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- osservatorio - lotta per la pace - 02-06-19 - n. 714
Per un mondo di pace senza basi, strutture ed enclavi militari straniere
Dichiarazione conclusiva del VI Seminario internazionale per la pace e l'abolizione delle basi militari straniere
Guantanamo 4-5-6 Maggio 2019
Consiglio Mondiale della Pace (WPC) | wpc-in.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
16/05/2019
Si è svolto a Guantanamo, Cuba, dal 4 al 6 maggio 2019, il VI Seminario internazionale per la pace e l'abolizione delle basi militari straniere. Presenti 90 partecipanti stranieri da 35 paesi, tra cui i leader del Consiglio mondiale della pace (WPC) e delle sue organizzazioni affiliate, nonché personalità, combattenti per la pace, contro la guerra e amici solidali di Cuba provenienti da Antigua e Barbuda, Brasile, Botswana, Canada, Cile, Colombia, Congo, Dominica, Egitto, Stati Uniti, Spagna, Filippine, Francia, Grecia, Guyana, Honduras, Iran, Italia, Inghilterra, Isole Comore, Giamaica, Giappone, Nicaragua, Portogallo, Porto Rico, Palestina, Paraguay, Perù, Repubblica Araba Democratica dei Saharawi, Repubblica Dominicana, Russia, Siria, Tanzania, Venezuela e Zambia.
Il Seminario, organizzato dal Movimento cubano per la pace e la sovranità dei popoli (MOVPAZ) sotto gli auspici del Consiglio mondiale della pace (WPC), ha potuto contare sul contributo decisivo dell'Istituto cubano di amicizia con i popoli (ICAP) e dell'Organizzazione di solidarietà con i popoli di Asia, Africa e America Latina (OSPAAAL), sulla co-sponsorizzazione del Centro Martin Luther King Jr. e del Comitato internazionale per la pace, la giustizia e la dignità dei popoli.
L'incontro si è svolto nel quadro di una situazione internazionale complessa e caratterizzata dall'aumento di aggressività e delle molteplici ingerenze dell'imperialismo USA, dell'Unione europea e della NATO che tentano di imporre i loro dettami egemonici a scapito della libertà, dell'indipendenza e della sovranità dei popoli del mondo.
In esecuzione di tali disastrosi obiettivi, l'espansione, il rafforzamento e la modernizzazione delle basi militari straniere e delle strutture aggressive di natura simile, costituiscono una componente fondamentale, in quanto strumenti di intervento diretto e indiretto negli affari interni dei paesi in cui sono situate, come anche di minaccia permanente contro i paesi vicini.
Gli Stati Uniti continuano ad essere il paese con il maggior numero di basi nel mondo e possiedono, insieme ai loro alleati della NATO, il più grande arsenale nucleare e il maggiore contingente di forze militari nella storia dell'umanità.
L'imperialismo seguita a scatenare guerre e conflitti bellici di diversa intensità in varie parti del mondo, mentre aumenta le contraddizioni, le tensioni, il blocco genocida e la "diplomazia delle sanzioni" contro le nazioni che considera avversarie, come Russia, Cina, Iran, Corea del Nord e, in America Latina, contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela, il Nicaragua e Cuba.
Promuove scenari di destabilizzazione politica e sociale in Medio Oriente con il sostegno incondizionato dato a Israele contro la causa del popolo palestinese e in Africa, dove continua a generare ondate migratorie gigantesche e caotiche verso i paesi europei, con un gran numero di persone morte e disperse.
L'amministrazione Trump, in sintonia con i precedenti governi USA, peggiora le già conservatrici posizioni di politica estera che caratterizzano la sua presidenza attuale, cosa che aumenta la possibilità di nuovi grandi conflitti su scala globale.
La rivitalizzazione della Dottrina Monroe come essenza della politica statunitense nei confronti dell'America Latina e dei Caraibi ha come scopo principale la riformulazione dei meccanismi di dominio in particolare sui governi progressisti, popolari e democratici di Cuba, Venezuela, Bolivia e Nicaragua, per colpire con forza i processi di integrazione, solidarietà e sovranità iniziati 20 anni fa e oggi minacciati.
A questo proposito, l'imperialismo statunitense e i suoi alleati nazionali oligarchici e traditori sviluppano una guerra di quarta generazione che combina grossolanamente guerra e ricatto economico con delle forti campagne mediatiche volte a demoralizzare i leader e le forze politiche progressiste attraverso l'utilizzo di notizie false.
