciando a posizionarsi come un vero concorrente di fronte ai progressi degli Stati Uniti, mentre la Russia continua a rimanere indietro in questa disputa.

Pertanto, l'IA viene incorporata nella guerra attraverso applicazioni relative alle operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione, nonché nei processi logistici e decisionali, operazioni di cyberspazio e informazione, comando e controllo, veicoli semi-autonomi e autonomi e sistemi di armi letali autonomi ((LAWS l'acronimo inglese) (Hoadley, 2019: 9). Inoltre, il potenziale impatto che l'IA avrà sul futuro della guerra sarà funzione di diversi fattori, tra cui il tasso di investimento commerciale, la spinta a competere con i rivali internazionali, la capacità della comunità di ricerca di avanzare nel campo dell'IA, l'atteggiamento generale dell'esercito nei confronti della sua applicazione nelle operazioni di guerra e lo sviluppo di concetti specifici da utilizzare in combattimento (Hoadley, 2019: 34).

In questo modo, dallo sviluppo e dall'implementazione di questa tecnologia, uno Stato sarà in grado di ottenere un vantaggio informativo e temporaneo con il quale avrà una migliore comprensione dei fattori che influenzano un ambiente strategico e sarà in grado di generare risposte quasi istantaneamente contro le operazioni dei suoi avversari. La capacità di automatizzare l'analisi dei dati su più domini consentirà di accorciare il processo decisionale e faciliterà la capacità di risposta ad eventi in cui gli umani non possono reagire abbastanza rapidamente, come nel caso di un attacco informatico o dispiegamento di missili supersonici. In particolare nella guerra cibernetica, i sistemi di intelligenza artificiale vengono utilizzati in base alla ricerca di vulnerabilità nella rete per attaccare, in modo che la progettazione di software con capacità di autonomia possa imparare dagli attacchi per avvisare i pianificatori quando le ipotesi non sono più valide o se esiste un'opportunità per migliorare i piani e generare una risposta migliore (The Economist, 2018a).

Veicoli e armamenti autonomi

I veicoli semi-autonomi e autonomi sono un altro campo in cui l'IA può essere applicata in guerra, dove i veicoli possono percepire l'ambiente, riconoscere gli ostacoli, unire i dati, pianificare la navigazione, comunicare con altri veicoli, interferire con le minacce elettroniche e portare armi (Hoadley, 2019: 12-13). Allo stesso modo, l'uso dell'intelligenza artificiale in questo settore ha introdotto contemporaneamente il dispiegamento di veicoli autonomi, comunemente noto come swarm o sciame, al fine di sopraffare le difese del nemico e generare una maggiore coordinazione, intelligenza e velocità in guerra (The Economist, 2018a). Nel caso di sistemi d'arma letale autonomi o di "robot Killer", l'IA consentirà la creazione di sistemi in grado di identificare un bersaglio e prendere decisioni indipendenti sull'attacco e la distruzione di quel nemico. Tuttavia la sua applicazione ha presentato importanti problemi etici, legali, politici e pratici in cui si mette in discussione l'autonomia di questa innovazione e la sua capacità di uccidere.

In questo modo, l'emergere dell'intelligenza artificiale ha implicato lo sviluppo di molteplici innovazioni che ne hanno consentito l'applicazione in diversi campi militari, avendo un impatto importante sul riposizionamento tecnologico necessario per la supremazia di guerra. Tuttavia la sua applicazione suggerisce alcune domande, in particolare sul modo in cui i conflitti potranno essere combattuti in futuro e su come gli umani dovrebbero interagire con macchine in grado di avere vari gradi di autonomia. Pertanto vi è un ambiente di incertezza in cui è possibile nascano dei rischi legati alla capacità delle macchine di operare senza la supervisione umana, minacciando tutte le condizioni di vita.

Ana Katia Rodríguez Pérez ha conseguito la laurea in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali (FCPyS) dell'UNAM ed è membro del progetto PAPIIT Economia e Guerra nel 21° secolo di OLAG (UNAM).

Fonti consultate:

Cain, C. B. (2017), "Go and Artificial Intelligence: Potential for Strategic Decision-Making" en Samuel R. White Jr., Closer Than You Think: The Implications of the Third Offset Strategy for the U.S. Army, Estados Unidos: Strategic Studies Institute y U.S. Army War College Press.

Ceceña, A. E. (2006), "Sujetizando el objeto de estudio, o de la subversión epistemológica como emancipación" en Ana Esther Ceceña (comp.), Los desafíos de las emancipaciones en un contexto militarizado, Buenos Aires: CLACSO.

Hoadley, D. S. (2019), Artificial Intelligence and National Security, Estados Unidos: Congressional Research Service.

Lee, Kai-Fu (2018), "The Four Waves of A.I." [en línea], Fortune, 22 de octubre.  Disponible en: https://bit.ly/2nSqFnX [Consultado: 13 de agosto de 2019].

Marr, B. (2018), "The Key Definitions of Artificial Intelligence (AI) That Explains Its Importance" [en línea], Forbes, 14 de febrero.  Disponible en: https://bit.ly/2mg4Qyx [Consultado: 11 de agosto de 2019].

The Economist (2018a), "War at hyperspeed.  Getting to grips with military robotics.  Autonomous robots and swarms will change the nature of warfare" [en línea], The Economist, 27 de enero.  Disponible en: https://econ.st/2mpGUZr  [Consultado: 20 de agosto de 2019].

The Economist (2018b), "The new battlegrounds.  The Future of war" [en línea], The Economist, 25 de enero.  Disponible en: https://econ.st/2ng8vwn  [Consultado: 20 de agosto de 2019]


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