Secondo l'Economist, la guerra in Ucraina ha portato anche a un aumento del numero di morti in Europa lo scorso inverno. Molte persone sono rimaste senza riscaldamento a causa dell'aumento delle bollette energetiche. Fino al punto di perdere la vita.
La crisi energetica dello scorso inverno è stata molto meno grave di quanto previsto, grazie soprattutto al clima eccezionalmente caldo. Il 2022-23 è stato infatti il "secondo inverno più caldo mai registrato" in Europa. La domanda di gas naturale è stata conseguentemente molto più bassa di quanto sarebbe stata altrimenti.
Ciononostante, faceva ancora freddo e la gente doveva riscaldare le proprie case. Tuttavia, secondo l'Economist, i prezzi elevati del gas hanno scoraggiato molti europei dal farlo, causando 68.000 morti in eccesso nel continente. L'Economist aveva previsto questo fenomeno e la previsione si è rivelata giusta. O almeno così afferma il settimanale britannico.
Come sono giunti gli analisti alla cifra di 68.000? In primo luogo, osservano che tra novembre 2022 e febbraio 2023 ci sono stati 149.000 decessi in eccesso, ovvero l'8% in più rispetto alla media quinquennale 2015-2019. Circa 60.000 di questi sono stati ufficialmente registrati come decessi Covid, quindi sottratti dal totale.
Gli analisti hanno quindi cercato di determinare se i prezzi dell'energia fossero correlati con il tasso di decessi in eccesso non Covid nei Paesi europei e la loro conclusione è stata affermativa, come mostra questo grafico.
Esiste una forte associazione positiva tra i prezzi dell'energia e l'eccesso di mortalità non covid per 100.000 abitanti. Va notato che la Gran Bretagna è uno dei Paesi con i prezzi dell'energia più alti e con il più alto eccesso di mortalità "non Covid".
Il modello utilizzato dall'Economist, che tiene conto di vari fattori, ha rilevato che "un aumento dei prezzi di circa 0,10 euro per kWh" è associato a "un aumento della mortalità settimanale di un Paese di circa il 2,2%". Ciò significa che se i prezzi dell'energia non fossero aumentati, ci sarebbero stati 68.000 decessi in meno in Europa.
Ho qualche riserva rispetto la metodologia utilizzata. L'Economist sembra aver usato il numero assoluto di morti in eccesso per 100.000 abitanti come misura dei risultati, il che non tiene realmente conto dell'invecchiamento e "premia" i Paesi con un tasso di natalità più basso. Tuttavia, le distorsioni non sono enormi ed è improbabile che abbiano influenzato seriamente l'analisi (il dato reale potrebbe essere inferiore del 10-15%).
Il settimanale fornisce anche una stima del numero di vite salvate grazie ai sussidi energetici, arrivando a una cifra di 26.600. Considerando che i sussidi avevano un valore di circa 600 miliardi di euro, si tratta di circa 25 milioni di euro per ogni vita salvata, una cifra molto più alta delle stime abituali stime del "valore di una vita statistica" [valore economico utilizzato per quantificare il beneficio di evitare un incidente mortale, ndt].
L'aumento dei prezzi dell'energia dello scorso anno è stato in parte dovuto all'incertezza causata dall'invasione russa ed era quindi probabilmente inevitabile. Tuttavia, è stato anche il risultato delle sanzioni autoimposte dall'Europa contro l'energia russa, nonché della decisione della Russia di ridurre le sue forniture di gas (prima del sabotaggio del gasdotto Nord Stream).
Come ha osservato lo Spectator in un recente editoriale, le sanzioni contro la Russia hanno ampiamente fallito. Non hanno impedito alla Russia di entrare in guerra, tantomeno hanno "ridotto in pezzi" il rublo. Inoltre, hanno favorito i cinesi, i nostri presunti rivali, che hanno potuto acquistare energia a prezzi ridotti.
Come se non bastasse, sembra che queste sanzioni abbiano anche causato la morte di persone anziane in Europa.