Higinio Polo | lahaine.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
21/11/2019
Breve storia della strategia occidentale del bombardamento su vasta scala delle popolazioni civili e delle bugie per giustificarla. Alla fine del 2003 i quotidiani europei riportavano una breve notizia su Milano. Cinquantacinquemila persone erano state evacuate dalle loro case in seguito al ritrovamento di una bomba della Seconda guerra mondiale. Nulla, apparentemente, collegava questa notizia ai bombardamenti in Iraq, che erano iniziati il 20 marzo dello stesso anno, ma i fatti avevano un punto in comune: a sessant'anni di distanza, in entrambi gli episodi erano stati protagonisti degli aerei statunitensi che avevano preso di mira le città, senza badare alle conseguenze per la popolazione civile.
In Iraq una pioggia infernale di missili Tomahawks prima e di attacchi aerei di caccia bombardieri dopo, progettati per l'operazione Shock & Awe (colpisci e terrorizza) hanno lanciato migliaia di bombe sulle città di Baghdad, Kirkut, Bassora, Tikrit, Mosul. I piloti nordamericani hanno effettuato più di mille voli al giorno per bombardare, per cinque giorni di fila, edifici ufficiali, caserme, infrastrutture, centrali elettriche, centri di trattamento dell'acqua, quartieri. Poi i bombardamenti continuarono: era la nuova tattica che le truppe di occupazione nordamericane avevano sviluppato contro la resistenza irachena dopo la sconfitta di Saddam Hussein.
* * *
Il generale italiano Giulio Douhet pubblicò nel 1921 un libro, Il dominio dell'aria, dove sviluppò l'utilità dell'aviazione e dei bombardamenti per spezzare la resistenza del nemico, utilizzando la paura, la distruzione, la disorganizzazione della struttura economica e il crollo della produzione. Qualche anno prima, coinvolto nella grande guerra, Douhet aveva partecipato in Libia ai combattimenti contro il Turco: lì ebbe luogo il primo bombardamento aereo della storia. Poco dopo ci sono i bombardamenti sulla popolazione civile, che vanno a ingrossare l'infamia dei crimini di guerra. Nel 1925, in quel nord africano, gli aerei spagnoli bombardavano i souk pieni di gente, come a Beni Ider e i piloti americani arruolati nelle forze francesi facevano lo stesso lanciando le loro bombe sulla popolazione civile di Xauen: secondo Sven Lindqvist non c'erano uomini in età militare, solo donne e bambini.
Da allora la possibilità di schiacciare con i bombardamenti, nemici e avversari, guerre o rivolte e proteste, è stata una costante e gli Stati Uniti sono diventati un applicato e feroce seguace delle tesi del generale Douhet. Con la complicità, la menzogna o il silenzio dei media, gli Stati Uniti hanno continuato a bombardare paesi, devastare territori, seminare morte sul pianeta.
Poiché gli Stati Uniti non sono solo l'unico paese nella storia ad aver usato bombe nucleari contro civili, ma sono anche l'unico paese che ha bombardato decine di paesi in tutti i continenti della terra, tranne che nella disabitata Antartide e nella loro alleata Australia (Oceania). E l'unico paese che ha usato contro la popolazione civile i tre tipi di armi di distruzione di massa: quelle nucleari, chimiche e batteriologiche. Gli Stati Uniti sono una potenza criminale e gran parte della loro forza risiede nel fatto che continuano a ricorrere alla loro devastante capacità di spazzare via città o paesi dal cielo.
Gli Stati Uniti hanno avuto un precedente maestro: nei primi decenni del XX secolo, la Gran Bretagna ha bombardato lo Yemen, il Kenya, la Malesia e altri paesi per schiacciare rivolte, guerriglie e rivoluzioni. In Kenya, tra il 1952 e il 1960, i britannici convinsero il mondo che durante la "ribellione del mau mau" combattevano "feroci assassini neri" e non contadini a cui avevano rubato le terre: la RAF lanciò decine di migliaia di tonnellate di bombe e bombardamenti e massacri uccisero quasi centomila kenioti, mentre altre decine di migliaia di persone furono rinchiuse nei campi di concentramento. La Gran Bretagna ha bombardato le popolazioni civili durante gli anni del periodo interbellico, nelle proprie colonie in Africa e in Iraq.
