(...) Tuttavia, si chiederà, le élite occidentali si incontrano ancora a gruppi per discutere? Alcuni di questi gruppi di discussione, mentre cercavano di restare nell'ombra, diventavano sempre più famosi: Bilderberg e Trilateral, in particolare. Sì, si riuniscono, scambiano opinioni e analizzano problemi economici o politici che possono influire sul loro dominio. Sì, questi incontri sono anche un'opportunità per comporre i loro punti di vista o raggiungere compromessi su alcune questioni divisive. Sì, ciò permette a volte di abbozzare strategie su determinati problemi. Quindi non sono entità trascurabili. Ma questo non ne fa un governo mondiale efficace.
Io stesso ho usato il termine "governo ombra" nel 2009 riguardo Bilderberg e Trilaterale [1], ma si trattò di una formulazione eccessiva, che poteva dare l'impressione che le multinazionali potessero arrivare così a una strategia unitaria, mettendo fine alle loro contraddizioni.
Tuttavia, è impossibile per le grandi multinazionali e i loro Stati neutralizzare permanentemente le loro contraddizioni. Potranno anche concludere patti di non aggressione, ma questi patti saranno di natura temporanea mentre inevitabilmente continueranno a danneggiarsi a vicenda. Perché il capitalismo è un sistema economico basato sulla competizione, non sulla cooperazione. Sullo scontro permanente di interessi, non sulla deliberata unificazione di questi interessi. Sulla distruzione sistematica delle imprese più deboli. La competizione è la regola fondamentale.
Se le multinazionali riuscissero davvero a unire e gestire il mondo attraverso una "grande cospirazione", come spiegare che si sono ferocemente attaccate su così larga scala durante le due guerre mondiali? E come spiegare che con l'arrivo di Donald Trump, c'è stata una levata di scudi in Europa? Questo perché lo scontro di interessi si consuma sempre di più sul commercio, il denaro, l'ambiente o la diplomazia. Se il governo tedesco si oppone sempre meno discretamente alle misure politiche e militari di Washington, è proprio perché le multinazionali non sono unificate ma rivali.
Pertanto, la soluzione Soral - per contrastare la globalizzazione, sostenere un capitalismo e una borghesia nazionalista - è una falsa soluzione. Perché? Perché questa globalizzazione è il frutto delle dinamiche di un capitalismo nazionale che ha bisogno di estendere il suo campo d'azione! A volte attraverso alleanze, ma di solito attraverso conquiste più o meno violente.
In breve, l'idea di uscire dalla UE per tornare al protezionismo in ogni paese è un'illusione dato che rimane nel modello capitalista. Prima o poi, questo capitalismo nazionale al quale verremmo restituiti, si sentirà stretto. Prima o poi, si formeranno nuovi monopoli transnazionali. I piccoli imprenditori sono la salvezza, come sostiene Soral? Bene, questa salvezza sarà molto effimera perché prima o poi (e molto presto infatti) alcuni piccoli padroni daranno segni di insofferenza e diventeranno grandi, costretti a diventare ancora più grandi e quindi transnazionali.
La comparsa di una borghesia mondiale unita?
Alcuni sostengono anche che gli Stati perdono il loro potere a vantaggio dell'Unione europea. Ma cos'è l'UE? Questa non è altro che lo strumento per raggiungere gli obiettivi delle varie élite nazionali, in particolare di quelle più forti, naturalmente.
C'è stato anche un gran fantasticare sull'emergere di una borghesia europea che, a quanto pare, sarebbe sovranazionale, fusa e anche senza una sede fissa. In breve, invisibile. Ma uno studio del ricercatore tedesco Michael Hartmann stringe il cappio attorno a questa leggenda. Ad esempio, Hartmann ha studiato il percorso dei 27 commissari europei intorno al 2005. Ventuno di loro erano stati ministri importanti nel loro paese e tutti avevano realizzato lì la loro carriera politica. E non negli organismi internazionali. [2]
Ma le multinazionali? Le teorie affermatesi avevano annunciato la formazione di una "borghesia transnazionale" o di "una classe mondiale di uomini d'affari". Non è così. Hartmann ha anche studiato la gestione delle grandi aziende. È di carattere transnazionale solo in piccoli paesi come il Belgio, la Svizzera o i Paesi Bassi, dove si sono stabilite un gran numero di multinazionali. D'altra parte, in Germania, su cento dirigenti del suo campione, solo nove erano stranieri e, peraltro, provenivano sostanzialmente dallo stesso retroterra culturale: Svizzera, Austria e Paesi Bassi. La sua conclusione? "Non si può parlare di una vera internazionalizzazione o europeizzazione, in cui inglesi, francesi o spagnoli gestiscano grandi compagnie tedesche". Hartmann sottolinea anche che su 136 miliardari europei della famosa lista di Forbes, solo 17 avevano la loro residenza al di fuori del loro paese di origine.
