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- osservatorio - genere resistente - 07-03-22 - n. 820
Dichiarazione della FSM sulla giornata delle donne lavoratrici
Federazione Sindacale Mondiale (FSM-WFTU) | wftucentral.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
04/03/2022
8 marzo 1857 - 8 marzo 2022: 165 anni dopo
165 anni fa, quando le lavoratrici delle fabbriche tessili di New York, l'8 marzo 1857, scioperarono e manifestarono per "dieci ore di lavoro, luoghi di lavoro luminosi e sani, salari uguali a quelli dei lavoratori maschi del tessile", certamente non immaginavano che nel 2022 tutte queste richieste sarebbero state ancora oggetto di rivendicazione.
165 anni fa, certamente non immaginavano che nel 2022, con tanti e tali progressi nella scienza e nella tecnologia, dopo la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, il lavoro delle donne avrebbe portato orari ancor più flessibili, con orari spezzati e irregolari, sottoccupazione, occupazione anche durante la maternità grazie al telelavoro e allo sviluppo dell'informatica.
165 anni fa, le lavoratrici in sciopero non potevano immaginare che ragazze e ragazzi minorenni sarebbero stati ancora vittime di molestie sessuali, con decisori e politici che "rabbrividiscono" di orrore di fronte alle rivelazioni del movimento me too, mentre spesso sono essi stessi coinvolti in tali scandali.
165 anni fa, queste lavoratrici che hanno lottato duramente contro le forze di polizia per una vita migliore per loro stesse e per i loro figli, non avrebbero potuto immaginare che nel 2022 una pandemia avrebbe "smascherato" questo sistema socio-economico chiamato capitalismo a livello mondiale, poiché la mercificazione della salute ha lasciato tutti i sistemi sanitari pubblici senza forniture, senza personale, senza unità di terapia intensiva, senza attrezzature, con il risultato che milioni di persone nel mondo sono morte per una malattia che, in base al progresso della medicina, avrebbe potuto essere curata.
E certamente 165 anni fa, nessuno avrebbe immaginato che nel 2022, la gente avrebbe cominciato a temere la luce invece del buio, dato che il costo dell'elettricità è ormai determinato in borsa e nessuna residenza popolare può permettersi l'enorme aumento del suo prezzo.
165 anni fa le tessitrici di New York non avrebbero potuto immaginare neanche che nel XXI secolo, dopo due sanguinose guerre mondiali che sono costate la vita a milioni di persone e che hanno distrutto metà del pianeta, gli imperialisti della terra avrebbero nuovamente forzato i confini dei paesi per controllarne le risorse, devastando i popoli di ogni luogo che invadono, lasciandosi dietro morti, feriti, rifugiati e miseria indicibile.
Le lavoratrici del 1857 forse non immaginavano tutto questo, ma sapevano, quando scioperarono, di trovarsi di fronte a datori di lavoro crudeli, sostenuti dal sistema politico, il cui scopo era quello di sfruttare al massimo la loro forza lavoro. Forse queste lavoratrici non avevano ben chiaro in mente quale fosse la causa della loro disuguaglianza, ma ebbero la determinazione di alzarsi e pretendere quanto era naturale pretendere.
È questa determinazione che oggi onoriamo, il coraggio che queste donne ebbero nel non permettere che la loro schiavitù sociale si perpetuasse.
165 anni dopo, ricordiamo e onoriamo la loro lotta e il loro sacrificio e continuiamo dove hanno lasciato. La Federazione Sindacale Mondiale e il movimento di classe mondiale conoscono bene la causa della disuguaglianza delle donne, della doppia oppressione che subiscono sia per il loro genere che per l'appartenenza di classe, sappiamo dei valori corrotti che influenzano gli atteggiamenti e la coscienza delle donne e degli uomini. È il capitalismo, un sistema socio-economico basato sullo sfruttamento della forza lavoro per il profitto dei monopoli e dei capitalisti, non per il benessere dei molti.
165 anni dopo, abbiamo esperienza e conoscenza. Siamo stanchi di promesse, di teorie e retorica, di politici e sindacalisti che ci presentano una realtà rovesciata per convincerci che non c'è alternativa al sistema esistente, che possiamo migliorare ma non cambiare. Siamo stanchi di sentir parlare di responsabilità individuale, della disuguaglianza delle persone come qualcosa di naturale, del fatto che è normale che vi siano ricchi e poveri, del fatto che i poveri devono dipendere dalla carità dei ricchi. Insomma, come diceva Eduardo Galeano, cercano di convincerci che viviamo in un mondo "alla rovescia", con i piedi in alto e la testa in basso.
165 anni dopo, diciamo basta!!!! L'8 marzo è un altro anniversario nell'antologia del movimento sindacale mondiale, che ci ricorda che c'è un altro modo di vivere.
Sappiamo che dopo la Rivoluzione d'Ottobre, quando si stava costruendo la nuova società socialista, l'emancipazione delle donne e la loro uguale partecipazione all'attività sociale, produttiva e culturale erano tra i compiti fondamentali dello stato sovietico. Per un breve ma decisivo periodo della storia umana abbiamo vissuto e goduto di ciò che significa trasferire le funzioni del nucleo familiare individuale alla società, abbiamo vissuto e goduto della protezione della maternità, dell'ascesa della formazione professionale e sociale delle donne.
Ma come Federazione Sindacale Mondiale e movimento sindacale di classe internazionalista, non abbiamo mai messo gli uomini contro le donne, né ci siamo mai illusi che la nostra differenziazione biologica sia da biasimare per la disuguaglianza e l'oppressione delle donne. Mao Tse-tung diceva che "Le donne portano sulle loro spalle la metà del cielo e devono conquistarsela". Ma l'altra metà è portata dagli uomini e noi, il movimento di classe mondiale, vogliamo che tutto il cielo sia nostro, senza sfruttamento, senza discriminazione, senza povertà e sofferenza. Vogliamo che tutte le persone vivano con dignità, che sviluppino il 100% del loro potenziale e delle loro capacità, che vivano liberamente, qualunque sia il loro sesso, il loro colore, la loro religione.
Il più grande onore per le lavoratrici che si sono sollevate l'8 marzo 1857 è continuare la loro lotta per l'uguaglianza di trattamento delle donne in una società che sia uguale per tutti. E noi siamo impegnati in questo. Il nostro prossimo 18° Congresso, il Congresso della Federazione Sindacale Mondiale, che è un punto culminante del movimento sindacale mondiale, ci troverà ancora più pronti, più determinati e più esigenti, non solo per l'emancipazione delle donne ma di tutta la classe lavoratrice, in tutto il pianeta. Con posizioni chiare, con una visione brillante, con uno spirito combattivo come quello delle lavoratrici che non si sono piegate sotto la violenza della polizia o le proteste dell'ordine costituito.
Onore e gloria alle scioperanti di New York del 1857.
La lotta continua fino alla vittoria finale!
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