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Pagella di un sistema economico fallimentare

Greg Godels |
zzs-blg.blogspot.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

28/05/2022

Venerdì 6 maggio, la Federal Reserve ha pubblicato i dati che dimostrano che il credito al consumo (debito) sta accelerando dal quarto trimestre dello scorso anno, con un'impennata del credito rotativo o revolving (in gran parte il debito delle carte di credito) ad un ritmo ancora maggiore dal terzo trimestre del 2021. Il credito al consumo totale è cresciuto su base annuale del 7% nel quarto trimestre dello scorso anno, salito al 9,7% nel primo trimestre di quest'anno, ed espanso al 14% a marzo.

Allo stesso tempo, il credito revolving - il debito contratto per lo più attraverso le carte di credito - è cresciuto dell'8,3% nel terzo trimestre e del 12,7% nel quarto trimestre del 2021, per poi raggiungere il 21,4% nel primo trimestre di quest'anno e un sorprendente 35,3% a marzo!

Chiaramente, la dipendenza dell'economia statunitense dalla spesa dei consumatori è sempre più legata al debito dei consumatori, in particolare effettuato con carta di credito. Per mesi, la stampa economica ha salutato la continua espansione della spesa al consumo - che contribuisce enormemente alla crescita economica complessiva - come unica nota luminosa tra le notizie. Ora vediamo che la spesa dei consumatori è costruita sulla sabbia del debito dei consumatori.

Allo stesso modo, i risparmi personali (come percentuale del reddito personale disponibile) nell'aprile 2022 hanno raggiunto un minimo mai visto dal settembre 2008, un segno sicuro che le persone stanno attingendo ai risparmi per far quadrare i conti.

E i prestiti subprime, con un basso punteggio di credito, si stanno mostrando ampiamente insolventi. Le morosità dei prestiti auto e dei leasing subprime hanno raggiunto un livello record a febbraio.

A peggiorare le cose, la Federal Reserve, dopo più di un decennio di tassi d'interesse sui fondi federali vicini allo zero, ha aumentato il tasso di mezzo punto percentuale, il più grande aumento una tantum degli ultimi 22 anni. Senza dubbio, questo si tradurrà in un aumento dei tassi di interesse delle carte di credito in futuro, applicati a una massa di debiti dei consumatori ampia e in rapida crescita.

In questo modo, il consumatore usa la carta di credito - contraendo un debito - proprio quando il costo dell'utilizzo della carta è in aumento.

L'aumento dei tassi di interesse sta facendo esplodere i tassi ipotecari e frenando il mercato immobiliare, in alcuni casi raddoppiato quest'anno. A causa dell'aumento dei tassi ipotecari, le vendite di nuove case sono diminuite del 16,6% ad aprile rispetto a marzo, ma i prezzi delle case continuano a salire: il prezzo mediano delle case esistenti è aumentato del 14,8% da aprile 2021 ad aprile 2022. Mentre per il compratore di casa è spaventosamente più costoso finanziarne l'acquisto, il prezzo di una casa continua ad aumentare in modo allarmante... una perfetta, classica bolla del mercato immobiliare sul punto di scoppiare!

Ma la situazione dei consumatori è ancora peggiore: l'inflazione continua a far lievitare il costo della vita del consumatore medio. Per otto mesi, il tasso di inflazione su base annua è aumentato, culminando in un tasso dell'8,5% a marzo e dell'8,3% ad aprile - tassi raramente visti negli ultimi 40 anni. I prezzi degli alimenti da soli - i beni di consumo più critici per i meno avvantaggiati - sono aumentati del 10,8% per l'anno che si è concluso ad aprile 2022, il più grande aumento su 12 mesi dal novembre 1980.

Quando l'anno scorso l'inflazione ha fatto capolino, gli opinionisti e la Federal Reserve l'hanno liquidata come temporanea, un'anomalia causata dalla pandemia di Covid. In risposta, ho scritto:

Nonostante gli ammonimenti dei banchieri centrali e dei guru della finanza, l'inflazione raramente si auto-corregge e fa il suo corso. Al contrario, l'inflazione tende a prendere slancio perché tutti gli attori economici cercano di raggiungerla e di anticiparla.

Oggi, i banchieri centrali e i guru della finanza concordano sul fatto che l'inflazione sarà presente per qualche tempo, erodendo il potere d'acquisto del lavoratore medio.