W. G. Sebald parla, nel suo libro sulla Storia naturale della distruzione, dei terribili bombardamenti britannici e nordamericani sulla Germania durante la Seconda guerra mondiale. I nazisti bombardarono, nel 1940, Londra, Manchester, Birmingham, Coventry e i britannici risposero con bombardamenti su Colonia, Amburgo, Lubecca, Kiel, Stoccarda, Essen, Berlino e tante altre: Arthur Harris e la RAF. Dal 1942, gli americani bombardavano l'Europa, causando enormi perdite civili.
Hitler aveva bombardato Londra, ma poi il diluvio di bombe sulla Germania sarebbe stato devastante fino al momento finale della capitolazione, come documentato minuziosamente da Jörg Friedrich: i britannici e i nordamericani hanno bombardato più di un migliaio di città, causando più di un milione di morti, con 30 milioni di persone colpite dalle bombe.
Era la guerra, ma gli obiettivi non erano sempre militari, bensì la popolazione civile, perché non è lo stesso bombardare una città che si trova in prima linea e spazzare via dal cielo città nelle retrovie. Dresda fu bombardata insieme da britannici e nordamericani: ottantamila persone furono uccise, altre fonti ne portarono 135.000. In Oriente, fu il generale americano Curtis Le May ad organizzare i bombardamenti: il suo piano era di bombardare la popolazione civile per far crollare il Giappone, anche se, per considerazioni di propaganda, parlava di "bombardamenti contro obiettivi strategici".
Era una bugia e i bombardamenti americani uccisero più di un milione di giapponesi, in una fredda contabilità della morte che i generali del Pentagono conoscevano in anticipo: l'orrore, che Akiyuki Nosaka mostrò nella sua desolante La tomba delle lucciole. Il Giappone fascista non è rimasto indietro, anche se non ha bombardato gli Stati Uniti, dove i suoi aerei non potevano arrivare, ma la Cina: infatti, aveva cominciato a bombardare città cinesi già negli anni Trenta: Nanjing, Shanghai, Wuhan, Chongqing.
Gli Stati Uniti lanciarono bombe incendiarie su Tokyo, con il proposito intenzionale di uccidere decine di migliaia di persone. Curtis Le May, dopo aver ordinato il lancio di migliaia di tonnellate di bombe incendiarie e napalm su Tokyo causando più di centomila morti, commentò: "Quando abbiamo dato fuoco alla città, sapevamo che donne e bambini sarebbero morti. Ma doveva essere fatto". La campagna di bombardamenti condotta da Le May mirava a terrorizzare la popolazione civile e dopo la guerra, scommetteva sempre sui bombardamenti, anche atomici, contro l'Unione Sovietica, la Cina o Cuba. Hiroshima, Nagasaki, Dresda, non erano eccezioni, ma la regola. Il suo paese ha premiato l'estrema crudeltà di Le May con onori e distinzioni: per gli Stati Uniti Curtis Le May non era un criminale di guerra, ma un eroe e lo è ancora.
Dopo lo sbarco in Normandia le truppe nordamericane avanzarono combattendo i tedeschi, ma anche bombardando la popolazione civile, che stavano per liberare. La storiografia francese parla di migliaia di vittime causate dai bombardamenti; la cifra di ventimila morti è accettata da tutti e alcuni azzardano cifre più grandi: Jean-Pierre Azéma, per esempio, stima a quasi cinquantamila i morti civili, solo in Normandia, durante l'avanzata delle truppe nordamericane e britanniche.
Attaccavano distruggendo intere città, bombardandole. In una piccola località della Normandia, Saint-Lô, morirono 352 persone il 6 e il 7 giugno 1944, non in combattimento, ma sotto le bombe nordamericane e britanniche: la città fu praticamente distrutta. Lo stesso era accaduto in Italia, quando le truppe statunitensi avanzavano: il quartiere di San Lorenzo a Roma fu completamente distrutto dai bombardamenti nordamericani.
