Benjamin Norton * | blackagendareport.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
21/09/2022
Gli Stati Uniti hanno interferito negli affari di altre nazioni fin dal 1798, con più di 250 interventi militari solo negli ultimi 30 anni
Gli Stati Uniti hanno effettuato ben 251 interventi militari tra il 1991 e il 2022.
Questo secondo un rapporto del Congressional Research Service, un'istituzione governativa statunitense che raccoglie informazioni per conto del Congresso.
Il rapporto documenta altri 218 interventi militari statunitensi tra il 1798 e il 1990.
In totale sono 469 gli interventi militari statunitensi dal 1798 riconosciuti dal Congresso.
Questi dati sono stati pubblicati l'8 marzo 2022 dal Congressional Research Service (CRS), in un documento intitolato "Instances of Use of United States Armed Forces Abroad, 1798-2022". L'elenco dei Paesi presi di mira dalle forze armate statunitensi comprende la stragrande maggioranza delle nazioni del pianeta, tra cui quasi tutti i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi e la maggior parte del continente africano.
Secondo il CRS, dall'inizio del 1991 all'inizio del 2004, l'esercito statunitense ha lanciato 100 interventi. Il numero è salito a 200 interventi militari tra il 1991 e il 2018.
Il rapporto mostra che, dalla fine della prima guerra fredda nel 1991, al momento dell'egemonia unipolare degli Stati Uniti, il numero di interventi militari di Washington all'estero è aumentato sostanzialmente. Su un totale di 469 interventi militari all'estero documentati, il Congressional Research Service ha rilevato che il governo statunitense ha dichiarato formalmente guerra solo 11 volte, in sole cinque guerre separate. I dati escludono la guerra d'indipendenza tra i coloni americani e l'impero britannico, qualsiasi intervento militare tra il 1776 e il 1798 e la guerra civile statunitense.
È importante sottolineare che tutti questi numeri sono stime prudenti, perché non includono le operazioni speciali degli Stati Uniti, le azioni segrete o gli impieghi interni.
Il rapporto del CRS chiarisce che:
"L'elenco non include le azioni segrete o i numerosi casi in cui le forze statunitensi sono state dislocate all'estero dalla Seconda Guerra Mondiale in forze di occupazione o per la partecipazione a organizzazioni di sicurezza reciproca, accordi di base o operazioni di routine di assistenza militare o di addestramento".
Il rapporto esclude anche il dispiegamento delle forze militari statunitensi contro le popolazioni indigene, quando queste venivano sistematicamente fatte oggetto di pulizia etnica nel violento processo di espansione coloniale verso ovest.
Il CRS ha riconosciuto di aver tralasciato "l'uso continuo di unità militari statunitensi nell'esplorazione, nella colonizzazione e nella pacificazione della parte occidentale degli Stati Uniti". Il Military Intervention Project del Center for Strategic Studies della Tufts University ha documentato un numero ancora maggiore di ingerenze straniere.
"Gli Stati Uniti hanno intrapreso oltre 500 interventi militari internazionali dal 1776, di cui quasi il 60% tra il 1950 e il 2017", ha scritto il progetto. "Inoltre, oltre un terzo di queste missioni è avvenuto dopo il 1999". Il Military Intervention Project ha aggiunto: "Con la fine dell'era della Guerra Fredda, ci saremmo aspettati che gli Stati Uniti diminuissero i loro interventi militari all'estero, ipotizzando una diminuzione delle minacce e degli interessi in gioco. Ma questi modelli rivelano il contrario: gli Stati Uniti hanno aumentato il loro impegno militare all'estero".
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su multipolarista
*) Benjamin Norton è giornalista, scrittore e regista. È fondatore e redattore di Multipolarista e vive in America Latina.