Nonostante le accuse terribili della stampa economica, secondo cui l'aumento degli stipendi dei lavoratori sta guidando l'inflazione, la verità è l'opposto. Il reddito orario del lavoratore medio - adeguato per l'inflazione - è diminuito del 2,6% rispetto allo scorso aprile! Qualsiasi guadagno venga fatto, viene presto divorato dall'inflazione.

Né il futuro lascia presagire nulla di buono. La crescita economica degli Stati Uniti (PIL) è scesa dell'1,5% nel primo trimestre del 2022. Gli opinionisti, come per l'inflazione, tentano di scrollarsi di dosso questo dato, classificandolo come un'anomalia che possa auto-correggersi. Tuttavia, è difficile immaginare che la contrazione dei redditi, l'espansione del debito e la feroce inflazione non avranno un impatto sulla fiducia e sulla spesa dei consumatori: i fattori che contribuiscono di gran lunga alla crescita degli Stati Uniti.

Un potente indicatore degli ostacoli alla crescita è stato il crollo della produttività del lavoro nel primo trimestre. La produttività del lavoro è scesa di un sorprendente 7,5% nel settore delle imprese non agricole, il calo maggiore dal terzo trimestre del 1947, quasi 75 anni fa! Questo crollo è stato determinato da un aumento del 5,5% delle ore lavorate e da un calo del 2,4% della resa economica (si tratta di una misura ampia delle ore lavorate, che include dipendenti, imprenditori e collaboratori familiari non retribuiti).

Le aziende continuano a contendersi i dipendenti e ad assumerne di nuovi, mentre il prodotto economico si riduce, una formula - nel capitalismo - che evidenzia un prossimo rallentamento dell'accumulazione e una caduta del saggio di profitto. Alcuni dei maggiori rivenditori statunitensi stanno registrando un calo degli utili.

Questo boom occupazionale è sorto soprattutto nel settore tecnologico, dove le start-up tecnologiche raccolgono capitali, contraggono prestiti ingenti e assumono furiosamente sulla base della fiducia che i profitti arriveranno in seguito. L'assunzione di rischi, i venture capitalist alla ricerca di rendimenti elevati in futuro e il costo estremamente basso dei prestiti, si combinano con una forza lavoro giovane, istruita e competitiva, creando le condizioni perfette per gonfiare le aspettative e l'avventatezza. Con l'aumento dei tassi di interesse e l'incertezza crescente, la bolla tecnologica sta ora perdendo colpi: il blocco delle assunzioni, i licenziamenti e l'austerità sono in atto o in procinto di esserlo.

Il settore tecnologico è il più vulnerabile dell'economia capitalista, a causa di un lungo periodo di facile accesso al capitale e di un lungo periodo di incubazione prima che appaiano i ritorni sugli investimenti. Le banche sono diventate impazienti di ottenere profitti dall'ultima app di tendenza, proprio come avevano rinunciato ad aspettare i rendimenti dei loro investimenti dal fracking qualche anno fa (cosa che si sta invertendo con il grande aumento della domanda di energia in Europa a seguito della guerra in Ucraina).

I problemi del settore tecnologico si riflettono sui mercati azionari, con il NASDAQ, indice sul settore tecnologico, che affonda più rapidamente, trascinando al ribasso anche l'indice S&P. Finora quest'anno, al 20 maggio, il NASDAQ composite è sceso di oltre un quarto, mentre lo S&P è sceso del 19%, il peggior inizio d'anno dello S&P dal 1970. Con 8 settimane consecutive di perdite, la media industriale Dow Jones ha subito il peggior periodo dal 1932. Per coloro la cui unica esposizione al mercato azionario è rappresentata dai piani pensionistici 401(k), la performance delle azioni è un disastro: i consulenti e i gestori degli investimenti hanno investito una percentuale maggiore dei loro fondi in azioni (rispetto ad altri strumenti di investimento come le obbligazioni) rispetto al passato. Questo sarà catastrofico per coloro che stanno pianificando di andare in pensione nei prossimi anni.

Anche le obbligazioni, abituale rifugio sicuro quando i mercati sono in ribasso, sono in calo per l'anno in corso. E il bitcoin, beniamino degli hipster finanziari e dei truffatori, ha perso un terzo del suo valore quest'anno.

