www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 21-12-20 - n. 773

Miseria, povertà e ricchezza nel corona virus

Michele Michelino, Nuova unità n.7 * | nuovaunita.info

dicembre 2020

Così la pandemia ha reso i ricchi ancora più ricchi (e i poveri più poveri)

In questi mesi abbiamo sentito ripetere mille volte dai rappresentanti del governo, da Confindustria e sindacati confederali che siamo tutti sulla stessa barca, che l'unità nazionale - cioè quella fra sfruttati e sfruttatori - è l'unica via per salvarci, per fronteggiare questa nuova "guerra" contro il virus.

I sindacati Cgil-Cisl-Uil - e altri concertativi - hanno sottoscritto con Confindustria e il governo un accordo riconoscendo di avere gli stessi interessi. Per questi signori i lavoratori, invece della lotta di classe per difendere la loro salute e i loro interessi dovrebbero, in nome della comune lotta contro il virus, rinunciare a difendere la loro salute e la loro condizione lavorativa a vantaggio del profitto dei capitalisti.

Tuttavia a smentire questa narrazione ci sono i fatti: gli stratosferici guadagni delle multinazionali e dei loro padroni e la povertà crescente degli strati proletari e popolari.

Secondo i dati forniti dalla banca svizzera Ubs, i super miliardari sono aumentati e sono diventati ancora più ricchi: da 2.158 sono oggi 2.189, e la loro ricchezza totale è cresciuta del 27,5%, mentre i nuovi poveri, secondo dati di Coldiretti in Italia, anche a causa della pandemia, sono cresciuti di oltre un milione.

Se nel 2017 i super miliardari erano 2.158, dopo la prima ondata della pandemia sono diventati 2.189. E la loro ricchezza totale ha superato la soglia dei 10 trilioni di dollari.

Tra loro, secondo quanto riportato anche dal Corriere della sera, ci sono nomi molto noti: Jeff Bezos, proprietario di Amazon, che dal 18 marzo al 16 ottobre ha visto il suo patrimonio personale aumentato del 69,9%. Ha guadagnato quasi 80 miliardi di dollari in poco più di sei mesi.

Fra i super ricchi troviamo anche Bill Gates con un +20,4%, che porta il suo patrimonio personale a 118 miliardi di dollari. Mark Zuckerberg è invece salito a quota 97,7 miliardi, in crescita del 78,6%. In termini percentuali l'aumento più significativo  però l'ha registrato Elon Musk, patron di Tesla e SpaceX: +270%, per arrivare a un patrimonio personale di 91,9 miliardi di dollari.

Crescono i patrimoni dei super ricchi e contemporaneamente aumentano invece povertà e disuguaglianze in tutto il mondo. Più 50 milioni di persone hanno perso il posto di lavoro dall'inizio della pandemia e, per la prima volta da oltre 25 anni, è aumentato il numero di coloro che vivono con meno di 1,6 euro al giorno.

In Italia, secondo il bollettino Istat di settembre che fornisce i dati del secondo trimestre del 2020 - quello in cui siamo stati in lockdown - le persone occupate sono diminuite di 470mila unità. È come se tutti gli abitanti di città come Bologna o Firenze fossero rimasti all'improvviso disoccupati.

Secondo questi dati a perdere il lavoro sono stati soprattutto gli autonomi e i dipendenti a tempo determinato, ma anche quelli a tempo indeterminato che almeno sulla carta erano protetti dal blocco dei licenziamenti, perché i licenziamenti disciplinari per chi ha scioperato fuori dal controllo sindacale per difendere la sua salute, i licenziamenti disciplinari di chi ha infranto il vincolo di fedeltà, e quelli per motivi economici continuano con numeri crescenti, senza contare le cassintegrazioni a perdere e non rinnovate che non arrivano.

Durante la pandemia la disoccupazione nella fascia d'età 15-24 è salita al 31,1%, in aumento di oltre 3 punti percentuali rispetto a un anno fa. Tra i 25 e i 34 anni invece è del 15,9%, +1,4 rispetto a luglio 2019.

Secondo la Coldiretti, la pandemia e il conseguente lockdown di primavera hanno causato oltre un milione di nuovi poveri in Italia, e mentre i super ricchi del mondo diventano ancora più ricchi, per il proletariato e la piccola borghesia si prospettano tempi ancora più duri.

