www.resistenze.org - osservatorio - della guerra - 18-10-22 - n. 844

Perché non abolire semplicemente la NATO?

Rodrigue Tremblay * | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura di Enzo Pellegrin

18/10/2022

Premessa del traduttore: Questo articolo incisivo e tempestivo del professor Rodrigue Tremblay è stato pubblicato da Global Research dodici anni fa, nell'agosto 2008, ed è di sconcertante attualità, oltre a delineare momenti politici e tappe temporali importanti per comprendere le ragioni della nascita della guerra in Ucraina e dei conflitti inter imperialisti.  Costruiamo un consenso per la pace nel mondo: Abolire la NATO.

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L'obiettivo della NATO è "tenere i russi fuori, gli americani dentro e i tedeschi a terra". Lord Ismay, primo segretario generale della NATO

"Dovremmo convocare immediatamente una riunione del Consiglio Nord Atlantico per valutare la sicurezza della Georgia e rivedere le misure che la NATO può adottare per contribuire a stabilizzare questa situazione molto pericolosa". Sen. John McCain, (8 agosto 2008)

"Se avessimo lavorato preventivamente con la Russia, con la Georgia, assicurandoci che la NATO avesse il tipo di capacità, la presenza e l'impegno, forse avremmo potuto evitare tutto questo" [l'invasione dell'Ossezia da parte della Georgia e la successiva risposta russa]. Tom Daschle, ex leader della maggioranza del Senato e consigliere del Sen. Barack Obama, (17 agosto 2008)

"Di tutti i nemici della libertà pubblica, la guerra è forse il più da temere perché comprende e sviluppa il germe di ogni altro". James Madison (1751-1836), quarto presidente americano.

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L'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) è una reliquia della Guerra Fredda. È stata creata il 4 aprile 1949 come alleanza difensiva tra i Paesi dell'Europa occidentale, il Canada e gli Stati Uniti per proteggere questi ultimi dalle invasioni dell'Unione Sovietica.

Dal 1991, però, l'impero sovietico non esiste più e la Russia collabora economicamente con i Paesi dell'Europa occidentale, rifornendoli di gas e petrolio e di ogni tipo di merce. Questo ha aumentato l'interdipendenza economica dell'Europa e ha quindi ridotto notevolmente la necessità di un'alleanza militare difensiva, al di là del sistema militare di autodifesa dei Paesi europei.

Ma il governo statunitense non vede le cose in questo modo. Preferisce mantenere il suo ruolo di protettore dell'Europa e di unica superpotenza mondiale. La NATO è un comodo strumento a tal fine. Ma forse il mondo dovrebbe preoccuparsi di coloro che vanno in giro per il pianeta con una tanica di benzina in una mano e una scatola di fiammiferi nell'altra, fingendo di vendere assicurazioni antincendio.

È un dato di fatto che il governo e la nomenklatura americana degli affari esteri vedono la NATO come un importante strumento della politica estera americana di intervento nel mondo. Poiché molti politici americani non sostengono più, di fatto, le Nazioni Unite come suprema organizzazione internazionale dedicata al mantenimento della pace nel mondo, una NATO controllata dagli Stati Uniti sembrerebbe essere, ai loro occhi, un sostituto molto attraente delle Nazioni Unite per fornire una facciata legale alle loro imprese militari offensive, altrimenti illegali, in tutto il mondo. Preferiscono controllare totalmente un'organizzazione più piccola come la NATO, anche se è diventata un'istituzione ridondante, piuttosto che dover scendere a compromessi alle Nazioni Unite, dove gli Stati Uniti hanno comunque uno dei cinque veti al Consiglio di Sicurezza.

Questa è la forte motivazione alla base delle proposte di rimodellare, riorientare e ampliare la NATO, per trasformarla in uno strumento flessibile della politica estera americana. Questa è un'altra dimostrazione che le istituzioni ridondanti hanno una vita propria. Infatti, quando lo scopo per cui sono state create inizialmente non esiste più, si inventano nuovi scopi per mantenerle in vita.

La guerra tra Russia e Ucraina è in atto dal 1991

Per quanto riguarda la NATO, il piano è di trasformarla in un'alleanza politica e militare imperiale, dominata dagli Stati Uniti, contro il resto del mondo. Secondo il piano, la NATO verrebbe allargata nella regione dell'Europa centro-orientale per includere non solo la maggior parte degli ex membri del Patto di Varsavia (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Romania, Albania e Ungheria) e molte delle ex repubbliche dell'Unione Sovietica (Estonia, Lituania, Lettonia, Georgia e Ucraina), ma anche in Asia per includere il Giappone, l'Australia, la Nuova Zelanda, la Corea del Sud ed eventualmente ammettere Israele in Medio Oriente. Oggi la NATO, inizialmente composta da 12 membri, è diventata un'organizzazione di 26 membri. In futuro, se gli Stati Uniti faranno la loro parte, la NATO potrebbe diventare un'organizzazione di 40 membri.