L'evoluzione della Seconda guerra mondiale ha dimostrato al comando militare nordamericano la letale efficacia dei bombardamenti e da allora non hanno cessato di radere al suolo la terra. Nel marzo 1946 (quando all'Unione Sovietica mancavano ancora diversi anni per ottenere la bomba atomica ed essere in condizioni di parità), gli Stati Uniti hanno deciso che il Comando Strategico dell'Aria (Strategic Air Command, SAC) dovesse essere un organismo indipendente dall'esercito e due mesi dopo gli è stato ordinato di preparare un piano per lanciare bombe nucleari ovunque sul pianeta: i principali obiettivi erano città e centri industriali sovietici.
Il SAC controllava i bombardieri strategici e i missili intercontinentali e nel 1992 fu riconvertito nel Comando Strategico degli Stati Uniti (USSTRATCOM), con sede nella stessa base aerea di Offutt, a Omaha, in Nebraska.
Nel novembre 1947 gli Stati Uniti hanno ultimato il loro piano di guerra nucleare Broiler: ventiquattro città sovietiche sarebbero state distrutte con bombe atomiche, programma che è stato sviluppato successivamente con il piano Half Moon del 1948 e con il piano Off Tackle del 1949, dove erano già previste la distruzione di centoquattro città sovietiche. L'URSS non disponeva ancora di armi nucleari e quando le ha avute, a partire dal 1949, è sempre rimasta indietro rispetto ai progetti di bombardamenti atomici americani. La paura delle conseguenze di una guerra nucleare fermò i piani più aggressivi, sebbene generali come MacArthur reclamassero il lancio di bombe atomiche sulla Cina.
Gran parte del pianeta era a un passo dalla distruzione: dal 1961, il Comando Aereo Strategico Americano, SAC, manteneva bombardieri con bombe nucleari che volavano 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, pronti a lanciare il loro fardello contro l'Unione Sovietica, l'Europa socialista e la Cina. Il piano del Pentagono prevedeva di lanciare centosettanta bombe nucleari su Mosca e gli strateghi di Washington avevano calcolato che le loro bombe avrebbero causato la morte di più di quattrocento milioni di persone.
Dopo l'orrore nel Pacifico, arrivò la guerra della Corea e del Vietnam. Nel giugno 1950, il Comando Aereo Strategico Americano si apprestò a bombardare la Corea del Nord. Fu un diluvio di bombe: in tre mesi i bombardieri distrussero tutte le città del nord. Poiché i soldati di Kim Il Sung erano andati a sud per unificare il paese, gli Stati Uniti cominciarono anche a bombardarlo, distruggendo molte città: lanciarono più di un milione di bombe. Per riconquistare Seoul, gli Stati Uniti la bombardarono senza pietà: quando le sue truppe entrarono, tra le rovine della città si accumularono più di cinquantamila cadaveri.
Due anni dopo, William O. Douglas, presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti, visitò la Corea del Sud. Di fronte alla distruzione infernale, ha affermato: "Ho visto città europee devastate dalla guerra, ma non ho mai visto una devastazione come quella che ho trovato in Corea. Città come Seoul sono gravemente danneggiate, ma molte altre, come Chorwon, alla base del Triangolo di Ferro, sono state completamente distrutte. Ponti, ferrovie, dighe… sono stati ridotti in macerie. Miseria, malattie, dolore, sofferenza, fame… Tutto si mescola oltre il comprensibile." Nella guerra di Corea, sono morte cinque milioni di persone; la stragrande maggioranza, civili.
In Vietnam, il Pentagono approvò nel 1965 l'operazione Tuono: ondate di bombardamenti per distruggere sistematicamente il paese. Ma non riuscirono a piegare i vietnamiti. Sembrava impossibile andare oltre, ma lo fecero e arrivò l'inferno: più bombe e napalm, che avevano già usato in Giappone e in Corea. La carica esplosiva lanciata dagli Stati Uniti in Vietnam, Laos e Cambogia durante la guerra fu di otto milioni di tonnellate di bombe, equivalenti a sette bombe per ogni uomo, donna o bambino o a seicento quaranta bombe atomiche come quella di Hiroshima.
Lo scrittore americano Stan Sesser ha scritto sui bombardamenti in Vietnam: "Un bombardiere carico di bombe ogni otto minuti, 24 ore al giorno, per nove anni senza sosta". Durante la guerra del Vietnam, il governo di Washington e i generali del Pentagono non si ritirarono di fronte alle prove della loro inumanità e ricevettero l'aiuto e la comprensione di molti dei loro intellettuali: Samuel Huntington, per esempio, riteneva che i bombardamenti sulla popolazione civile vietnamita fossero il modo migliore per difendere la civiltà occidentale.