Cambiamo il cappello
Anche all'interno del crescente potere statale dell'Europa, i vecchi poteri degli Stati non sono scomparsi. L'UE è un'alleanza di Stati in cui le più potenti borghesie nazionali impongono in gran parte i loro interessi. Prima la Germania e poi la Francia. Per quanto riguarda lo staff politico di Bruxelles, non si tratta di extraterrestri invisibili, ma delle stesse persone inviate dalle élite di Berlino, Parigi e qualche altra nazione. Jacques Delors, il notabile presidente della Commissione europea dal 1985 al 1995, era appena stato ministro dell'economia e delle finanze sotto Mitterrand. Pierre Moscovici, commissario per l'economia nella commissione Juncker dal 2014, era appena stato ministro dell'economia nel governo olandese. Lo stesso per Michel Barnier e molti altri. Fondamentalmente, la borghesia europea è la borghesia francese o tedesca o di altra nazione: le stesse persone semplicemente con un cappello diverso.
Quindi è pura ipocrisia quando alcuni politici francesi di alto rango parlano di "Bruxelles" in posizione di terziarietà, perché "Bruxelles" sono loro stessi! Questo mito di "Bruxelles" è in fin fine molto conveniente per fingere di denunciare quelle politiche che, in realtà, sono decise dai leader nazionali.
Tuttavia, ben pagati come sono, gli alti funzionari dell'UE - commissari europei, presidenti del parlamento e della commissione - sono solo esecutori dei consigli di amministrazione delle multinazionali, potentati maggiori all'interno dell'UE. I personaggi fondamentali sono quelli che gestiscono la Banca europea di Francoforte e sono i meno conosciuti! I veri dominatori non cercano di diventare noti, al contrario. Altrimenti, metterebbero in discussione l'intera facciata democratica di cui hanno bisogno per continuare a monopolizzare il potere.
In breve, lo stato francese esiste e adempie alle funzioni prescritte dalle multinazionali. Se questo stato francese si inserisce in un "super stato UE", è per servire meglio il capitale francese. Ma come ogni alleanza, l'UE è temporanea e potrebbe esplodere se il peggioramento della crisi rende insolubili le contraddizioni tra poteri. Dopo il "concerto delle nazioni europee" che aveva concordato la divisione amichevole delle colonie a Berlino nel 1885, che cosa è seguito? La Prima guerra mondiale. Dopo la "Lega delle Nazioni", creata nel 1920, che cosa è seguito? La Seconda guerra mondiale. Non parliamo troppo in fretta di accordo perenne!
Ciò che viene chiamata "globalizzazione" è solo il rafforzamento e l'espansione dei monopoli che sono davvero nazionali. Ma per andare all'assalto di altri territori, occorre prima rafforzarsi il più possibile. In questo rafforzamento delle multinazionali, un ruolo importante è stato svolto dalle privatizzazioni. Per questo, gli Stati nazionali, a danno dei consumatori, hanno privatizzato tutto ciò che era redditizio in settori quali i servizi postali, le telecomunicazioni, le ferrovie, l'energia e, naturalmente, il settore bancario.
L'obiettivo? Creare "campioni nazionali" della dimensione maggiore possibile. Questi nuovi gruppi miravano ad affermarsi in tutto il mercato europeo e negli Stati Uniti. Oggi, naturalmente, vogliono estendere il raggio di azione anche in Cina, Russia, India e Brasile. Ma questa resta pur sempre una battaglia tra gruppi nazionali, aiutata da stati nazionali e politici nazionali, che ha ancora bisogno di una solida base economica nel loro paese d'origine.
(...)
Note:
[1] Michel Collon, Les 7 Péchés d'Hugo Chavez, Investig'Action, 2009, p. 230.
[2] Michael Hartmann, Eliten und Macht in Europa, Campus 2006, p. 197 e 207.
Fonte: Estratto del libro Why Soral séduit? di Michel Collon
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