Negli Stati Uniti, sia i repubblicani che i democratici vedono la vecchia NATO trasformata in questa nuova alleanza militare offensiva come una buona idea (neocon) per promuovere gli interessi americani nel mondo e quelli dei suoi stretti alleati, come Israele. Un'idea promossa attivamente non solo dall'amministrazione neocon Bush-Cheney, ma anche dai consiglieri neoconservatori di entrambi i candidati alle presidenziali americane del 2008, il senatore John McCain e il senatore Barack Obama. In effetti, entrambi i candidati alle presidenziali del 2008 sono entusiasti interventisti militari, e ciò è dovuto essenzialmente al fatto che entrambi si affidano a consiglieri provenienti dallo stesso campo neocon.

Ad esempio, la fretta con cui i Bush-Cheney hanno incautamente promesso l'adesione alla NATO della Georgia, ex repubblica sovietica, e il sostegno e le forniture militari americane sono un buon esempio di come la NATO sia vista a Washington D.C. da entrambi i principali partiti politici americani. Da un lato, il candidato repubblicano alla presidenza John McCain prevede un nuovo ordine mondiale costruito attorno a una "Lega delle Democrazie" di ispirazione neocon che sostituirebbe di fatto le Nazioni Unite e attraverso la quale gli Stati Uniti governerebbero il mondo.

In secondo luogo, la posizione del senatore Barack Obama [agosto 2008] non è poi così lontana dalle proposte di politica estera del senatore McCain. Infatti, il senatore Obama sostiene l'uso della forza militare statunitense e degli interventi militari multilaterali nelle crisi regionali, per "scopi umanitari", anche se così facendo le Nazioni Unite devono essere aggirate. Pertanto, se mai dovesse salire al potere, c'è da scommettere che il senatore Obama non avrebbe alcuna remora ad adottare la visione del mondo del senatore McCain. Ad esempio, entrambi i candidati presidenziali probabilmente sosterrebbero l'eliminazione della clausola del "first strike" dalla convenzione NATO. Si può dare per scontato che con l'uno o l'altro politico alla Casa Bianca, il mondo sarebbe un luogo meno legale e meno sicuro, e non sarebbe più avanzato di quanto sia diventato sotto l'amministrazione Bush-Cheney, priva di leggi.

Tuttavia, è difficile capire come questo nuovo ruolo offensivo della NATO possa essere nell'interesse dei Paesi europei o del Canada. L'Europa occidentale, in particolare, ha tutto da temere da una recrudescenza della guerra fredda con la Russia e, forse, con la Cina. La trasformazione della NATO da organizzazione militare difensiva nordatlantica a organizzazione militare offensiva mondiale guidata dagli Stati Uniti avrà profonde conseguenze geopolitiche internazionali in tutto il mondo, ma soprattutto per l'Europa. L'Europa esercita una forte attrazione economica sulla Russia. Allora perché intraprendere la politica aggressiva dell'amministrazione Bush-Cheney di accerchiare militarmente la Russia, espandendo la NATO fino alle porte della Russia e posizionando uno scudo missilistico proprio accanto alla Russia? Non sarebbe meglio per l'Europa sviluppare relazioni economiche e politiche armoniose con la Russia? Perché preparare la prossima guerra?

E per quanto riguarda il Canada, sotto il governo neocon di minoranza di Harper, è tristemente diventato una colonia americana de facto per quanto riguarda gli affari esteri, e questo senza alcun serio dibattito o referendum in tal senso all'interno del Canada. L'ultima cosa di cui il Canada ha bisogno è di proseguire su questa strada minata.

In conclusione, sembra che l'idea umanista di avere la pace, il libero commercio e il diritto internazionale come basi dell'ordine mondiale sia stata messa da parte in favore di un ritorno alla politica delle grandi potenze e alla diplomazia delle cannoniere. Si tratta di una battuta d'arresto di 100 anni.

È una vergogna.

*) Rodrigue Tremblay è professore emerito di economia all'Università di Montreal e può essere contattato all'indirizzo rodrigue.tremblay@yahoo.com. È ricercatore associato del Centro di ricerca sulla globalizzazione.
È autore del libro "Il nuovo impero americano" e del Codice di etica globale,
Sito web dell'autore: www.thenewamericanempire.com


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