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I paesi della NATO controllano oltre l'80% delle esportazioni globali di armi in un contesto di crescenti conflitti

Abdul Rahman | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/03/2025

Gli Stati Uniti da soli esportano oltre il 43% di tutte le armi nel mondo, fornendo armi a 107 paesi. La loro quota nelle esportazioni globali di armi è maggiore della quota combinata degli altri otto principali esportatori di armi del mondo.


Un CH-47F Chinook del 1° Battaglione, 214° Reggimento di aviazione, 12° Brigata di aviazione da combattimento sorvola l'area di addestramento di Grafenwoehr, in Germania, per un'esercitazione di tiro aereo il 3 marzo 2025. Foto: Esercito degli Stati Uniti

Secondo il rapporto "Trends in International Arms Transfers" del 2024, pubblicato la scorsa settimana dall'Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI), gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO controllano oltre l'80% di tutte le esportazioni di armi che alimentano le continue guerre e conflitti in tutto il mondo.

Traendo enormi benefici dalla guerra in Ucraina, gli Stati Uniti hanno aumentato la loro quota totale nelle esportazioni globali di armi al 43% nel periodo tra il 2020 e il 2024. Gli Stati Uniti sono così dominanti nelle esportazioni globali di armi che superano la quota combinata dei successivi otto principali paesi esportatori.

Gli Stati Uniti sono l'unico paese esportatore di armi presente in tutte le regioni del mondo. Forniscono armi a 107 paesi in tutto il mondo. Hanno registrato un aumento di oltre il 21% nelle esportazioni di armi tra il periodo 2015-19 e il periodo 2020-24, nonostante un leggero calo nei trasferimenti globali di armi nello stesso periodo.

Gli Stati Uniti non sono gli unici beneficiari dei conflitti globali. Anche i loro alleati dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) ne hanno tratto grandi benefici. Tre membri della NATO, Stati Uniti, Francia (9,6%) e Germania (5,6%), figurano nella lista dei primi cinque esportatori di armi, mentre sei membri della NATO sono tra i primi dieci.

Nella lista dei primi dieci esportatori mondiali, i paesi della NATO controllavano oltre il 70% delle vendite totali di armi nel mondo dal 2020 al 2024. Se si includono la Corea del Sud (2,2%) e Israele (3,1%), i più stretti alleati non NATO degli Stati Uniti, la loro quota combinata sale a oltre il 75%.

Diversi altri paesi della NATO, come la Turchia (1,7%) e i Paesi Bassi (1,2%), hanno una quota sostanziale nelle esportazioni globali di armi, che porta la loro quota totale combinata nel commercio globale di armi a oltre il 75%. Si tratta di un dominio senza precedenti dei paesi della NATO nel commercio globale di armi.

Un totale di 12 membri a pieno titolo della NATO figurano nella lista dei primi 20 esportatori di armi. Altri quattro paesi, Israele, Corea del Sud, Australia e Ucraina, sono presenti nella lista dei primi 20, che porta a 16 il numero totale di alleati degli Stati Uniti nella top 20.

Solo Russia (7,8%), Cina (5,9%) e Iran (0,4%) rappresentano gli alleati non NATO tra i primi 20 esportatori di armi al mondo.

Impatto della guerra in Ucraina sul commercio di armi

La Russia, che prima dell'inizio della guerra in Ucraina deteneva una quota di oltre il 22% delle esportazioni globali di armi, ha visto la sua quota nel commercio globale di armi diminuire drasticamente di oltre la metà tra il 2015-19 e il 2020-24, portandola al terzo posto dopo la Francia.

Il calo delle esportazioni russe è in gran parte attribuibile alle numerose sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati europei dopo l'inizio della guerra in Ucraina nel 2022. Anche il bisogno di armi della Russia stessa gioca un ruolo importante nel declino delle esportazioni.

L'Ucraina è emersa come il più grande importatore di armi grazie alla guerra con la Russia. Da sola ha ricevuto circa il 9% di tutte le armi esportate in tutto il mondo nel 2024. Gli Stati Uniti hanno fornito il 45% di tutte le armi importate dall'Ucraina, mentre il resto della fornitura è stato coperto da altri membri della NATO.

L'Europa nel suo complesso è emersa come la seconda regione importatrice di armi, registrando un balzo di oltre il 155% nelle sue importazioni di armi nel periodo 2020-24, scavalcando il Medio Oriente. L'aumento delle importazioni di armi in Europa è attribuito ai cambiamenti della politica estera statunitense negli ultimi anni rispetto agli impegni di difesa nei confronti degli alleati europei della NATO.

La prima amministrazione Trump aveva ripetutamente chiesto agli alleati europei della NATO di aumentare la spesa per la difesa al fine di ridurre la loro dipendenza dagli Stati Uniti. Nel suo secondo mandato continua a fare minacce simili agli europei, invitando i partner della NATO ad aumentare la spesa militare al 5%.

Tuttavia, l'Asia e l'Oceania rimangono i maggiori acquirenti di armi, nonostante un forte calo delle importazioni complessive. Secondo il SIPRI, la quota della regione nelle importazioni globali di armi è scesa dal 41% nel periodo 2015-19 al 33% nel periodo 2020-24, con la Cina che ha registrato il calo maggiore delle importazioni. Questo ha fatto uscire la Cina dalla lista dei primi dieci paesi importatori per la prima volta dal periodo 1990-94.

L'India è rimasta il secondo importatore mondiale di armi. Il Giappone continua a registrare un massiccio aumento delle importazioni di armi nel periodo 2020-24, aumentando la sua quota complessiva nelle importazioni globali di armi al 3,9%.

Il Medio Oriente è stata la terza regione importatrice di armi con una quota di quasi il 27%, nonostante il calo di oltre il 20% rispetto al periodo 2015-19. Quattro paesi della regione figurano nella top ten. Il Qatar è stato il terzo importatore di armi al mondo con una quota di quasi il 7%, seguito da Arabia Saudita, Egitto e Kuwait.


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