La scomparsa dell'Unione Sovietica e la paralisi russa durante l'agghiacciante decennio di Eltsin, ha stimolato l'aggressività americana e i suoi bombardamenti giunti in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, e in molti altri paesi, dallo Yemen al Sudan, dalla Libia alla Somalia. Soltanto sotto la presidenza di Clinton, gli Stati Uniti sono intervenuti ad Haiti, Ruanda, Somalia, Bosnia-Erzegovina, Congo, Iraq, Jugoslavia. Il 23 aprile 1999 la NATO ha bombardato gli uffici televisivi di Belgrado, uccidendo 16 giornalisti e lavoratori. Hanno anche bombardato l'ambasciata cinese, uccidendo tre diplomatici e ferendo altre venti persone.
I bombardamenti sulla piccola Jugoslavia sono durati settantotto giorni, durante i quali le loro bombe hanno ucciso diverse migliaia di persone e causato la distruzione del paese: le perdite sono state stimate in cento miliardi di dollari. Hanno distrutto ponti, impianti di trattamento dell'acqua, fabbriche, centrali elettriche. La loro crudeltà e il loro disprezzo per la popolazione civile sono caratterizzati da massacri come quello del bombardamento di un treno passeggeri nella gola di Grdelica o dal massacro di Korisa, dove un convoglio di profughi kosovari albanesi è stato bombardato dalla NATO, uccidendo più di cento persone. Ma le bombe hanno spesso la compagnia delle menzogne: nonostante le prove della sua autorità, Washington si è rifiutata di riconoscere la sua responsabilità sul massacro di Korisa e ha cercato di incolpare Belgrado per il bombardamento. Quando non aveva altra scelta che riconoscere il bombardamento, la NATO parlò di "errore", di "obiettivo militare legittimo" e continuò a non accettare l'elevato numero di morti.
In Iraq, dopo la grande menzogna delle "armi di distruzione di massa" che si supponevano in possesso del governo di Baghdad, i bombardamenti furono apocalittici: l'invasione americana del 2003 e la guerra e la successiva occupazione militare hanno causato la morte di più di un milione di iracheni. L'Iraq Body Count (IBC), sulla base di notizie provenienti dai media, ha parlato di circa 100.000 civili morti fino a luglio 2010. Da parte sua, nell'ottobre 2006, The Lancet stimava che la guerra in Iraq avesse già causato 655.000 morti; solo nei bombardamenti riteneva che fossero morti 137.000 iracheni. Nel settembre del 2007, un'organizzazione britannica, ORB International, stimava a 1.200.000 i morti causati in Iraq dall'invasione nordamericana.
Da allora, più di quindici anni fa, gli Stati Uniti continuano a bombardare il martirizzato Iraq: solo nei primi tre mesi del 2017, gli Stati Uniti hanno bombardato Iraq e Siria e ucciso quasi duemila civili. Un'indagine di Amnesty International ha rivelato che durante l'offensiva contro la città siriana di Raqqa, i bombardamenti americani hanno lanciato più bombe che altrove dai tempi della guerra del Vietnam: hanno ucciso più di 1.600 persone, tutte civili. I portavoce del Pentagono dichiararono che stavano bombardando l'esercito islamico di Daesh e che si trattava della "più precisa campagna aerea della storia", anche se a volte hanno dovuto riconoscere qualche "errore". Perché la difesa per giustificare bombardamenti e massacri è sempre pronta ed è sempre la stessa: quando c'è un massacro e se la notizia arriva ai mezzi di comunicazione internazionali causando un grande trambusto, gli Stati Uniti dichiarano che apriranno una "commissione d'inchiesta" per chiarire i fatti. Sanno che fermeranno così il primo colpo; poi, la notizia scompare dalla stampa e dalle televisioni, e il mondo dimentica.
In altre occasioni ricorrono direttamente alla menzogna: il 17 marzo 2017, gli Stati Uniti bombardarono un edificio dove si erano rifugiate decine di famiglie, a Mosul, in Iraq, in un feroce massacro, dove morirono più di cento persone. Washington dovette riconoscere che erano stati i suoi aerei i responsabili, ma riuscì ad eludere la propria responsabilità: affermò che le bombe lanciate non erano sufficienti per distruggere l'edificio, né per causare tante vittime, Ma hanno inavvertitamente causato lo scoppio degli esplosivi lasciati lì da Daesh. Era una menzogna grossolana, ma nessuno ricorda più il massacro di Mosul.
