www.resistenze.org - osservatorio - europa - politica e società - 02-07-24 - n. 905

Le lezioni delle elezioni europee

Greg Godels | zzs-blg.blogspot.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/06/2024

Le recenti elezioni del Parlamento europeo hanno sconvolto i partiti europei tradizionali e i loro amici e alleati internazionali.

L'organo legislativo europeo, composto da 720 membri, è stato in gran parte l'ancella dei tecnocrati di Bruxelles, che hanno creato la direzione economica e sociale dell'Unione Europea. Fin dalla sua nascita, l'UE ha presentato un volto stabile e affidabile di governo capitalista organizzato intorno al fondamentalismo del mercato, riducendo al minimo l'intervento sul mercato e rallentando, o addirittura invertendo, la crescita del settore pubblico. Il centro-destra e il centro-sinistra - i tradizionali partiti rappresentanti del mondo degli affari - liberali e socialdemocratici - si sono uniti per garantire questa agenda.

Con la demoralizzazione o il declino della sinistra anticapitalista, c'è stata poca resistenza all'avanzamento del programma dell'UE.

Nella breccia lasciata da una sinistra anticapitalista marginale o intimidita, è entrata una nuova ondata di populisti di destra che si preparano a sfruttare la crescente insoddisfazione di massa nei confronti del capitalismo del XXI secolo e dei suoi custodi politici. I contraccolpi economici, la stagnazione o il declino del tenore di vita, l'inadeguatezza della sicurezza sociale e occupazionale, la disuguaglianza, le lotte sociali e il fenomeno dell'emigrazione subiti dai lavoratori europei reclamavano un'espressione politica. Gli opportunisti di destra hanno risposto volentieri a questi appelli con un vuoto nazionalismo, un preteso giudizio di biasimo e di anti-elitarismo culturale.

In tutta Europa, partiti nuovi e rinnovati come il Partito della Libertà austriaco, il Rassemblement National francese, Alternativa per la Germania, il partito Fidesz ungherese, i Fratelli d'Italia e la Lega italiani, il Partito della Libertà olandese, Vox spagnolo e molti altri, si contendono lo spazio dell'opposizione radicale lasciato libero o trascurato dalla sinistra anticapitalista.

Se i partiti comunisti europei potevano sempre contare su un voto di protesta molto più robusto del loro elettorato di riferimento, il voto di protesta ora va per default alla destra populista.

Per arginare la marea populista di destra, vari strateghi hanno escogitato nuove alleanze, accordi di condivisione del potere, persino governi tecnocratici. Nuovi partiti populisti "di sinistra" - Syriza, PODEMOS, France Insoumise - sono sorti per trarre sostegno dalla stessa rabbia e frustrazione di massa sfruttata dalla destra populista.

Ma nessuna di queste presunte risposte al populismo di destra è riuscita a contenere o a invertire la sua avanzata. Le elezioni parlamentari europee di metà giugno hanno segnato, per molti versi, un nuovo apice per il populismo di destra. Sia in Francia che in Germania - le due colonne portanti del progetto dell'Eurozona - la destra ha ottenuto guadagni considerevoli.

In particolare, il Rassemblement National francese (RN) - il partito storico della famiglia Le Pen - ha ottenuto più del doppio dei voti (31+%) del partito di governo di Macron. In un atto di frustrazione e, forse, di disperazione, Macron ha chiesto elezioni nazionali anticipate per la fine di giugno. Senza dubbio si aspetta di convocare un "fronte unito" contro la minaccia di un governo di destra, come ha fatto con successo in passato. Presume che il suo partito e la RN passeranno il primo turno e la sinistra non avrà altra scelta che sostenerlo al ballottaggio.

Nel frattempo, il tasso di approvazione di Macron in Francia ha raggiunto il minimo storico del 5,5%. E ha iniziato la sua campagna attaccando sia la destra che la sinistra ("la febbre degli estremi") - difficilmente una formula per attrarre la sinistra in un secondo turno di voto.

Ma i partiti della sinistra moderata - France Insoumise, Partito Comunista, Socialisti e Verdi - hanno messo insieme il loro traballante "fronte unito" per avere un impatto al primo turno. La domanda interessante è se il partito di Macron restituirà il favore e sosterrà questo sforzo in un secondo turno contro la RN. Dubito che lo faccia. La "solidarietà" borghese arriva solo fino a un certo punto.

In Germania, il partito di destra, semi-populista, Alternativa per la Germania (AfD) è diventato il secondo partito dietro i cristiano-democratici, raccogliendo più voti di tutti i partiti della coalizione di governo. Il partito dei Verdi, che si batte per la guerra, ha subito un colpo particolarmente duro in queste elezioni, perdendo nove seggi.

Sebbene l'AfD abbia fatto meno del RN per tentare di depurare la sua organizzazione dai detriti del fascismo, trae comunque un grande sostegno dagli elettori della classe operaia in protesta. Il sondaggio della ARD tedesca ha rilevato che "ben il 44% ha votato per l'AfD per la delusione nei confronti degli altri partiti".