Oggi la pandemia è usata dai governi per comprimere le libertà costituzionali e personali attraverso un'organizzazione gerarchica, repressiva e sempre più autoritaria dello Stato.

Come abbiamo verificato ascoltando tutto e il contrario di tutto, non esiste una scienza 'imparziale' in una società divisa in classi. La scienza asservita ai padroni ha sempre difeso la schiavitù del lavoro salariato, e oggi molti lavoratori stanno imparando a difendersi organizzandosi e combattendo una guerra implacabile contro lo sfruttamento capitalista. La lotta per la difesa della salute in fabbrica, nei luoghi di lavoro e nella società, cioè la difesa della salute del proletariato, è un aspetto importante della sua lotta di classe.

I redditi stabiliscono il tenore di vita delle persone e davanti ai virus, alle malattie gli esseri umani vengono trattati dalla medicina in modo diverso: il valore della loro vita dipende dal valore della loro persona.

Tutti progressi della scienza in mano alla borghesia arricchiscono il capitale e non l'operaio, e non fanno altro che aumentare il suo dominio sulla forza lavoro.

Non è un caso che anche per Covid-19, mentre migliaia di proletari, lavoratori, pensionati morivano e continuano a morire nelle case di riposo e negli ospedali senza neanche il conforto dei loro parenti, i borghesi come Boris Johnson, Donald Trump, Silvio Berlusconi, Flavio Briatore e tanti altri "vip" se la sono cavata in pochi giorni. I risultati della scienza e della medicina asservita al capitale sono al servizio dei privilegi della classe dominante e negati alla classe sfruttata.

Oggi, a parte le normali regole igieniche basate sul distanziamento e le mascherine, la medicina e la scienza del capitale non utilizzano le misure necessarie a preservare la salute degli sfruttati.

Oggi più che mai servirebbe una medicina preventiva, pubblica, che rintraccia le cause patogene e le elimini invece d'intervenire a posteriori con palliativi e vaccini, perché, come affermava il dott. Giulio Maccacaro "Medico o padrone non fa differenza, quando la scienza del medico è quella del padrone!!"

Una prevenzione che oggi il capitalismo, attraverso i suoi tecnici, nega perché la ricerca del massimo profitto, la legge della produzione capitalistica rendono impossibile una politica di prevenzione senza una forte lotta di classe che faccia scricchiolare il potere borghese.

Ogni lotta di classe è una lotta politica e quella della difesa della salute, delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari oggi va condotta senza sconti.

La pandemia uccide i poveri, i lavoratori e getta sul lastrico i piccoli produttori, gli artigiani, i lavoratori 'informali', quelli in nero, i precari a vantaggio della proprietà privata capitalista fondata sul lavoro altrui sfruttato, ma formalmente libero.

Ma c'è un altro virus che uccide i poveri più del Covid 19 e che aumenta le disuguaglianze: il criminale sistema capitalista che, per ottenere il massimo profitto, uccide esseri umani e distrugge la natura.

Note:

*) è in distribuzione il n. 7 di "nuova unità" dal quale vi segnaliamo alcuni articoli:

editoriale n. 7: No all'offensiva capitalista
Miseria, povertà e ricchezza nel corona virus, pagina 2
SMEV uccide, chiude, licenzia tutti i dipendenti e trasferisce la produzione, pagina 3
Dalla Peste al Coronavirus: le pandemie nella storia dell'uomo, pagina 3
I falsi storici dell'anticomunismo, pagina 4/5
La Wiphala sventola di nuovo, pagina 6
Il 2020 sta per finire, per mantenere in vita "nuova unità" c'è la necessità assoluta di abbonarsi, sottoscrivere, diventare diffusori. Per cui a coloro che sono in grado di contribuire ma se ne dimenticano verrà sospesa la spedizione.
L'importo rimane a 26 euro da versare sul c/c postale: 1031575507 intestato a "nuova unità" Firenze


editoriale "nuova unità" n.7/2020

No all'offensiva capitalista

L'unità dei lavoratori e la lotta unitaria contro il nemico comune sono indispensabili per passare dalla resistenza al rovesciamento del regime di sfruttamento e dimostrare nella pratica che la classe lavoratrice può vivere senza padroni

