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Nasce il reparto Ernesto Che Guevara !

Organizzazione Comunista per l'Infanzia | pionieridelfuturo.wordpress.com

14/06/2013

Nel giorno dell'anniversario della nascita del Che, nasce a Roma il reparto Ernesto Che Guevara !

Ne fanno parte bambini e bambine che condividono il desiderio di giocare e divertirsi insieme e di conoscere il mondo per poterlo cambiare, in meglio !

I Pionieri del Futuro del Reparto Ernesto Che Guevara danno appuntamento a settembre a tutti i bambini di Roma che vogliono condividere con loro questa avventura.

Vi aspettiamo !


Invito a tutti i bambini !

I Pionieri sono bambini che si organizzano per giocare, per conoscere il mondo e per renderlo un posto migliore. Ti va di venire con noi ?

E iniziano con quello che gli è più vicino: la sede da trovare e da far diventare più bella, le strade del loro quartiere, le regole nel loro gruppi di amici. Perché sono bambini e i bambini son fatti così: per loro il mondo non si cambia a parole o in posti lontani ma mettendo le mani e cominciando da qui.

Che dici ? Vuoi darci una mano anche tu ? Per cambiare le cose i Pionieri usano fantasia, coraggio e onestà e lavorano insieme perché stare insieme li rende forti e tanti occhi vedono meglio di uno!

E tu, vuoi essere uno di noi? Il Pioniere ama conoscere il mondo e per questo ama studiare, anche se a volte se lo dimentica. Ma lo studio non si fa solo sui libri: si studia anche con le mani che vogliono giocare, con le gambe che vogliono correre, con le labbra che vogliono ridere, con i denti che vogliono masticare …

Si studia a casa a scuola in cortile e al parco: ogni volta che c'è qualcosa di nuovo da imparare: un nuovo gusto di gelato, una farfalla con nuovo colore nelle ali, un nuovo modo di fare gol, noi ci mettiamo a "studiare" e ci divertiamo un sacco.

Che dici, vuoi "studiare" così anche tu insieme a noi ? I Pionieri sono amici, perché imparano a conoscersi facendo insieme le cose, aiutandosi e dando ognuno il meglio di sé, anche quando sembra che non c'è.

Un bel modo di fare amicizia, non trovi ? I Pionieri conoscono il valore del lavoro. E' con il lavoro che l'essere umano ha reso la sua vita più bella e sicura, l'ha resa anche un'avventura !

Vuoi darti da fare con noi ? I pionieri non amano chi sfrutta il lavoro degli altri per diventare ricco da solo, e neanche chi sfrutta la sua forza per sottomettere i deboli.

La guerra invece, la detestano proprio! Perché si fa per prepotenza e fa nascere infinito dolore e noi invece vogliamo essere felici e vogliamo che lo siano tutti, non solo i più prepotenti o i più furbi.

E tu, vuoi essere felice, insieme a noi e a tutti i Pionieri del mondo? I Pionieri non sono mai soli ci sono Pionieri in tante parti del mondo a Cuba in Corea in Venezuela e tanti altri angoli di questa Terra e sono tutti fratelli, fratelli contro la guerra.

Allora, che dici, vuoi essere Pioniere anche tu ? Ritaglia con noi il tuo fazzoletto rosso ti servirà a ricordare che vuoi essere felice insieme ai tuoi amici: i Pionieri di tutto il mondo ! e a tutti quelli che lavorano e lo mandano avanti, il mondo, proprio questo mondo qui ! senza voler sfruttare nessuno e senza volere le guerre.

Ora annodalo al collo il tuo fazzoletto rosso e vieni vieni con noi: verso il futuro !


I pionieri: un cuneo nel partito nuovo di Togliatti

Organizzazione Comunista per l'Infanzia | pionieridelfuturo.wordpress.com

08/03/2013

Studiare la storia dei Pionieri è come studiare un microcosmo nel quale ritrovare vicini, e quindi più facilmente comprensibili, tutti gli elementi che agitarono il movimento comunista italiano tra gli anni che seguirono la seconda guerra mondiale e i primi anni '60. Anni importanti, perchè furono quelli che delinearono e videro la messa in pratica di una strategia che ancora non ha finito di dipanare i suoi effetti.

