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Il KKE si batte per il disimpegno della Grecia dall'UE e dalla NATO con il potere operaio

Izvestia | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

07/06/2016

Intervista all'eurodeputato del KKE, Sotiris Zarianopoulos, del quotidiano russo Izvestia

E' scoppiato uno scandalo attorno al piano delle riforme economiche proposto e già approvato dal Partito al governo, "Syriza". Come si è scoperto, dopo il frettoloso passaggio in Parlamento, il piano contiene una clausola che permette agli alti funzionari del Paese di possedere società off-shore. Il Partito e il Primo ministro Alexis Tsipras sono ora accusati di malafede e di aver abbandonato l'impegno di lotta alla corruzione. Qual è la vostra reazione?

Il governo Syriza-Anel si è screditato inserendo questa inaccettabile disposizione relativa alle società off-shore, successivamente ritirata. Tuttavia, il KKE ha sottolineato in Parlamento che le società off-shore, i paradisi fiscali, i privilegi del capitale sono parte integrante dell'odierno marcio sistema di sfruttamento, rafforzato in ogni modo dalla UE, che è una unione reazionaria e antipopolare. Per questo motivo, il governo e gli altri partiti borghesi non osano nemmeno volgere lo sguardo alle proposte avanzate dal KKE sull'abolizione della riservatezza delle azioni e la nomina degli azionisti. Non nutriamo illusioni che nelle condizioni di dominio del capitale alcuna disposizione possa fronteggiare il decadimento e la corruzione che sono caratteristiche tipiche del sistema capitalista. Sono parte nel suo DNA.

Tuttavia, questo è un lato della medaglia. L'altra faccia è costituita dalle barbariche misure senza fine che le persone pagano per far uscire il paese dalla crisi capitalistica. Il governo porta gravi responsabilità per i raid fiscali scatenati contro gli strati popolari, per la riduzione degli stipendi e delle pensioni, per la distruzione del sistema di assistenza sanitaria pubblica, dell'istruzione, della sicurezza sociale, ecc.

Il KKE ha un ruolo di primo piano nella lotta del popolo contro questa "tempesta" antipopolare.

Il Vice Ministro degli Esteri greco, Nikos Xydakis, prevede un'estensione delle sanzioni dell'Unione Europea contro la Russia. Cosa ne pensate?

Le sanzioni imposte da USA, UE e dai loro alleati, come la risposta stessa della Russia, si iscrivono nel quadro più generale della recrudescenza dello scontro riguardo il controllo delle risorse energetiche, le vie di trasporto dell'energia e delle materie prime, oltre alle quote di mercato. Questo sviluppo non è solo legato alla situazione in Ucraina, alla base di queste sanzioni, ma si estende ai Balcani, al Mediterraneo dell'Est, al Medio Oriente e al Caucaso. Questa è una situazione che può avere conseguenze molto pericolose per i popoli.

Fin dal primo momento, il nostro partito, il KKE, ha sottolineato che le sanzioni sono dannose soprattutto per la classe operaia e per gli strati popolari e non hanno evidentemente esiti positivi. Per quanto riguarda questo problema, il governo Syriza-Anel, partecipando attivamente ai piani della UE e della NATO, lavora contro gli interessi dei lavoratori e degli altri strati popolari del nostro paese.

La Grecia è diventata il principale beneficiario del divieto di voli dalla Russia alla Turchia ed Egitto. Pensate che questo possa compensare la perdita derivante dalle sanzioni russe?

Gli effetti negativi per gli strati popolari che derivano dalle sanzioni non possono essere bilanciati dai profitti acquisiti da un pugno di affaristi operanti in altri settori dell'economia. I danni causati, ad esempio, per i contadini poveri, che esportavano i loro prodotti in Russia, non possono essere compensati con l'aumento del flusso di turisti dalla Russia.

Il divieto di importazione delle merci europee è stato prorogato fino alla fine del 2017. Quanto questo fatto influenzerà l'economia della Grecia?