Un altro anno sta per finire, ci aspetta un anno nuovo - quello della ricorrenza del centenario della nascita del PCdI - sempre impegnati a proseguire nel percorso intrapreso che punta sulla difesa e sull'affermazione della validità del marxismo e del leninismo. E, ancora una volta ormai da 30 anni, chiediamo il sostegno dei comunisti. Siamo convinti che "nuova unità" sia uno strumento di controinformazione utile ai lavoratori - tant'è che siamo usciti anche durante il lockdown - e che dobbiamo fare ogni sforzo per migliorarlo, anche con i contributi dei lettori e non solo economici. Ma ancora dobbiamo fare appello a compagni e lettori - nonostante il duro periodo di crisi economica - di rinnovare l'abbonamento. Ai diffusori chiediamo di essere più solleciti nel versare il ricavato delle vendite, sebbene quest'anno la diffusione sia stata fortemente penalizzata dal lockdown. Sono le uniche entrate di cui disponiamo in un mondo, quello della stampa, in mano al monopolio borghese, reazionario e manipolatore al servizio dei padroni, per questo dovremo essere fiscali e sospendere l'invio a coloro (tranne per chi veramente vuole leggerlo ma non è in condizioni di abbonarsi) che, pur potendo, non provvederanno al rinnovo.
Stiamo preparando questo numero nuovamente in clima di segregazione.

Fino a maggio ci hanno imposto le regole più rigide d'Europa, poi è venuta l'estate e sembrava che il numero dei contagi fosse sparito; oggi abbiamo un tasso di mortalità superiore alla Germania, alla Francia e persino alla Spagna.

Da sempre i governi italiani non conoscono né prevenzione, né pianificazione, è ovvio che la carenza di operatori sanitari, posti letto (già nel 2018 la Campania aveva circa due posti letto pubblici per mille abitanti, l'Emilia Romagna era a 3,5 ecc.), terapie intensive e persino di bombole dell'ossigeno non permette un gran numero di ricoveri e allora la tendenza è a "curare a casa", con tutte le complicazioni del caso. Ma soprattutto si ricatta e si impaurisce per fare ricadere la responsabilità dei contagi sui comportamenti individuali delle persone. Se non state alle regole e vi contagiate è colpa vostra e si minacciano restrizioni peggiori in un'eventuale terza ondata. Ma si tampona a macchia di leopardo, non funziona il sistema rintracciamento e si ignora che chi va al lavoro (produzione, commercio e servizi non si sono mai fermati) e a scuola viaggia stipato nei mezzi di trasporto che, invece di raddoppiare le corse, le diminuiscono per non perdere i profitti.

L'Italia è divisa in zone colorate, salvo scolorirsi nel nome del business natalizio, e le parole d'ordine rimangono isolamento, distaccamento sociale, protocolli di protezione - che non vale per i mezzi di trasporto. Un sistema molto favorevole al potere. Infatti il governo, con la giustificazione della necessità dell'isolamento sanitario e sociale (ma anche con l'illusione che a tutti arriveranno i prestiti UE), e una certa capacità di coinvolgimento riesce ad ottenere il consenso ed evitare proteste e manifestazioni della classe lavoratrice. Più facile che applicare le leggi e i decreti Salvini orientati proprio a criminalizzare i lavoratori in lotta e colpire ogni tentativo di mobilitazione sociale.

Tutti sacrificati in casa per non intasare gli ospedali e bloccare altre patologie e in attesa del vaccino per una malattia di cui si conosce ben poco e per la quale si sottovaluta la ricerca di una terapia. Già il toccasana è il vaccino targato Pfizer. Un nome, un programma! Pfizer, già nota per aver condotto su 200 bambini nigeriani affetti da meningite un test clinico non autorizzato con l'antibiotico Trovan (che può danneggiare il fegato con esiti mortali) dei quali undici sono morti e altre decine hanno riportato danni permanenti. Nel 2012 Pfizer ha pagato un solo miliardo di dollari per risarcire diecimila donne che l'avevano denunciata in seguito agli effetti cancerogeni del farmaco Prempro. Altre denunce sono state fatte per i gravi disordini psicologici provocati da Chantix, e sotto accusa è anche il depo-testosterone nel viagra perché provocherebbe ictus e infarti. Pfizer ha anche rifiutato di rendere generici i propri farmaci contro l'Aids nei paesi più colpiti dalla malattia che li renderebbe meno costosi, ha violato brevetti, ha promosso farmaci per utilizzi non approvati, ha offerto a migliaia di medici ed esperti denaro e regali per la prescrizione di farmaci recanti gravi effetti collaterali.

