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- osservatorio - europa - politica e società - 14-04-16 - n. 585
KKE: Solidarietà con i comunisti Polacchi
Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
13/04/2016
La delegazione del KKE al Parlamento europeo ha presentato la seguente interrogazione sulla recente persecuzione anticomunista in Polonia:
«Recentemente membri e quadri del Partito Comunista della Polonia sono stati condannati dal tribunale regionale di Dąbrowa Górnicza a pene detentive fino a 9 mesi, a molti mesi di libertà vigilata, al lavoro sociale obbligatorio e a multe, perché la diffusione delle loro idee attraverso il giornale Brzask e il sito web kompol.org sono considerati "offesa" e "crimine". La corte, allo scopo di condannarli, attenendosi all'anticomunismo delle autorità polacche, ha utilizzato accuse grossolane e infondate di 'apologia di un sistema totalitario'. Ciò fa parte del tentativo di cancellare e calunniare le conquiste dei lavoratori durante il socialismo, il diritto al lavoro e i diritti sociali e lavorativi. Le autorità polacche da alcuni anni hanno provocatoriamente bandito i simboli comunisti e ora condannano i comunisti, invocando "valori democratici".
Simili persecuzioni anticomuniste, condanne e divieti contro Partiti Comunisti sono stati imposti anche in altri paesi dell'UE, con l'aperto sostegno dell'UE stessa che ha elevato l'anticomunismo a sua ideologia ufficiale, cosa che va di pari passo con l'intensificarsi dell'offensiva antipopolare. Ora le prove sono sufficienti perché tutti possono capire il reale significato delle dichiarazioni dell'UE in merito ai "valori di libertà e democrazia".
Alla Commissione chiediamo se: Il divieto e la persecuzione dell'ideologia comunista, la criminalizzazione dell'espressione delle idee comuniste e dell'attività dei comunisti imposta dalle autorità e dal governo della Polonia sono "valori" propri della UE?»
KKE: Condanna dell'autoritarismo in Kazakistan
Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
07/04/2016
La delegazione del KKE al Parlamento europeo ha presentato una interrogazione all'Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza in relazione alla persecuzione in Kazakistan. L'interrogazione è la seguente:
«Vadim Kuramshin è in prigione in Kazakistan da 4 anni, da quando nel 2012 fu condannato a 12 anni di prigione con accuse false e fabbricate. In realtà, è stato incarcerato per la sua attività contro la violazione dei diritti democratici e delle conquiste messa in atto dal regime del Kazakistan. Non è un caso che il suo arresto e la detenzione siano avvenute subito dopo la partecipazione a un evento dell'OSCE a Varsavia, dove ha parlato di casi di tortura nelle carceri del Kazakistan.
Lui stesso ha denunciato di esser stato vittima di un trattamento disumano nelle prigioni del Kazakistan.
Il regime borghese attuale affermatosi in Kazakistan dopo il rovesciamento del socialismo e la dissoluzione dell'URSS sta mostrando costantemente il suo carattere antidemocratico e antipopolare, sopprimendo violentemente e mortalmente le lotte sindacali, vietando l'attività del PC del Kazakistan, imponendo nuove leggi antidemocratiche per controllare e manipolare più strettamente i sindacati e per ridurre i diritti dei lavoratori e i salari, imprigionando i difensori dei diritti democratici.
In queste condizioni, si chiede all'Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza quale posizione prende rispetto la prosecuzione della detenzione di Vadim Kuramshin?»
Il KKE denuncia le azioni antidemocratiche del regime attuale in Lettonia
Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
07/04/2016
L'europarlamentare del KKE, Sotiris Zarianopoulos, ha denunciato la crescente criminalizzazione dell'attività politica in Lettonia rivolgendo una interrogazione all'Alto Rappresentante dell'UE degli affari esteri e della politica di sicurezza, F. Mogherini. L'interrogazione è stata la seguente:
«Il regime affermatosi in Lettonia, dopo il rovesciamento del socialismo in URSS, ha realizzato un insieme di macchinazioni antidemocratiche, imponendo leggi anticomuniste e persecuzioni, incarcerando gli oppositori politici, privando di diritti politici e sociali una parte importante della popolazione, lodando i nazisti locali, calunniando la Vittoria Antifascista e il periodo della costruzione socialista, durante la quale il popolo della Lettonia ha conosciuto importantissime conquiste sociali. Adesso sta cercando l'ulteriore criminalizzazione dell'azione politica, promuovendo cambiamenti nel codice penale, in una misura tale che che anche l'attuale Presidente del paese, Raimonds Vējonis, ha dovuto esprimere la sua opposizione a specifiche modifiche.
Il 7 aprile si prevede che il Saeima (parlamento) della Lettonia approvi cambiamenti definitivi nel codice penale, che peggioreranno ulteriormente la situazione dei diritti democratici in Lettonia.
Così, tra le altre cose, "l'appello pubblico al rovesciamento del potere o il cambiamento dell'organizzazione statale" si potrà d'ora in avanti punire, secondo il codice proposto, con la reclusione fino a 5 anni. In realtà, in questo modo, qualsiasi attività politica, che aspiri a cambiamenti radicali nell'economia e nella società, verrà perseguita penalmente.
Inoltre, dopo il recente peggioramento delle relazioni dell'UE con la Russia, in un articolo specifico di questo codice penale si asserisce che "l'assistenza a uno stato straniero o a un'organizzazione straniera impegnata in attività nocive agli interessi della Lettonia" verrà punita anch'essa con la reclusione fino a 5 anni. Così come sostengono molti giuristi, l'imprecisione del termine "assistenza" può portare a nuove persecuzioni antidemocratiche e alla criminalizzazione dell'azione politica.
All'Alto Rappresentante dell'UE per affari esteri e la politica di sicurezza si chiede quale posiziona prende per quanto riguarda l'ulteriore criminalizzazione dell'attività politica in Lettonia?»
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