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- osservatorio - italia - politica e società - 09-12-09 - n. 298
Roma. La Federazione della Sinistra rimette insieme quel che può. Ma per la verifica dei fatti occorrerà attendere marzo
di redazione
Al teatro Brancaccio di Roma (dove nel 1991 nacque di fatto Rifondazione Comunista) gremito dai militanti venuti a Roma per la manifestazione "No B Day", sabato si è tenuta l'assemblea che ha avviato la fase costituente della Federazione della Sinistra. I soggetti fondatori sono al momento PRC, PdCI; Socialismo 2000 e Lavoro e Solidarietà. All'assemblea sono intervenuti come ospiti il presidente dell'ANPI di Roma Rendina, il segretario del partito comunista di Cipro (Akel) e il dirigente della Linke tedesca Lothar Binski. Tra gli interventi dal palco si segnalano quello di Agnoletto, di una precaria delle tlc, di una studentessa. In prima fila nella platea anche Bernocchi dei Cobas, esponenti di Sinistra e Libertà e Vincenzo Vita del PD.
Non c'è stato invece l'intervento della Rete dei Comunisti che nell'assemblea nazionale precedente (luglio) aveva annunciato interesse ed una interlocuzione leale con il processo costituente della Federazione, ma che in documento reso noto in questi giorni segnala il riprecipitare delle priorità della nascente Federazione sul terreno dell'elettoralismo e dell'alleanza subordinata con il PD nelle prossime elezioni regionali piuttosto che sul terreno dell'indipendenza politica. Assenti anche Sinistra Critica e Sinistra Popolare.
E' stato Cesare Salvi ad aprire i lavori indicando la "battaglia per ridare centralità al lavoro" e "la battaglia per un'alternativa sociale, per una democrazia e un'etica pubblica fondate sul valore sociale del lavoro, sulla dignità e i diritti di tutte e di tutti" come linee guida della Federazione. Salvi lancia poi la proposta di un referendum popolare per l'abrogazione della legge Biagi.
Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti Italiani ha in qualche modo "marcato il suo territorio" dentro la Federazione auspicando per il futuro che "La Federazione non sia un punto d'arrivo ma la tappa di un percorso che possa arrivare al partito".
"Io sono comunista e intendo rimanere comunista - ha aggiunto - ma non voglio che la parola comunista sia una gabbia. I comunisti più avanzati - penso all'Asia, all'Africa o all'America Latina dove non si chiamano comunisti ma operano come se tali fossero - sono comunisti del ventunesimo secolo, non del diciannovesimo".
Giampaolo Patta ha insistito nel mettere al centro il lavoro e ad avviare il tesseramento nei posti di lavoro. Ha criticato "il liberismo-casinò che ha aumentato la diseguaglianza tra le persone" ed ha invitato la Federazione della Sinistra a "dare una rappresentanza politica di classe al lavoro".
Concludendo l'assemblea, Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista si è rivolto "a tutti coloro con cui abbiamo litigato in questi anni" per "riprendere un cammino comune", un appello a "tutti quanti a sinistra non si riconoscono nei partiti attuali". Ferrero non ha mancato di segnalare l'esistenza di punti di vista diversi con Diliberto, soprattutto sulla natura della Federazione (che Diliberto vede come passaggio verso il partito e che Ferrero vede invece come sperimentazione di una ipotesi diversa). L'autocritica sulla guerra e sulle scelte fatte durante il governo Prodi sulla missione in Afghanistan è stata netta: "E' stato un errore che non si dovrà ripetere mai più... Alcuni compagni hanno fatto confusione tra Lenin e Machiavelli...Il no alla guerra deve essere un punto non negoziabile". "Per Ferrero la Federazione non dev'essere l'aggregazione di quanti si sentono "ancora di sinistra", bensì quella di tutti coloro che "ridiventano ogni giorno anticapitalisti; che si sentono indipendente dai padroni, dai poteri e gli interessi particolari, dal patriarcato, dal Vaticano".
In questo senso per il leader del Prc la nuova soggettività politica della sinistra si colloca "al di fuori e contro" il bipolarismo: "Non ci consideriamo cioè la sinistra estrema della socialdemocrazia - spiega - ma vogliamo costruire un polo politico autonomo. Una sinistra che non si propone solo di rappresentare, ma che si propone di ricostruire le relazioni e le pratiche sociali che permettano di sconfiggere quel senso di smarrimento e di precarietà che poi portano a rifugiarsi nel populismo".