Questa realtà, che oggi sta emergendo in diversi paesi della regione, rappresenta una seria minaccia alla pace e alla stabilità politica e sociale su scala regionale, motivo per cui la Proclamazione dell'America Latina e dei Caraibi come zona di pace, approvata dal II Vertice della Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (CELAC) svoltosi a L'Avana nel gennaio 2014, trova dunque più validità in tali circostanze.
Considerando quanto detto finora, questo VI Seminario internazionale invita tutte le forze amanti della pace e progressiste a moltiplicare le azioni e le iniziative contro l'imperialismo, le sue guerre e le politiche interventiste che continuano a mettere in serio pericolo il futuro e il destino di tutta l'umanità.
Da questa prospettiva, in consonanza con gli accordi dell'Incontro regionale delle Americhe e dei Caraibi del Consiglio mondiale della pace (WPC), i partecipanti al seminario hanno riaffermato il loro risoluto sostegno alla Campagna globale contro le basi militari straniere e si impegnano a moltiplicare le azioni in sostegno al 23 febbraio, data in cui gli Stati Uniti imposero la loro prima base a Cuba e dichiarata "Giornata mondiale di azione contro le basi militari straniere".
Allo stesso modo, i combattenti della pace riuniti a Guantanamo si impegnano a:
- Rafforzare la denuncia contro le aggressioni e le ingerenze economiche, politiche e militari dell'imperialismo USA, dell'Unione europea e della NATO.
- Continuare ad avvertire i popoli del mondo sui pericoli di una conflagrazione nucleare globale di conseguenze incalcolabili per l'umanità, chiedendo loro di mobilitarsi in modo permanente.
- Potenziare la richiesta di chiusura delle basi, strutture ed enclavi militari straniere e il ritiro immediato delle truppe di occupazione straniere dai paesi in cui sono schierate.
- Seguitare a chiedere agli Stati Uniti di restituire a Cuba e al suo popolo il territorio illegalmente occupato dalla base navale di Guantánamo e la revoca del genocida e criminale blocco economico, commerciale e finanziario e rifiutare categoricamente l'applicazione del titolo III della Legge Helms Burton volto a soffocare il coraggioso popolo cubano.
- Chiedere la chiusura delle basi militari statunitensi nel libero e indipendente territorio siriano.
- Estendere ancora di più la diffusione del contenuto della Proclamazione dell'America Latina e dei Caraibi come zona di pace, secondo il suo attuale contesto politico regionale.
- Rafforzare la lotta contro il terrorismo in qualsiasi sua forma e continuare a denunciare il legame di questo flagello con l'imperialismo.
- Ampliare le denunce delle azioni contro l'ambiente e la salute delle popolazioni in cui si trovano le basi militari straniere.
- Continuare a esprimere la più ampia solidarietà con i paesi e i popoli sotto occupazione e dominio coloniale nei Caraibi e in Sud America, Africa e Medio Oriente, dove esiste una presenza militare straniera come a Porto Rico, nelle Isole Malvine, in Georgia del Sud e nelle Isole Sandwich Australi e in Palestina.
- Mantenere ed ampliare la denuncia delle azioni interventiste dell'imperialismo USA e UE e dell'oligarchia controrivoluzionaria in Venezuela volte a fermare e distruggere il processo bolivariano. Ciò rappresenta una chiara minaccia per la pace nella regione. Condannare qualsiasi tentativo di aggressione militare contro il Venezuela unendo a ciò una campagna di denuncia del blocco criminale.
- Denunciare inoltre le azioni imperiali contro il Nicaragua e fortificare la solidarietà con il suo popolo e governo.
- Sostenere la campagna internazionale per Lula Libero e sviluppare azioni nazionali e internazionali per denunciare la grande ingiustizia commessa con la sua carcerazione e sottolineare gli obiettivi raggiunti dal Brasile sotto la sua presidenza.
I partecipanti al VI Seminario internazionale per la pace e l'abolizione delle basi militari straniere hanno voluto inviare il loro saluto fraterno e riconoscimento al popolo di Guantanamo e alle sue autorità per la calorosa accoglienza e il sostegno fornito per la riuscita dell'evento.
Allo stesso modo, hanno anche esteso la loro solidarietà a tutti i cubani che perseverano negli sforzi per raggiungere una società socialista più giusta, prospera, democratica e sostenibile e reso omaggio alla memoria del leader indiscusso della Rivoluzione cubana, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz.
Guantanamo, Cuba, 6 Maggio 2019
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