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- osservatorio - italia - politica e società - 29-12-16 - n. 615
Quo usque tandem abutere, governum, patientia nostra?
Amedeo Curatoli
29/12/2016
È un'invettiva di Cicerone contro Catilina, solo che al posto di «Catilina» abbiamo messo «governum» che suona così: «Fino a quando abuserai , o governo, della nostra pazienza?». Per prima cosa questi dem al governo dem (dem sta per democratico ma suonerebbe bene anche come "governo de m...") stanno brigando, come mariuoli al mercato, per tenere in vita (magari con un altro nome, come se non fossero bastati Mattarellum, Porcellum, Democratellum, Italicum...) ancora una legge elettorale-truffa camuffandola con piccoli insignificanti cambiamenti. Temono perfino il responso della Sibilla Cumana-Consulta che potrebbe (non si può mai sapere...) emettere una sentenza a favore del progresso e della democrazia! Ormai le borghesie del XXI secolo che ancora stanno al potere, borghesie marce e puzzolenti come cadaveri putrefatti, non possono più far fronte alla «sovranità popolare» (che già di per sé -in regime borghese- è poco meno che una truffa), e quindi devono escogitare ogni sorta di «Obbrobrium» (con l'aiuto di esimi giuristi) per sotterrare definitivamente il sistema elettorale proporzionale puro e far votare la gente come dicono loro e secondo i loro sordidi calcoli di potere.
Stanno facendo la stessa cosa con il jobs act, legge scritta per conto dei loro padroni, contro la classe operaia e contro ogni altra forma di lavoro subordinato, legge che annulla la sicurezza del posto di lavoro e tutte le conquiste salariali e normative conseguite in decenni di lotte sindacali. Temono come la peste il referendum abrogativo di questa legge perché sono certi, che, come è accaduto nel precedente referendum, prenderebbero un altro schiaffone sulla bocca che gli farebbe cadere i rimanenti denti e quindi sicuramente stanno ricorrendo a qualche illustrissimo giuslavorista per trovare le scappatoie giuridiche necessarie a tenere in vita questa legge mascherandola come nuova ma che rimarrà tale e quale nella sua sostanza reazionaria antioperaia.
Ma la cosa più orrenda e provocatoria di questo governo affamatore di povera gente (e che è la esatta fotocopia del precedente) è lo stanziamento di 20 miliardi di euro per salvare alcune banche sulla via del fallimento, prima fra tutte il Monte dei Paschi di Siena (MPS), e hanno dato a questa erogazione di 20 miliardi il titolo beffardo di «salvarisparmio». Non è vero, i piccoli risparmiatori che per loro sventura hanno creduto alla solidità di MPS pagheranno amaramente e duramente, come è accaduto a quelli che hanno affidato i loro risparmi alla banca Etruria di Benevento nel cui fallimento era coinvolto il padre della ministra Boschi. La vicenda MPS svela alla luce del giorno, come mai prima d'ora, forse, la strettissima connessione tra i mestatori della finanza e il personale politico. Questo dono alle banche farà lievitare ancora di più il già stratosferico debito pubblico e produrrà un'ulteriore stretta alla politica di «austerità» che graverà interamente, come sempre, sulle spalle del popolo lavoratore e dei pensionati. E già gli altoparlanti dei padroni (Corriere della Sera, Repubblica ecc.) preannunciano, come sempre e come regalo per il nuovo anno 2017, nuove stangate e quindi un ulteriore immiserimento dei salari e delle pensioni. Una eventuale «nazionalizzazione» di MPS non risolverebbe niente, sarebbe sempre la solita munnezza: in polemica con le «riforme di struttura» di Togliatti, Mao disse che il capitalismo monopolistico di Stato è ancora più terribile, se possibile, di quello privato. Le nazionalizzazioni al di sopra delle classi non esistono.
Ma chi sono questi supremi dirigenti MPS (cui è andato amorevolmente incontro il governo) e quanto guadagnano? Il penultimo di costoro si chiama Fabrizio Viola che tra il 2012 e il 2016 per i grandi meriti acquisiti e per il suo intuito di finanziere che ha portato MPS sull'orlo della bancarotta ha guadagnato 11 milioni, cioè 2.200.000 all'anno, cioè 184.000 euro al mese. Poi l'hanno cacciato e lo sostituisce ora l'attuale Marco Morelli, la cui retribuzione è stata imposta da una direttiva dell'UE (Imperialista) per cui il Morelli, poverino, percepirà soltanto 500.000 euro l'anno (42.000 euro al mese). Questi esponenti del capitale puramente parassitario, puramente speculativo, bisognerebbe metterli in galera, sequestrargli tutti beni e dopo scontata la pena assegnargli una pensione sociale con cui trovare un alloggio, fare la spesa e pagare le bollette, come fanno milioni di povera e poverissima gente in Italia.
Non occorre Nostradamus per prevedere che le cose peggioreranno di anno in anno. E che la pazienza della gente un bel giorno si esaurirà.
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