In quanto partito comunista, non siamo interessati alla situazione economica in senso generale e vago, ma siamo interessati specificamente alla situazione economica dei lavoratori, degli altri strati popolari, come dei contadini poveri. Valutiamo che la prosecuzione delle sanzioni in combinazione con le altre misure antipopolari prese dal governo greco, quali l'ingente aumento della pressione fiscale, crei un onere insostenibile per gli strati popolari.

La Grecia ha informato i suoi creditori europei e d'oltreoceano che non sarà in grado di soddisfare alcuni requisiti aggiuntivi in cambio di un nuovo aiuto finanziario. Cosa ne pensate? Questa comunicazione influenzerà la decisione dell'Unione europea di fornire un sostegno finanziario?

Alla fin fine, il governo ha convenuto su tutto con gli imperialisti europei e d'oltreoceano. Da parte nostra, valutiamo che non si parla di una forma di "sostegno finanziario", ma, come è avvenuto negli anni precedenti, di nuovi oneri economici da scaricare sui lavoratori e i loro figli, costretti a pagare per un debito pubblico che non hanno creato. Il debito è stato creato dai governi antipopolari che hanno assunto e continuano ad assumere prestiti per finanziare le attività dei vari gruppi affaristi. Il KKE è contrario a questo "circolo vizioso" e lotta per la cancellazione unilaterale del debito, il disimpegno della Grecia dall'UE e dalla NATO, con il potere operaio e popolare.

La Grecia ha promesso di rilasciare visti multipli ai russi della durata di 3-5 anni, se visitano i paesi Schengen. Cosa significa questo? Aumenterà il flusso di turisti dalla Russia alla Grecia?

Se questo risultasse vero, si dimostrerà che in passato esistevano possibilità inutilizzate di semplificazione delle procedure che affliggono coloro che desiderano visitare il nostro paese. Mi permetto di dire che il KKE si oppone a Schengen, che è innanzitutto un meccanismo per limitare i diritti democratici e viene integrato nei piani per monitorare e restringere i movimenti delle persone. Naturalmente un tale sviluppo, in teoria, potrebbe contribuire alla crescita del flusso di turisti dalla Russia, anche se esistono altri fattori che potrebbero agire in senso contrario, come ad esempio il livello di reddito dei lavoratori russi o i tentativi degli imprenditori del settore turistico, delle compagnie aeree, ecc, di aumentare i loro margini di profitto. Purtroppo, sotto le condizioni del capitalismo, la questione del visto non è oggi l'unico ostacolo per i lavoratori che potrebbero godere di tempo libero, di vacanza e per scoprire nuovi luoghi.

L'Europa ha già compreso che non ha senso collegare le sanzioni all'accordo Minsk. Inoltre, vi è la comprensione che l'Ucraina non stia dando seguito al tale accordo: non sono in corso elezioni e non sono in vista riforme della Costituzione. Non ritenete che dovrebbe essere imposte sanzioni all'Ucraina, che non adempie agli obblighi assunti con la sottoscrizione del documento di Minsk, come aveva promesso ai suoi partner stranieri?

Gli interessi (economici e geopolitici) in conflitto in Ucraina sono enormi e non si placano per l'accordo di Minsk, che contiene una "ambiguità costitutiva" tale per cui può essere interpretato come si vuole. E' stato un accordo per il cessate il fuoco che non ha risolto il problema, problema creato nel quadro del capitalismo. In questo quadro la terra, le materie prime e la forza lavoro diventano una merce e di conseguenza costituiscono il "pomo della discordia" nello scontro tra i monopoli. In breve, i popoli non devono nutrire l'illusione che gli accordi e le sanzioni possano imporre la pace. La soluzione sta  nella lotta per rovesciare la barbarie capitalista, per la costruzione di una società socialista. I popoli di Russia e Ucraina hanno significative esperienze positive dell'esistenza dell'USSR, delle sue colossali conquiste sociali e di amicizia internazionalista tra i popoli. Questa esperienza deve essere utilizzata.


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