Vi ricordate delle due ragazze statunitensi ubriache stuprate dai carabinieri a Firenze? Vi ricordate della bandiera utilizzata in tutta Europa da gruppi neonazisti apparsa in una camerata della caserma Baldisserra a Firenze - quella che ospita il VI Battaglione carabinieri Toscana e gli uffici del comando regionale - con accanto un poster con l'immagine Matteo Salvini, leader della Lega che imbraccia un mitra?
Al momento della scoperta dall'Arma resero noto che stavano "valutando provvedimenti disciplinari" per il militare ed eventuali conseguenze penali del gesto. La ministra della Difesa Roberta Pinotti chiese al Comandante Generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, "chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi". Il procuratore militare Marco De Paolis, avviò un'indagine sulla vicenda. "Chiunque giura di essere militare - ha detto Pinotti - lo fa dichiarando fedeltà alla Repubblica, alle sue leggi e alla Costituzione. Chi espone una bandiera del Reich, dunque, non può essere degno di far parte delle Forze Armate essendo venuto meno a quel giuramento". Mariastella Gelmini di Forza Italia auspicò "provvedimenti esemplari", mentre il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni definì «indecente» che una bandiera neonazista appaia in una caserma dei carabinieri ed ha chiesto che il Governo riferisca in Parlamento. Poi venne la campagna elettorale...
Delle conseguenze per la bandiera non se ne sa nulla - questo a dimostrazione di quanto siano futili le dichiarazioni istituzionali. Per lo stupro, sempre a Firenze, e sempre da parte di carabinieri dopo una serie di violazioni: hanno fatto salire a bordo le studentesse, hanno sostato all'interno di un edificio privato lasciando l'auto incustodita con all'interno le armi "lunghe", hanno modificato l'itinerario di competenza di un'altra forza di polizia ecc. - si è arrivati a processo in un clima degli anni '50. Dodici ore di interrogatorio per 250 domande nel quale alle giovani non è stato risparmiato nulla, tanto che lo stesso giudice ne ha respinto un terzo. Domande di questo tenore: "Ha mai visitato un negozio di divise a Firenze?", ha chiesto l'avvocato Giorgio Carta difensore del carabiniere Pietro Costa. "Lei indossava gli slip?" ha chiesto l'avvocata Cristina Menichetti difensore del carabiniere Marco Camuffo, a conferma che non tutte le donne sono uguali e che la questione non è di genere, ma di classe.
Stiamo riferendoci a uomini delle cosiddette forze dell'ordine, quelle che - quando vengono schiaffeggiate dai lavoratori in lotta in seguito ad una carica - politici e mezzi di informazioni scatenano il finimondo in loro difesa. O, come nel caso di Lavinia, la maestra che per aver insultato i poliziotti che difendevano i nazisti di CasaPound a Torino, si è scatenato il linciaggio mediatico fino ad invocare il licenziamento.
Siccome le agguerrite neofemministe ignorano Lavinia, e si concetrano sul "femminicidio" è bene sapere che nel 2017 gli uomini in divisa che hanno ucciso una donna con la pistola d'ordinanza sono stati 10 su 117, l'8,5%. In Italia gli agenti armati fra i 18 e i 65 anni sono 450mila, il 2,5% della popolazione maschile. Il 12,8% delle uccisioni viene commesso con la pistola, quindi tre uomini su quattro - fra quelli che sparano alla propria compagna - sono agenti della forza pubblica o guardie giurate che avrebbero il compito di difendere la popolazione. Dal momento del concorso l'idoneità psichica non viene più attestata, tranne in caso di anomalie, quindi solo se l'agente dà segni che possano preoccupare colleghi o superiori. Assurdo se si pensa all'ultimo caso, quello di Latina, per il quale né la visita dallo psicologo, né l'esposto della moglie, hanno tolto l'arma all'assassino impedendogli di uccidere tutta la famiglia. Come dire, siamo proprio in buone mani!
E, secondo le intenzioni sia della Lega (sostenuta da Berlusconi che ha promesso di riempire le strade di poliziotti) che del M5S - dopo il teatrino della campagna elettorale si stanno accordando e sgomitano per arrivare a governare -, si dovrebbe rafforzare il numero degli uomini in divisa per la maggiore sicurezza della popolazione! Due forze politiche tra le più votate che alimentano la guerra tra poveri e l'identificazione del nemico negli immigrati fomentando il razzismo. Dopo la sparatoria di Macerata, ancora una volta, infatti, a Firenze un altro senegalese - dopo i due uccisi da un iscritto a Casapound nel 2011 - è stato ucciso per mano di un italiano.
Qualunque sia la composizione del governo che uscirà dagli accordi più o meno sottobanco ci aspetta un governo ancora più autoritario e più pericoloso dello stesso operato repressivo di Minniti e del PD. La vigilanza e la lotta antifascista restano all'ordine del giorno!
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