Ora, oltre a continuare a utilizzare i bombardieri convenzionali, gli Stati Uniti stanno distruggendo i paesi dalla quiete degli uffici delle loro basi militari. Quando la NATO iniziò la guerra contro la Libia, insieme alla Francia e alla Gran Bretagna, il Pentagono decise di bombardare il paese con i suoi nuovi aerei senza equipaggio, i Predator. Nel 2015 la rivista tedesca Der Spiegel ha rivelato che dal 2013 gli Stati Uniti dirigevano anche attacchi con droni in Medio Oriente, in Afghanistan, Pakistan, Yemen e in Africa dalla base di Ramstein, quartier generale delle forze aeree nordamericane in Europa.
Questi droni, che sono diventati comuni nelle guerre di oggi, sono stati comandati dai militari nordamericani dagli uffici militari del Nevada. Il Pentagono utilizza anche gli apparecchi di sorveglianza Global Hawks, alcuni droni di quasi quattordici metri di lunghezza; e i MQ-1 Predator e MQ-9 Reaper che sono diretti dalla base Creech in Nevada dell'aeronautica, situata a Indian Springs, 50 chilometri a nord di Las Vegas. Non avrebbero potuto battezzare meglio quella base: porta il nome del generale Wilbur L. Creech, un uomo che ha bombardato in molte occasioni la popolazione civile in Corea e poi in Vietnam.
Fino ad oggi: 3 novembre 2010, 15 persone sono state uccise in Pakistan, nella regione settentrionale del Waziristan. Il comando nordamericano non si è nemmeno preoccupato di fornire spiegazioni: il governo pakistano non era a conoscenza dell'attacco e il Pentagono non ha ritenuto necessario giustificare la sua azione, bombarda regolarmente dove vuole. Nel 2011, i droni Predator, controllati dal Nevada con squadre composte per ciascuno da quasi duecento persone, bombardavano la Libia in un'operazione che aveva tutte le caratteristiche di un videogioco: i militari americani che controllano questi droni lo fanno dai loro uffici, tranquillamente, senza affaticamenti e poi tornano a casa; hanno giocato un'altra partita, anche se in essa hanno realmente ucciso esseri umani: è la disumanizzazione del nemico. Non ci sono crimini di guerra, né crudeltà: è solo un gioco a distanza. Il Pentagono ha utilizzato anche questi droni in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Siria, Yemen e in paesi africani come la Somalia e il Sudan.
Anche se la legittimità di queste esecuzioni fredde è stata accettata per essere eseguita nel corso di una guerra (questa è la giustificazione nordamericana: sono immersi in una "guerra globale al terrorismo"), i bombardamenti americani spesso uccidono civili innocenti. In questa costante contabilità della morte, gli Stati Uniti hanno sempre fatto ricorso alle bugie. Francis Patrick Matthews, che Truman ha nominato segretario della Navy, ha detto che il suo paese deve essere disposto a fare qualsiasi cosa per mantenere la pace, anche iniziare una guerra. Matthews credeva che fosse dovere degli Stati Uniti essere "aggressori per la pace".
Quando Truman ordinò di sganciare le bombe su Hiroshima e Nagasaki, molti americani credevano che il fungo nucleare fosse la nuova statua della libertà e il suo governo difese l'Olocausto atomico per "raggiungere la pace", perché ai generali del Pentagono non sono mai tremate le mani mentre progettavano scenari horror e per molti decenni le bugie hanno accompagnato le bombe.
Seita, il bambino che muore come un cane abbandonato alla stazione di Kobe Sannomiya in Giappone terrorizzato dopo la guerra, descritto da Akiyuki Nosaka, sente il fragoroso ronzio degli squadroni nordamericani e vede le macchie nere cadere su di lui: è la pioggia lanciata dagli aerei, pensa, afferrato dal panico. Era la pioggia nera dei bombardamenti, il sudario che gli Stati Uniti continuano a gettare sul mondo.
El Viejo Topo
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.