È così che va inteso gran parte del sostegno elettorale alla destra populista. La destra tradizionale ha a lungo tratto il suo sostegno dalla borghesia, dalle piccole imprese, dagli strati professionali: coloro che proteggono il loro status in una società capitalista. La destra populista, facendo un ulteriore passo avanti in questo approccio - attraverso la nostalgia, il malcontento mal riposto, il falso anti-elitarismo e la promessa fasulla di un cambiamento che cambi la vita - si rivolge alle masse: gli alienati dalla società capitalista. A meno che non si voglia cinicamente liquidare il popolo per le sue scelte sbagliate o rimproverarlo per il suo cattivo giudizio, si deve concludere che i partiti di sinistra esistenti hanno fallito con le masse, hanno perso la loro credibilità e hanno ceduto la leadership sulle questioni popolari, permettendo al populismo di destra di riempire la breccia.

Ci si poteva immaginare che Le Pen o addirittura Macron ottenessero i voti dei lavoratori francesi dal Partito Comunista del dopoguerra di Thorez, Duclos e Rochet, il partito stimato per il suo ruolo contro il fascismo e il partito che prometteva il socialismo?

Ci si poteva immaginare che Berlusconi, la Lega, il Movimento Cinque Stelle, Fratelli d'Italia allontanassero la classe operaia italiana dal Partito Comunista di Togliatti, il partito che ha guidato la lotta antifascista, il partito che ha offerto ai lavoratori italiani una lotta dignitosa contro il capitale?

Ci si poteva immaginare che l'AfD fiorisse nella DDR, quella parte della Germania che oggi fornisce il maggior numero di voti all'AfD?

Oggi tutto questo accade perché il Partito Comunista Francese ha abbandonato il suo ruolo storico di portavoce della classe operaia e non ascolta i lavoratori né mette i loro interessi al primo posto della sua agenda.

Il partito italiano si è dissolto trentacinque anni fa e ha aperto la strada a decenni di farsa politica e falso populismo nella politica italiana.

E il saccheggio capitalista dell'ex Repubblica Democratica Tedesca ha piantato i semi della disperazione che sono cresciuti nell'AfD.

Ma non deve essere per forza così. La storia non raccontata delle elezioni parlamentari europee rivela un mondo di possibilità.

I media hanno volutamente trascurato gli impressionanti successi della sinistra in Grecia e in Germania. In entrambi i casi, il partito della classe operaia, l'incarnazione del socialismo di principio, l'antimperialismo militante e la promessa di pace hanno attirato gli elettori. Laddove la sinistra debole e diluita ha fatto campagna elettorale sulla paura della destra e sulla difesa della politica estera dell'Unione Europea, il Partito Comunista di Grecia e un nuovo partito radicale tedesco hanno sorpreso gli osservatori con successi significativi.

Il Partito Comunista di Grecia (KKE) ha quasi raddoppiato la sua percentuale di voti rispetto alle precedenti elezioni parlamentari europee tenutesi nel 2019. I risultati hanno superato sostanzialmente anche le percentuali parlamentari dello scorso anno. La sua forza si è manifestata soprattutto nell'Attica e nelle aree urbane e operaie. Questi avanzamenti sono stati ottenuti grazie alla posizione di principio del KKE e nonostante il fatto di nuotare contro la marea del capitalismo e della guerra dell'UE condivisa da tutti gli altri partiti. Il KKE dimostra che sconfiggere il populismo di destra è possibile dando risposte reali, coraggiose e radicali alla disperazione dei lavoratori.

In Germania, l'ala sinistra del partito Die Linke - quella orientata alla classe operaia e antimperialista - si è finalmente staccata e ha fondato un nuovo partito che si oppone apertamente all'agenda dell'Unione Europea, al suo capitalismo istituzionalizzato e alle sue politiche di guerra. Guidato dall'indipendente Sara Wagenknecht, il nuovo partito è stato organizzato rapidamente cinque mesi fa, ma ha ottenuto il 6,2% dei voti alle elezioni parlamentari europee. Il partito Die Linke, che continuava a scendere a compromessi e ad avere un orientamento centrista, è stato sconfitto, riducendosi al 2,7% dei voti. Secondo i sondaggi di ARD, il nuovo partito ha preso 400.000 voti da Die Linke, 500.000 voti dai socialdemocratici e 140.000 voti dall'AfD. In alcune zone della Germania orientale, il nuovo partito - che non ha ancora un nome definitivo - ha raccolto fino al 15% dei voti.

Forse meglio di qualsiasi risultato, il nuovo partito ha inferto un duro colpo all'idea che si debba fermare la destra populista radunandosi al centro in difesa di un capitalismo moribondo. Come ci ricorda Lenin, due questioni hanno ora la precedenza su tutte le altre questioni politiche: la questione del pane e la questione della pace. Il nuovo partito di Wagenknecht ha dato la precedenza a queste due questioni, attaccando il malessere economico e l'inflazione della Germania e la guerra mortale in Ucraina. Dovremmo seguire da vicino lo sviluppo del nuovo partito.

Occupandosi degli interessi della classe operaia, anche il Partito Comunista Austriaco e il Partito dei Lavoratori del Belgio hanno guadagnato terreno contro l'ondata populista di destra.

Dovrebbe essere chiaro che la vuota tattica di opporsi al populismo di destra facendo quadrato attorno ai partiti centristi mainstream si sta rivelando fallimentare. L'idea che gli elettori possano essere allontanati dai populisti con un approccio di "fronte unito contro i cattivi" ha fallito nel conquistare le persone che hanno un disperato bisogno di pane e pace.

Questi esempi mostrano un approccio di principio collaudato al problema della destra populista, un approccio che non ricorre né a un ripiegamento verso il centro e né a un "fronte unito" fasullo, insostenibile e inefficace. La sete di cambiamento c'è.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.