www.resistenze.org - osservatorio - europa - politica e società - 14-04-16 - n. 585

E' veramente Brexit la questione?

Partito Rivoluzionario - Comunisti (Francia) | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/04/2016

Il referendum che avrà luogo nel Regno Unito (UK) il 23 giugno 2016 è oggetto di un dibattito politico importante. Questa "Brexit" come la chiamano i pubblicisti dovrà decidere sulla permanenza o meno del Regno Unito nell'Unione Europea (UE). Non si sa ancora se le questioni essenziali saranno affrontate in questo dibattito.

In effetti, e gli avvenimenti recenti legati alle rivelazioni del Panama papers lo dimostrano, quello che è in gioco, è il posto del Regno Unito come piazza finanziaria mondiale del capitalismo monopolista.

Il Regno Unito è buon membro dell'UE ma non fa parte della zona euro. Non appartiene allo spazio Schengen e la sua attività principale gira attorno alle istituzioni finanziarie della City. E' una delle più grandi zone finanziarie offshore del mondo, ben prima del Lussemburgo. Il giornale la Dépêche du Midi fornisce la seguente definizione di queste zone finanziarie: "Si tratta di piazze organizzate da alcuni Stati o territori che riservano delle regole specifiche simili a quelle dei paradisi fiscali alle sole operazioni internazionali senza alcun legame con una attività economica all'interno del loro territorio. Questo regime si basa sull'applicazione di regole distinte ai residenti e ai non-residenti. Così, il centro esercita delle attività, essenzialmente finanziarie, destinate ai soli non residenti. Questi centri offrono quindi a una clientela straniera dei servizi di gestione finanziaria remunerata in valuta".

Il Regno Unito è uno dei più grandi hub dei movimenti mondiali di capitali dove opera a riparo di una legislazione poco vincolante che lascia le mani libere e che rappresenta un rifugio sicuro per i capitali provenienti dall'Asia, dal Medio Oriente, dagli USA… Questo vuol dire che la City detta la sua politica al Regno Unito e il primo ministro Cameron è il suo attuale rappresentante. Per la City, la questione del "Brexit" è secondaria, ciò che è primario è la sua libertà di continuare senza ostacoli la sua attività al servizio del capitale internazionale.

Da questo punto di vista ha già raggiunto un successo con le concessioni fatte dall'UE a Cameron che in caso di permanenza nell'UE del Regno Unito saranno garanzia di una situazione d'eccezione che gli permetterà di non rispettare alcune regole comunitarie che gli appaiono come vincolanti. Tuttavia, la possibilità di un voto maggioritario per l'uscita dall'UE non è esclusa, questa uscita è sostenuta in particolare dalle forze nazionaliste e una parte importante del partito conservatore. E' sostenuta dalle imprese minori che hanno poco rapporto con il grande commercio estero in particolare con l'Unione Europea. Da notare che oltre il 50% degli scambi si fanno con l'UE.

Per quanto riguarda i movimenti nazionalisti scozzesi, l'uscita dall'UE sarebbe il pretesto per far valere in un nuovo referendum la loro volontà di indipendenza come provincia direttamente legata all'UE.

Il Partito Laburista sostiene la permanenza nell'UE. Questo punto di vista non agita per nulla la City poiché in questo caso potrebbe continuare in condizioni simili a quelle di oggi a servire gli interessi monopolisti.

In definitiva, questa questione della "Brexit" rinvia a qualcosa di più fondamentale. L'UE come costruzione capitalista e imperialista può far fronte ad un suo sviluppo differente? Tra il capitalismo industriale renano e quello dell'alta finanza, i bisogni sono differenti e lo scontro è in corso per prendere il predominio nel sistema imperialista e nell'Europa stessa.

La "Brexit" è quindi l'espressione di queste tensioni che evidenziano come siano vuote le parole d'ordine d'uscita dall'Europa e dall'euro senza che si metta all'ordine del giorno la lotta per abbattere il sistema che genera propriamente queste contraddizioni.


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