www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 21-03-22 - n. 822

I lavoratori non devono pagare la guerra!

Scintilla, n. 122 | piattaformacomunista.com

marzo 2022

Siamo a un mese dall'inizio del conflitto armato in Ucraina e la guerra già pesa gravemente sulla classe operaia e le masse lavoratrici. Le illusioni su un parziale miglioramento della situazione economica sono già svanite. Tutti gli indici volgono al peggio, specialmente quelli relativi alla vita della classe operaia e delle masse popolari: i salari, i licenziamenti, il precariato, gli sfratti, gli infortuni sul lavoro... La guerra è già entrata nelle nostre case, sulle nostre tavole,con l'aumento del prezzo di merci di prima necessità, come la pasta, la farina, con gli aumenti di benzina, gas e elettricità di molto superiori a quelli annunciati.

In un anno, fra pandemia e guerra, l'aumento dei generi alimentari è stato del 21%. Molti prodotti alimentari di base raggiungono prezzi inaccessibili per i lavoratori che faticano ad arrivare alla fine del mese. Come se non bastasse, le beninformate fonti dei media borghesi ci dicono che a breve scarseggeranno il pane, la farina,il mais, lo zucchero, l'olio di semidi girasoli e altri generi alimentari.

La guerra imperialista ha ricadute immediate e pesantissime sui magri salari che sono falcidiati dall'inflazione e dalla cassa integrazione a causa delle ripercussioni del conflitto. Il potere di acquisto delle masse operaie è in netto calo, ed è già al di sotto di quello che era all'indomani dei miseri aumenti contrattuali. In questo modo sono stati vanificati gli scarni aumenti salariali che gli operai sono riusciti a strappare ai padroni.

In questa situazione, assistiamo alla manovra di Confindustria che mette le mani avanti negando agli operai qualsiasi aumento che non sia legato a più elevati indici di sfruttamento, che sono già a livelli parossistici.

Il ministro Cingolani parla di speculazione per il prezzo della benzina, solo per cercare di calmare il malcontento delle masse, ma il governo non adotta nessuna misura per colpire i monopoli petroliferi, i grandi distributori, i grossisti che sono i pescecani che si ingrassano con la speculazione, sfuggendo a qualsiasi controllo. Al contrario, il governo si prepara a mettere l'economia su un piede di guerra, come ha detto cinicamente Draghi. Questo significa priorità all'industria bellica, riconversione dal civile al militare, aumento delle tasse per le crescenti spese militari, razionamento delle risorse alimentari e dell'energia, soppressione delle libertà politiche dei lavoratori, del diritto di sciopero.

Intanto, mentre crescono i profitti delle industrie militari, mentre il governo manda armi, aerei, navi all'estero, mentre la propaganda guerrafondaia, sciovinista e militarista viene diffusa da tutti i media borghesi, mentre la società viene militarizzata e l'autoritarismo avanza, procede senza soste l'impoverimento di milioni di proletari.

I padroni e il governo Draghi approfittano della guerra per intensificare lo sfruttamento e l'oppressione degli operai e degli altri lavoratori sfruttati, per rafforzare la reazione e reprimere il movimento di lotta dei lavoratori. Già si preparano nuovi licenziamenti nei settori che subiscono i contraccolpi della guerra, dei rincari energetici e delle sanzioni. Ed anche nuove tasse, come quelle sulla prima casa.

Come fermare questa spirale guerrafondaia e reazionaria? Solo con la mobilitazione di massa dei lavoratori, facendo pesare e sentire la forza dei lavoratori! La lotta per aumentare i salari, gli stipendi, le pensioni, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro della classe operaia e delle masse popolari, la lotta per imporre la fine della politica di guerra e della reazione politica, per la vera libertà e democrazia - che solo una società senza sfruttatori può assicurare - è la via da seguire.

Sino a quando una minoranza di sfruttatori e di parassiti rastrellerà la maggioranza della ricchezza nazionale, sino a quando i padroni continueranno a indicare nella guerra la soluzione delle contraddizioni economiche e sociali che il loro sistema genera incessantemente, non vi sarà via di uscita dal peggioramento continuo delle condizioni di lavoro e di vita delle masse lavoratrici. Per questo, diciamo che di fronte ai gravi problemi odierni la più stretta e fraterna unione di lotta della classe operaia è una necessità inderogabile!

E' ora di formare un vasto fronte di lotta degli operai, dei lavoratori sfruttati, dei disoccupati per esigere l'adeguamento immediato e costante dei salari al costo della vita, e ciò deve avvenire a spese dei profitti, delle rendite, dei patrimoni borghesi. Esigiamo misure serie e severe affinchè tali aumenti non vengano poi annullati da nuovi aumenti sui prezzi.Esigiamo il blocco totale dei licenziamenti. Esigiamo per tutti i disoccupati un lavoro stabile, e in mancanza di esso un sussidio dignitoso con gli assegni familiari!

E' ora di dire basta ai salari da fame! Basta con la miseria di chi produce tutta la ricchezza! Non un euro per la guerra ! Le conseguenze degli scontri fra predoni imperialisti devono essere pagate dai padroni, dai ricchi, dagli speculatori, da tutti coloro che hanno accumulato ingenti profitti sulla miseria e sulle difficoltà quotidiane delle masse che mancano persino del minimo necessario!

Portiamo queste rivendicazioni e parole d'ordine in tutti i luoghi di lavoro, nelle assemblee, nelle riunioni, in ogni sindacato e organismo di massa, nelle piazze. I lavoratori non devono pagare la guerra imperialista!

Ecco come il governo Draghi protegge i lavoratori

Di seguito un'interessante statistica dei rincari registrati da gennaio 2021 a gennaio 2022, elaborata dall'Unione nazionale consumatori su base Istat.

Oli alimentari (diversi da olio di oliva): 19,9% Vegetali freschi: 13,5% Burro: 10,8% Pasta (fresca e secca): 10 % Frutti di mare: 8,4% Farina: 6,7% Frutta fresca o refrigerata: 5,5% Pesce fresco o refrigerato: 5,1% Margarina e altri grassi: 4,9% Succhi di frutta e verdura: 4,8% Vegetali surgelati: 4,3% Carne ovina e caprina: 4,2% Gelati: 4% Olio di oliva: 3,9% Latte conservato: 3,7% Pane: 3,6% Altri preparati a base di carne (carne macinata, wurstel,salsicce): 3,6% Zucchero: 3,6% Altre carni (coniglio, carne equina): 3,4% Pollame: 3,2% Patate:3,2% Acque minerali: 3% Riso: 2,9%

Le percentuali non considerano i rincari registrati dallo scoppio della guerra fra Russia e Ucraina. Questo significa che i lavoratori italiani hanno perso molto potere d'acquisto del loro salario nel corso dell'ultimo anno, e dunque sono più poveri di prima. Ci vuole l'unità di lotta per gli adeguamenti salariali, contro la miseria!


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