da OSPAAAL
Da Mao a Bush, la lunga marcia di Durão Barroso
Mario di Queiroz
Lisbona, 29 giugno (IPS)
Il focoso dirigente studentesco maoista dell’Università di Lisbona José Manuel
Durão Barroso, non immaginava nei turbolenti anni della rivoluzione portoghese
che tre decadi più tardi avrebbe assunto la presidenza della Commissione
dell'Unione Europea (UE), in un blocco dominato dai partiti conservatori.
La vita politica del leader della
destra portoghese, ora di 48 anni, è cominciata durante la rivoluzione militare
di sinistra del 1974, come responsabile studentesco del Movimento di
Rinnovazione del Partito del Proletariato/Partito Comunista Portoghese-Marxista
Leninista > (MRPP/PCP-ML). Un lungo nome per una minuscola
organizzazione maoista che accusava la sinistra di revisionismo, di
social-fascismo e di essere venduta all’imperialismo. Nella biografia ufficiale
dell’attuale primo ministro del Portogallo, quel periodo di "morbillo
rivoluzionario" è stato cancellato.
Dietro una breve menzione (" iniziò la sua attività politica molto
giovane, prima del 25 d’aprile del 1974"), sei anni della sua vita
politica sono stati omessi dal documento ufficiale, che passa direttamente al
suo ingresso nel 1980 al Partito Socialdemocratico (PSD), conservatore, nonostante
il nome.
La lunga marcia politica di Durão
Barroso che incominciò con la lettura del Libretto Rosso durante gli anni della
"rivoluzione culturale" cinese di Mao Tse Tung, finì nel marzo
scorso, nella conferenza delle Azzorre, scenario della dichiarazione di guerra
degli Stati Uniti contro il regime iracheno di Saddam Hussein (1979-2003). In
quell'arcipelago portoghese sull’oceano Atlantico, vicino al primo ministro
britannico Tony Blair e dell’allora capo del governo spagnolo José María Aznar,
Durão Barroso si presentò come un altro degli amici europei del presidente
degli Stati Uniti, George W. Bush, uno di quelli su cui si poteva contare senza
riserve per invadere l'Iraq.
Ma Durão Barroso non apparve nelle ”foto di gruppo” di quella conferenza e, secondo
l'opposizione locale, svolse il ruolo di “maggiordomo”.
Nell'elezione di Durão Barroso per presiedere la Commissione Europea (organo
esecutivo dell'UE), secondo molti analisti non ha pesato solo la sua
appartenenza alla dominante famiglia del Partito Popolare Europeo (PPE), ma il
suo provato "atlantismo", cioè un buon vincolo con Washington in
momenti in cui il blocco europeo tenta di ricomporre le relazioni con
l'amministrazione Bush. Il Portogallo, insieme alla Danimarca, Gran Bretagna,
Olanda ed Italia, è uno degli gli alleati fedeli degli Stati Uniti nell'UE.
Quell'alleanza - alla quale apparteneva anche la Spagna fino al nuovo governo -
fu sostenuta da Durão Barroso nella conferenza delle Azzorre, mentre le
interviste realizzate dall’insospettabile Università Cattolica indicavano un
sostanziale rifiuto popolare portoghese (87 %) alla guerra contro l'Iraq.
Inoltre, il resto del blocco europeo, allora di 15 paesi, guidato dalla Francia
e dalla Germania, ed integrato anche da Austria, Belgio, Finlandia, Grecia,
Irlanda, Lussemburgo e Svezia, si oppose alla soluzione militare
statunitense-britannica.
Nella dichiarazione di guerra all'Iraq, il ruolo di Durão Barroso, secondo
l’analista portoghese Teresa di Sousa, "fu quello di un semplice
anfitrione", perché la preoccupazione principale della diplomazia
portoghese fu di “impedire che la Dichiarazione delle Azzorre fosse letta come
un gesto d’ostilità verso il resto degli europei."
Tra il suo ingresso nel PSD nel 1980 ed il culmine del suo percorso ideologico
del 2003 alle Azzorre, Durão Barroso h accumulato una vasta esperienza
internazionale. Cominciò come sottosegretario, viceministro, del ministero
degli Esteri tra il 1987 e il 1992, riuscì a mettere fine alla prima guerra
civile dell'Angola (1975-1990), con l'accordo di pace firmato nel maggio del
1990 nel villaggio portoghese di Bissese. Nel 1992, con il primo ministro
Aníbal Cavaco e Silva diventò cancelliere, fino a che il suo partito fu
sconfitto dai socialisti nel 1995.
Ritornò in primo piano sulla scena della politica nel 1999, quando fu scelto
presidente del PSD e la sua figura si vide rinforzata vincendo le elezioni
legislative d’aprile del 2002. Tuttavia, quel trionfo che gli permise di
spostare i socialisti dal governo, non gli aprì automaticamente le porte del
potere, poiché ottenne solo una maggioranza relativa. Per occupare il palazzo
di São Bento, residenza ufficiale del primo ministro, concertò un'alleanza col
Centro Democratico Sociale, sloggiato cinque anni dopo dal PPE, per via delle
sue posizioni antieuropee di destra nazionalista, il cui leader, l'attuale
ministro della Difesa Paulo Trasporti, accese una furiosa campagna contro
Cavaco e Silva.
Le reazioni alla nomina di Durão Barroso come nuovo "signore
d’Europa" furono coincidenti, dall'evidente consenso dei governanti, fino
alle analisi dei media influenti come quelli britannici Time e BBC - Edizione
Internazionale.
Il primo ministro del Portogallo “appare come il minimo comune - denominatore”,
dopo il ritiro dell'inglese Chris Patten e del belga Guy Verhofstadt,
quest’ultimo "candidato di Parigi e di Berlino, respinto da Gran Bretagna
e dall’Italia". La radio statale e
la televisione britannica BBC rilevò che "Durão Barroso è un europeista
convinto, conoscitore di varie lingue (inglese, francese e castigliano) e visto
come uno dei pochi leader capaci di contare sull’appoggio dei 25 Stati membri
dell'UE”.
La nomina di Durão Barroso fu annunciata questo martedì in una conferenza
speciale a Bruxelles. In seguito, dovrà passare all’approvazione del Parlamento
Europeo in Luglio, dove troverà appoggi scontati e sufficienti. Il governante
portoghese succederà così dal 1° novembre all’italiano Romano Prodi, che rimase
a capo della Commissione Europea dal settembre del 1999.
Intanto, alla popolazione del Portogallo, abituata al suo destino di paese
periferico, costa non poco trasformarsi all'improvviso in centro d’attenzione
mondiale.
Alla grande visibilità internazionale dovuta ai campionati europei di Calcio
2004, che si concludono questa domenica, si somma ora un portoghese che si
trasferirà a Bruxelles per presiedere i destini della prima potenza economica
del mondo.
traduzione dallo spagnolo di FR