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Contributo PDA alla videoconferenza ICWP su COVID-19 e crisi

Partito del Lavoro d'Austria | parteiderarbeit.at
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

10/05/2020

Intervento del Partito del Lavoro d'Austria (Pda) alla videoconferenza dell'Iniziativa comunista europea sul tema: La lotta dei partiti comunisti e dei lavoratori nel contesto della pandemia e della nuova crisi capitalistica",

Innanzi tutto, vorremmo ringraziare il Partito Comunista di Grecia per aver organizzato questa iniziativa in teleconferenza che ci consentirà di scambiare esperienze e posizioni anche in queste circostanze eccezionali.

Sin dal primo momento in cui la pandemia da Covid ha colpito l'Austria, il Partito del Lavoro ha insistito sul fatto che sia la salute umana, sia i diritti sociali e del lavoro della classe operaia sono sotto minaccia e devono essere tutelati. Era chiaro che il capitale e il suo governo avrebbero usato questa situazione non solo per scaricare i costi della crisi sulle classi lavoratrici e sui cittadini, ma anche per portare avanti la loro agenda antioperaia,  che prevede la  flessibilità delle condizioni di lavoro e dell'orario di lavoro, la riduzione dei costi salariali, il sostegno finanziario al capitale monopolistico da parte del denaro dei contribuenti dei lavoratori.

I governi del capitale che si sono via via succeduti, e tutti i partiti rappresentati in Parlamento, hanno da decenni smantellato il sistema sanitario e l'assistenza sociale, per raggiungere obiettivi di bilancio  e aprire questi settori al profitto capitalistico. In testa alla classifica non solo il partito popolare conservatore, ma anche la socialdemocrazia: per molto tempo ha assecondato il Cancelliere federale e ha perseguito una politica a favore del capitale e contro gli interessi della classe operaia - con lo smantellamento dello stato sociale, le privatizzazioni, la liberalizzazione, i tagli alle prestazioni sociali, la chiusura di unità di servizio o produzione, il sottofinanziamento, la riduzione del personale e la promozione di forme di lavoro "flessibili".

Anche se la situazione in Austria può definirsi ancora migliore rispetto ad altri paesi, è un dato di fatto che il sistema sanitario austriaco non era strutturalmente preparato per un'epidemia come quella attuale. Le capacità non sono state sufficienti. È stato dimostrato che non vi erano abbastanza letti d'ospedale, non c'era  sufficiente personale medico, non erano a disposizione sufficienti materiali e attrezzature, non ci sono bastevoli risorse finanziarie. Questi problemi che sono di natura sistemica, sono stati deliberatamente accettati in passato e non possono essere risolti a breve termine.

Il fatto che la diffusione del virus sembri - per il momento - sotto controllo non smentisce tali valutazioni. Al contrario, le misure adottate dal governo austriaco in relazione all'epidemia equivalgono a un'ammissione delle carenze strutturali del sistema. Erano pienamente consapevoli del fatto che gli ospedali, e non da ultimo le unità di terapia intensiva, sarebbero divenuti sovraffollati e sovraccarichi se i malati - quasi il 90 per cento - non fossero stati relegati a casa. Solo in caso di gravi malattie esistevano e sono tuttora disponibili letti d'ospedale. In realtà, finora, si è cercato solo di rallentare relativamente l'aumento del numero dei malati e di ritardare l'apice della crisi.

Il governo ha già iniziato ad allentare il blocco. A nostro avviso, questa decisione non si basava tanto  su dati scientifici relativi alla minaccia reale per la salute pubblica, ma piuttosto su considerazioni relative all'economia capitalista e alle pressioni derivanti da alcuni segmenti del capitale. Secondo una conosciuta narrazione, i costi economici per la tutela della salute pubblica sono  troppo elevati e, di conseguenza, i cittadini si trovano ora di fronte a un apparente dilemma tra salute e lavoro, tra vita e sostentamento.

Attualmente in Austria oltre mezzo milione di persone sono disoccupate e oltre un milione di persone hanno un lavoro a tempo parziale e si prevede che tali cifre aumenteranno. Non sorprende che la pandemia, o. le misure adottate per combatterle,  siano presentate come un fattore esterno ed esotico  che da solo ha causato la più grave crisi economica degli ultimi cento anni. In realtà, l'attuale crisi capitalista non è il prodotto della pandemia, la quale ha solo accelerato il processo e aggravato la situazione.

Le crisi nascono per necessità  dal naturale funzionamento dell'economia capitalista e sono dovute alla diminuzione del tasso di profitto e all'eccessivo accumulo del capitale. Spetta ai lavoratori cambiare queste  condizioni, e ciò sarà possibile solo attraverso l'assunzione del potere e la sostituzione delle condizioni di produzione capitaliste esistenti.

Solo una società socialista, guidata dal potere operaio e popolare, sarà in grado in futuro di garantire la sicurezza sociale, un lavoro dignitoso, abitazioni dignitose, un'assistenza completa e la migliore salute possibile per tutti.

Il Partito del Lavoro d'Austria  pone al centro dei suoi sforzi la lotta per soddisfare i bisogni immediati della classe lavoratrice, dei lavoratori autonomi poveri nelle zone urbane e rurali, sottolineando al contempo la necessità di superare il capitalismo. Fin dall'inizio della crisi, il PdA ha insistito affinché la lotta di classe continuasse anche in condizioni di pandemia. Ha smascherato  la falsa unità nazionale alla quale  la classe borghese ha cercato di condurre  il popolo, sottolineando al contrario che la vera unità era quella della classe borghese e di tutti i suoi partiti nel perseguire politiche antioperaie.

Nella nostra propaganda sottolineiamo la necessità di prepararci immediatamente alla massiccia offensiva  della classe capitalista contro i diritti della classe operaia. Solo un efficace fronte operaio, organizzato in classi, sarà in grado di contrastare gli attacchi e di passare alla controffensiva.

Per adeguarsi alle nuove condizioni, il nostro partito ha recentemente cercato di migliorare la sua presenza online. In particolare, ha dato il via al suo nuovo giornale online, con primi risultati molto positivi, che ovviamente non sono sufficienti.

Il centro della lotta deve essere, e sarà, quello all'interno delle imprese e nei sindacati. Date le circostanze, i membri del nostro partito sono stati ancora più sollecitati a trovare il modo di raggiungere le masse più numerose della classe operaia, e di influenzare efficacemente i sindacati, attualmente sotto il controllo della socialdemocrazia e del "Partenariato sociale", per trasformarli nuovamente in  un'arma nelle mani della classe lavoratrice.

Ci troveremo  in prima linea nella lotta: per i nostri diritti, per le nostre necessità, per il nostro futuro, per il socialismo.


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