È evidente la forza di questa multinazionale, che comprende la tedesca BioNtech), tanto da imporre all'Europa l'acquisto del vaccino già in produzione prima dell'autorizzazione (che non si sa se limita il contagio né la durata della copertura) - definito dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen il più promettente finora -. Di conseguenza l'Italia segue e si adegua, nonostante mesi di entusiastiche e patriottiche affermazioni sulla validità del vaccino italo-inglese, la collaborazione tra l'Università di Oxford e l'italiana Irbm.

Quando agli stati generali di giugno il ministro Speranza annunciò l'acquisto di 1,7 milioni di dosi (disponibili da metà gennaio '21) si guadagnò l'applauso dei presenti. In questi giorni emergono altri numeri e la graduatoria delle categorie che hanno la precedenza, ma non sarà obbligatorio, ci dicono, probabilmente per nascondere la carenza di dosi. Si parla di 202 milioni che presumibilmente comprendono il richiamo (forse più di uno), la cui distribuzione è affidata all'esercito in piena continuità con la militarizzazione dei territori già in atto per i controlli delle zone colorate. Se per ottenere l'immunità di gregge, che varia a seconda dell'infezione, si può considerare al sicuro la popolazione quando almeno il 95% è vaccinata, i dati non tornano nonostante ministri, dottori, opinionisti ecc. si sgolino da mesi tutto il giorno in trasmissioni radiotelevisive per convincere la popolazione sui benefici del vaccino anticovid come se ce ne fosse per tutti. Nel frattempo scarseggia in tutta Italia il tanto raccomandato e "indispensabile" vaccino influenza, salvo... acquistarlo in farmacia.

Anche il vaccino - evidentemente più conveniente di una terapia - dimostra la voracità del capitalismo e degli accordi UE, a differenza di Cuba le cui brigate mediche combattono il coronavirus in oltre quaranta paesi con il vaccino "Soberana 01-02" che mostra lo sviluppo degli anticorpi, e con terapie farmaceutiche per soddisfare le necessità dei malati e non i profitti del capitale.

Tutti i governi passati negli ultimi decenni hanno volutamente distrutto la sanità pubblica (con continue riforme, spesso con speculazioni e corruzione) per orientarla verso quella privata, riducendo personale e posti letto nell'indifferenza degli stessi utenti, ma anche della maggioranza dei lavoratori del settore che ora sono stati travolti dall'emergenza e raggirati da istituzioni e sindacati. Tanto che in questa seconda ondata, pur continuando a morire e a sottoporsi a turni massacranti, è finito l'"innamoramento" degli "eroi".

La salute, come la sicurezza sui luoghi di lavoro (dove si continua a morire) - il 6 dicembre è stato il 13° anniversario dell'incendio che uccise i sette lavoratori della ThyssenKrupp nel 2007 - continuerà ad essere al centro della nostra informazione e sostenute nella lotta dei lavoratori che si oppongono alla violenta offensiva capitalistica. Che si presenta con sempre maggiore chiarezza e perciò richiede un impegno e una partecipazione maggiore da parte del movimento operaio. L'unità dei lavoratori e la lotta unitaria contro il nemico comune sono indispensabili per passare dalla resistenza, spesso isolata, ad un efficace livello di attacco del nemico, fino al rovesciamento del regime di sfruttamento e dimostrare nella pratica che la classe lavoratrice può vivere senza padroni.

Ai comunisti, oltre alla lotta, si aggiunge il compito di portare avanti il percorso di ricomposizione delle frammentate forze comuniste e affermare la validità del socialismo scientifico. Ideologia criminalizzata dalla destra che avanza nei diversi paesi del mondo e che è anche la politica ufficiale dell'Unione europea, da socialdemocratici e revisionisti di ogni specie.


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