Anni in cui alcune opzioni furono accantonate e altre portate avanti. Molte volte ci siamo trovati a pensare che il periodo più proficuo in cui andare ad indagare la politica, la società e la cultura italiana per provare a riannodare i fili del nostro impegno siano proprio quelli.

E allora, studiare una realtà concreta, con una sua storia, con dei protagonisti di grande valore, come furono innanzi tutto Gianni Rodari, ma anche Marcello Argilli, Claudio Pagliarini, Dina Rinaldi, ci potrà essere di grande aiuto. Vedremo sotto i nostri occhi riaccendersi vicende reali, vive, nelle quali le scelte strategiche del PCI segnarono le vite e l'impegno di molti.

Approfondendo ciò che fu l'esperienza dei Pionieri in Italia nel secondo dopoguerra, ci andremo a confrontare, inevitabilmente, con quelle che furono le conseguenze dell'apertura verso il mondo cattolico del partito nuovo di Togliatti.

L'esperienza dei Pionieri fin dal suo inizio fu segnata dai motivi che avrebbero poi portato alla sua fine, che furono due, strettamente collegati tra loro. Il primo fu che la dirigenza del partito non volle credere fino in fondo a questo progetto, il secondo che questo progetto fu ostacolato con tutti i mezzi, leciti e illeciti dalla Chiesa cattolica.

Il rapporto tra PCI e chiesa cattolica, l'apertura di credito che Togliatti diede alla cultura cattolica, fu un asse fondamentale della democrazia progressiva, uno degli assi strategici di quel partito nuovo che si propose di ricostruire e gestire il Paese insieme agli altri partiti democratici. La democrazia progressiva mirava a riformare lo stato borghese tramite conquiste successive, migliorando gradualmente le condizioni di vita della classe lavoratrice e occupando in maniera via via più ampia posizione di potere, non solo negli organi legislativi, ma in tutti gli apparati statali e nella società nel suo complesso. Una politica dettata da molti fattori, nazionali e internazionali e che poneva la necessità di una mediazione di lungo periodo con la borghesia e la borghesia si raccoglieva in quegli anni, nei suoi interessi e nella sua ideologia, in grande misura intorno alla chiesa cattolica.

Ma c'era una dialettica interna al Partito e una capacità delle masse di organizzarsi intorno al PCI che premeva in una direzione di maggiore conflittualità, di indipendenza rispetto alle compatibilità borghesi e questa autonomia si espresse anche con l'esperienza dei Pionieri.

Il lavoro con i più giovani e il loro protagonismo entrò da subito in conflitto con l'attività svolta dalle parrocchie, perché diverse e inconciliabili erano le proposte eudcative e morali in campo.

I ragazzini che si organizzarono intorno al Partito Comunista furono un'alternativa ad un modo principalmente cattolico di crescere, che vedeva - e che vede ancora - il desiderio di gioco, di partecipazione e di socialità incanalati in un modo ben preciso, dove le parole d'ordine della morale cattolica di posporre il bene dell'umanità ad un regno che non è di questa terra sono assimilate, dove al posto del protagonismo di instilla l'umiltà e poi il perdono per i mali ricevuti. Dove, in ultima analisi, si controlla e si dirige il senso comune, come i tratti profondi della personalità di ognuno, verso atteggiamenti che non mirano certamente alle assunzioni di responsabilità sociali volte ad una conflittualità di classe.

La possibilità che i bambini potessero crescere assimilando un diverso orientamento morale fu considerata negli ambienti cattolici un pericolo talmente grave da scatenare una reazione violentissima. Particolarmente nel Veneto, in una zona dove da sempre la lotta di classe si era espressa con accenti anticlericale. Furono scritti, da sacerdoti, libelli in cui si calunniavano pesantemente i giovani dirigenti dell'A.P.I. Li si accussò di istigare i bambini a comportamenti licenziosi e si arrivò ad un processo che portò all'assoluzione dei ragazzi, ma che minò l'esperienza dei Pionieri. Nel resto d'Italia nelle parrocchie si bruciavano le copie del giornalino dell'associazione e le opere di Gianni Rodari. Lo stesso Rodari subì in quel periodo la scomunica vaticana.

