www.resistenze.org - osservatorio - economia - 16-09-09 - n. 286

da www.rassegna.it/articoli/2009/09/16/51944/ocse-allarme-disoccupazione-crescera-anche-nel-2010
 
Ocse: allarme disoccupazione, crescerà anche nel 2010
 
Mai così tanti senza lavoro nel mondo dal dopoguerra a oggi: l’anno prossimo saranno 57 milioni, pari a un tasso del 10%. Lo prevede l’Ocse nell'Employment Outlook 2009. Brutte notizie per l'Italia, dove sul fronte lavoro “il peggio deve ancora arrivare”
 
Mai così tanti disoccupati nel mondo dal dopoguerra, in uno scenario destinato a peggiorare almeno fino all’anno prossimo. E in Italia l’onda della crisi sul fronte occupazione deve ancora arrivare. Così l'Ocse, l’organizzazione che raggruppa le 30 economie più grandi del mondo, certifica l’effetto reale della crisi sui lavoratori. Nella seconda metà del 2010, si legge nell’Employment Outlook 2009 diffuso oggi da Parigi, il tasso di disoccupazione arriverà a toccare quota 10 per cento, che significa 57 milioni di disoccupati, dopo l’8,3% di giugno di quest’anno. “Crescono segnali che il peggio sia ormai alle spalle – scrive l’organizzazione di Parigi – e che la ripresa possa essere vicina, ma per l’occupazione nel breve termine le prospettive sono ancora fosche”.
 
Dal 2007 a oggi i disoccupati dell’area Ocse sono aumentati di 15 milioni ed entro la fine del 2010 questo esercito di senza lavoro aggiuntivi raggiungerà quota 25 milioni. In tre anni si perderanno dunque tanti posti quanti ne sono stati persi in un intero decennio fino ai primi anni Ottanta a causa delle crisi petrolifere. Come sempre, le perdite più pesanti si registrano “all’interno dei gruppi già svantaggiati nel mercato del lavoro: giovani, basse professionalità, immigrati, minorità etniche, e tra questi soggetti con contratti temporanei o atipici”. Il rischio maggiore, sottolinea ancora l’Ocse “è che una gran parte di questa disoccupazione divenga strutturale e che molti dei disoccupati entrino in una condizione di mancanza di lavoro per un lungo periodo o che addirittura escano dalla forza lavoro”.
 
In Italia il peggio deve ancora arrivare. È la Spagna, con un tasso di disoccupazione al 18,1% a giugno, il Paese che finora ha pagato il tributo più grande alla crisi in termini di lavoro. Già duramente colpite anche Irlanda, Giappone e Stati Uniti, mentre in altri paesi come Francia, Germania e Italia “la gran parte della crescita della disoccupazione deve ancora arrivare”. Venendo al nostro paese, l’impatto della crisi sul mercato del lavoro “è stato fino a oggi moderato rispetto a molti altri paesi Ocse” e “il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,4% nel marzo 2009, con un incremento di 0,8 punti rispetto a un anno prima. Stime preliminari suggeriscono un ulteriore significativo incremento nel secondo trimestre”.
 

Alla fine del 2010, dunque, il nostro paese avrà 1,1 milioni di disoccupati in più rispetto alla fine del 2007. Quanto al tasso di disoccupazione, nell’ultimo trimestre del prossimo anno arriverà al 10,5%, addirittura superiore al 9,9% della media Ocse. Tuttavia, aggiungono da Parigi, questo valore “sarebbe stato più alto se un gran numero di lavoratori non avesse rinunciato a cercare attivamente lavoro (il tasso di attività, infatti, è sceso di 0,4 punti percentuali in un anno, in particolare al Sud). Di conseguenza, la proporzione della popolazione in età lavorativa occupata, che era già la più bassa tra i paesi Ocse dopo Turchia e Ungheria, è caduta di ulteriori 0,9 punti e ha raggiunto ora il 57,4%”. Infine i salari: tra il 2006 e il 2007 sono cresciuti dello 0,1%, meno rispetto allo 0,9% della media Ocse, dello 0,8 della Ue-15 e dello 0,9% della Ue-19.

 
16/09/2009 11:58