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Sui profitti "verdi" e di guerra dei gruppi d'affari e sulla povertà energetica dei popoli

Iniziativa Comunista Europea (ICWPE) | initiative-cwpe.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/11/2022

La guerra in Ucraina ha acuito le disuguaglianze già esistenti nella nostra società, esacerbando il peggioramento delle condizioni di vita della maggioranza dei lavoratori, reduci della crisi capitalistica del 2020 catalizzata dalla pandemia di Covid-19. Secondo i dati ufficiali dell'Unione Europea, un abitante su quattro dell'UE (oltre 122 milioni di persone) vive in condizioni di povertà.

In realtà, i prezzi hanno iniziato a salire alle stelle prima della guerra. La causa è la "transizione verde" dell'UE, la liberalizzazione del mercato dell'energia, l'eliminazione progressiva della lignite e una borsa dell'energia che protegge la redditività dei gruppi commerciali dell'energia. È una sfacciata menzogna che i colossi dell'energia condividano i loro profitti con la popolazione.

Il peso che grava sulle spalle del popolo è accresciuto anche dalla guerra imperialista in corso in Ucraina tra UE-NATO-USA e Russia. Nonostante gli obiettivi dell'UE, dei governi e dei partiti del capitale di ridurre la dipendenza dal gas russo, di far prevalere le fonti di energia rinnovabile nel settore energetico e di avvantaggiarsi di stanziamenti del Fondo di ripresa, il prezzo dell'energia non è diminuito, anzi è aumentato. Questa situazione sta colpendo milioni di famiglie della classe operaia e peggiorerà con l'arrivo dell'inverno, causando un crescente malcontento popolare. Nel luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato l'inclusione dell'energia nucleare e del gas naturale nelle energie "verdi", dimostrando ancora una volta che la promozione da parte dell'Unione Europea di una o dell'altra fonte energetica non si basa su criteri ambientali, ma sugli interessi dei monopoli.

Nel primo semestre del 2022, l'azienda elettrica statale svedese Vattenfall e il monopolio spagnolo Iberdrola hanno aumentato i loro profitti rispettivamente del 39% e del 36%. Allo stesso modo, Galp ha triplicato i suoi profitti in Portogallo e la multinazionale italiana Eni ha quadruplicato i suoi profitti. Un altro esempio paradigmatico è stato il monopolio francese EDF, che, con un aumento del 67% delle vendite, ha approfittato di una nuova nazionalizzazione dell'azienda - del valore di 9,7 miliardi di euro - per alleviare alcune difficoltà derivanti dalla manutenzione delle centrali nucleari più vecchie, scaricando così 5,3 miliardi di euro di perdite sulla popolazione.

L'Iniziativa Europea dei Partiti Comunisti e Operai evidenzia il ruolo degli Stati borghesi che difendono gli interessi dei loro capitalisti e comprimono deliberatamente le esigenze della classe operaia e degli strati popolari dei loro Paesi. Questa caratteristica diventa più forte che mai ora, quando le contraddizioni interimperialiste si stanno acuendo. L'Unione Europea utilizza la legittima preoccupazione popolare per le questioni ambientali come pretesto per aumentare i profitti dei suoi monopoli, perché nessuno Stato capitalista può difendere gli interessi della classe operaia.

L'Iniziativa Europea dei Partiti Comunisti e Operai ribadisce il suo impegno a lottare contro i monopoli e contro l'aumento dei loro profitti a scapito dell'impoverimento generale della nostra classe. Ci impegniamo a lottare per alleviare i lavoratori attraverso una riduzione dei prezzi dell'energia, del carburante e degli alimenti, nonché l'abolizione delle tasse antipopolari. Ci impegniamo a lottare affinché i lavoratori non diventino carne da macello nelle guerre tra blocchi imperialisti. Ci impegniamo a lottare per una società in cui si possa vivere in modo dignitoso e soddisfare i nostri bisogni contemporanei su base scientifica; per il rovesciamento del potere dei monopoli e la costruzione del socialismo-comunismo.


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