Quando poi si profilò la possibilità di un primo governo di centro sinistra, la Federazione Giovanile Comunista Italiana decise che era arrivato il momento di chiudere l'esperienza dei Pionieri, cedendo alle pressioni degli ambienti clericali. Il Partito Comunista decise di optare per un impegno nella riforma della scuola, decise insomma di dare, anche in questo settore, seguito alla politica della democrazia progressiva, scelse la trasformazione progressiva, ma ovviamente parziale, di una delle istituzioni centrali dello Stato, e scelse di farlo abbandonando la possibilità di organizzare autonomamente i più piccoli, abbandonando la possibilità di avere una sua autonoma proposta educativa. Lasciò che solo alla Chiesa cattolica fosse riservato il privilegio di organizzare capillarmente sul territorio, grazie alla rete degli oratori, le attività extrascolastiche dei ragazzini, mentre all'interno della scuola l'impegno dei docenti e dei genitori comunisti, di sinistra e laici dovette sempre misurarsi con la persistenza dell'insegnamento della religione cattolica e con il permanere nei programmi e nei testi scolastici di un substrato morale legato al cattolicesimo.

Certamente la strada dell'impegno nella riforma della scuola dette i suoi frutti, grazie anche all'impegno incessante che Gianni Rodari profuse in questo progetto. Ma la subalternità dei comunisti in questo ambito si è delineata negli anni. Alla mancanza di una coerente visione di classe sulla scuola, mai come oggi evidente, si è sommata la perdita di quegli strumenti pedagogici, teorici e di prassi, che solo un'organizzazione autonoma avrebbe potuto tenere vivi.

Recuperarli e aggiornarli al presente è il compito che ci assumiamo.


Perchè i Pionieri del Futuro

Organizzazione Comunista per l'Infanzia | pionieridelfuturo.wordpress.com

08/03/13

I Pionieri del Futuro sono una nuova proposta pedagogica di matrice comunista, che si ispira all'Associazione Pionieri d'Italia e alla pedagogia marxista di Anton Makarenko, di Lev Vygotskij e di Gianni Rodari.

Lavorare con i più piccoli significa per noi, educatori e comunisti, andare ad incidere su di un punto molto radicale dell'indipendenza di classe: quello dei valori morali e della costruzione una diversa socialità, che sveli l'illusione dell'individualismo e ponga le sue radici nell'agire collettivo.

Porsi come obiettivo quello di lavorare con i ragazzini in un ambito extrascolastico, non vuol dire solo andare incontro ad un'esigenza di cura dei più piccoli al di fuori della famiglia, che sempre più si renderà necessaria in questo momento di ristrutturazione del lavoro, che vedrà venire meno il tempo da dedicare alle cure parentali, in cui genitori e nonni verrano sempre più assorbiti nell'ottica di lavori precarizzati e flessibili. Vuol dire soprattutto rendersi conto di quanto il lavoro pedagogico non sia mai neutro.

Ogni scelta in questo campo poggia su una visione precisa dell'essere umano, scaturita dall'adesione o meno, anche inconsapevole,  al sistema di valori che permette all'assetto politico, economico e sociale dominante di riprodursi, pur in tutte le sue necessarie e veloci mutazioni.

Il nostri intento è dunque quello di dare ai bambini la possibilità di sviluppare un pensiero critico, saldo però su alcuni principi, che riteniamo imprescindibili all'autodeterminazione dell'essere umano: il rifiuto di ogni forma di sopraffazione e la valorizzazione del lavoro e della collaborazione come capacità collettive di progettare e realizzare i desideri e di affrontare la avversità.

I Pionieri del Futuro, così come noi li immaginiamo, saranno bambini che avranno la possibilità di vivere l'infanzia come un'avventura di cui essere protagonisti, collettivamente. Bambini che impareranno ad aver fiducia nelle proprie capacità di conoscere la realtà, di cambiarla e di immaginarne una nuova. Che avranno la possibilità di mettere in atto, concretamente, la solidarietà, così naturale nei ragazzini. Un processo pedagogico, questo, che andrà a costruire una consapevolezza morale radicata nell'esperienza, nel gioco, nelle attività artistiche e sportive e dove il valore dell'amicizia, aperta, leale, concreta sarà vissuto pienamente.

Le scelte politiche verrano dopo, ma sulla base di un' abitudine che si sarà consolidata nella lealtà, nella solidarietà, nella progettualità, nel mettersi in gioco, nelle regole condivise e nelle responsabilità assunte in prima persona.


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