Ciononostante, gli investitori stanno acquistando di fronte all'aggravarsi del mercato negativo, sedotti dalla vecchia idea di "comprare al ribasso": acquistare azioni quando sono al ribasso è, quindi, un affare. Nonostante la performance abissale del mercato a marzo, gli investitori individuali hanno acquistato un netto di 28 miliardi di dollari in azioni ed ETF: un record. Questo sembrerebbe il più grande esercizio di wishful thinking dal crollo del 2007-2009. Forse è un presagio!

Certamente, se i mercati azionari continueranno a perdere migliaia di miliardi di dollari di ricchezza ipotetica (le prime sei società di Standard and Poor's hanno perso 3.760 miliardi di dollari di valore nominale fino al 20 maggio), ciò frenerà la spesa, soprattutto tra le fasce medie e la borghesia. Bloomberg stima che le azioni globali abbiano perso oltre 11.000 miliardi di dollari di valore: "Gli investitori continuano a ridurre le loro posizioni, in particolare nei titoli tecnologici e di sviluppo", ha dichiarato Andreas Lipkow, stratega di Comdirect Bank. "Ma il sentimento deve deteriorarsi in modo significativo prima di toccare un fondo".

Cosa significano tutte queste cattive notizie economiche?

La fine della Guerra Fredda non ha portato un dividendo di pace, ma un regalo alle classi dirigenti capitaliste vittoriose. Dopo tutto, si trattava di una lotta tra capitalismo e socialismo, nonostante ciò che la sinistra fasulla pensava del socialismo sovietico. Senza dubbio, la classe capitalista ha inteso il confronto occidentale con l'Unione Sovietica come una battaglia esistenziale.

Con il trionfalismo capitalista sono arrivati decenni di super-sfruttamento di milioni di lavoratori spinti nel mercato del lavoro globale. I miliardari si sono moltiplicati, è esplosa la disuguaglianza di reddito e di ricchezza e il risultante capitale accumulato ha cercato nuove e creative destinazioni. In larga misura, il settore finanziario ha accolto con entusiasmo questa esigenza, ideando strumenti innovativi e complessi, nuove strutture di investimento e operazioni finanziarie opache.

L'imperativo del capitale di riprodursi lo ha portato in luoghi sempre più rischiosi; il crescente volume di capitale accumulato è diventato più difficile da reinvestire in modo produttivo; gli investitori hanno registrato "profitti" sempre più imprevedibili o ipotetici; l'euforia dell'iper-accumulazione ha invitato a una leva finanziaria sempre maggiore; il meccanismo di accumulazione si è infine schiantato sotto il peso del capitale effimero, ipotetico e "fittizio" nel 2007.

La storia del XXI secolo dal crollo tecnologico del 2000 è stata una lotta continua da parte delle Banche Centrali, delle organizzazioni economiche internazionali, delle amministrazioni governative e delle istituzioni finanziarie per salvare il capitalismo dall'orgia vertiginosa di speculazione e sovrainvestimento innescata dal trionfalismo capitalista.

Questi attori hanno tentato di eliminare la spazzatura - cattivi investimenti, obbligazioni sopravvalutate e non rimborsabili, debiti irrecuperabili - per rendere l'economia più sana, iniettando al contempo massicci volumi di liquidità a costo zero o a basso costo (tassi di interesse prossimi allo zero).

L'inflazione impetuosa emersa alla fine del 2021 mette i padroni dell'universo economico capitalista in una morsa politica. Per arginare l'inflazione, devono aumentare i tassi di interesse, il che invariabilmente smorza la crescita economica. Ma la crescita economica è già rallentata, anzi è diventata negativa negli Stati Uniti nel primo trimestre di quest'anno. Con così tanti indicatori economici in calo o negativi, l'aumento dei tassi di interesse non farà altro che accelerare il rallentamento della spesa dei consumatori, della produttività, della crescita dei salari, degli investimenti e della spesa sociale, aumentando al contempo il debito e i suoi costi.

Si tratta di un quadro davvero desolante e non è chiaro quali strumenti utili rimangano nelle mani dei responsabili politici per schiarirlo. L'errore madornale di una guerra NATO/Russia/Ucraina dirompente e stritolante non può che peggiorare le condizioni economiche globali per tutti, tranne che per i produttori di armi.

Possiamo solo sperare che le persone facciano il collegamento: il capitalismo genera miseria e guerra.


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