www.resistenze.org - osservatorio - lotta per la pace - 22-02-22 - n. 818

L'ufficio stampa del CC del KKE ha rilasciato la seguente dichiarazione sull'invasione russa dell'Ucraina

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr

24/02/2022

"30 anni dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica e il rovesciamento del socialismo, che molti hanno celebrato perché avrebbe dovuto rendere il mondo più 'pacifico' e 'sicuro', un'altra guerra imperialista sta scoppiando sul suolo europeo, dopo quella in Jugoslavia e altrove.

L'inizio formale della guerra è l'inaccettabile intervento militare della Russia e l'invasione dell'Ucraina, tuttavia il materiale infiammabile si è accumulato gradualmente nella regione per anni.

Indipendentemente dai pretesti utilizzati da entrambe le parti, il conflitto militare in Ucraina è il risultato dell'intensificarsi delle rivalità tra i due campi contrapposti, incentrate principalmente sulle sfere di influenza, quote di mercato, materie prime, progetti energetici e vie di trasporto, rivalità che non possono più essere risolte con mezzi diplomatico-politici e fragili compromessi.

Da un lato, ci sono gli USA, la NATO e l'UE, che supportano il governo reazionario di Kiev, le organizzazioni paramilitari e i gruppi fascisti in Ucraina che promuovono da anni le loro posizioni (allargamento della NATO ai paesi dell'Europa orientale, scudo antimissile, ecc.) con l'obbiettivo l'accerchiamento economico, politico e militare della Russia.

Dall'altra parte c'è la Russia capitalista, che promuove i suoi piani di unificazione capitalista dei paesi dell'ex URSS , che negli ultimi anni è arrivata a includere la Crimea nella Federazione Russa e, più recentemente, a riconoscere l' "indipendenza" delle cosiddette "Repubbliche popolari" di Donetsk e Lugansk.

È la conferma che la guerra costituisce la continuazione della stessa politica con altri mezzi violenti. È la prova che la guerra imperialista, la morte e la distruzione che provoca, nasce inevitabilmente dall'antagonismo capitalista.

Il conflitto bellico è tra due paesi, Russia e Ucraina, i cui popoli hanno vissuto per decenni in fratellanza e sono progrediti pacificamente sotto il socialismo. È questa memoria storica dei due popoli che entrambe le parti stanno cercando di cancellare, usando l'anticomunismo e l'antisovietismo. La storia, però, non si cancella; al contrario, dimostra che la via d'uscita sta nel conflitto con il sistema capitalista che genera povertà e guerra. Questa è l'altra via che questi popoli, tutti i popoli, devono seguire oggi.

Il confronto bellico odierno sta sfociando in un conflitto bellico di dimensioni imprevedibili, tanto più che è legato al confronto più generale (USA - UE - Cina - Russia ecc.) per il primato nel sistema imperialista. Le vittime sono ancora una volta i popoli dei paesi coinvolti, e non solo loro, poiché le implicazioni economiche e geopolitiche di questo conflitto riguardano i popoli di tutto il mondo.

La Grecia partecipa attivamente a questi antagonismi imperialisti, mirando alla riqualificazione geostrategica della borghesia greca, e non si tratta d'altro che della sua partecipazione al saccheggio e alla ridistribuzione del "bottino", che avviene attraverso nuovi crimini contro i popoli.

I governi greci di ND, PASOK e SYRIZA hanno sostenuto tutte le decisioni e i piani della NATO riguardanti l'allargamento di questo organismo assassino e l'accerchiamento della Russia. Hanno promosso la creazione di nuove basi USA-NATO nel paese, come quella di Alexandroupolis, che è diventata un nodo per il trasporto e l'avanzamento di forze militari verso l'Europa orientale. Il nostro paese diventa così "carnefice" di altri popoli, ma allo stesso tempo può anche diventare una "vittima", poiché diventa automaticamente il bersaglio di possibili ritorsioni, come la Russia ha già avvertito su Alexandroupolis e le altre basi militari, mentre sta già pagando le conseguenze economiche con il carovita, l'aumento dei prezzi del carburante, la povertà energetica e gli armamenti. Tra l'altro,l'appetito della borghesia turca è stuzzicato dalle sue inaccettabili pretese nell'Egeo e dal problema di Cipro.

La risposta a favore degli interessi del nostro popolo non è di schierarsi come popolo e come paese con un polo imperialista o l'altro. Il dilemma non è USA o Russia, NATO o Russia. La lotta operaia e popolare deve tracciare una linea indipendente da tutti i progetti borghesi e imperialisti.

Di fronte al nuovo crimine la risposta può essere solo una: No alla guerra imperialista. Solo i popoli possono condannare le classi borghesi e i governi dei loro paesi, che li stanno portando al massacro, sia in Ucraina che in Russia, ovunque. La partecipazione e il coinvolgimento della Grecia deve essere fermata immediatamente. Chiudere ora le basi militari USA-NATO nel nostro paese. Rafforzare la lotta per lo svincolamento dalle unioni imperialiste della NATO e dell'UE, con il popolo padrone del proprio paese".


KKE sul riconoscimento dell' "indipendenza" delle cosiddette "Repubbliche popolari" del Donbass

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr

22/02/2022

Comunicato dell'ufficio stampa del CC del KKE

Il KKE e la KNE così come le organizzazioni per la pace - antimperialiste stanno intensificando la lotta contro il coinvolgimento del nostro paese nei piani di guerra USA-NATO-UE, in modo che il territorio greco non sia usato per le operazioni in Ucraina, che l'accordo greco-americano sulle basi non sia ratificato, e che tutte le basi e infrastrutture euro-atlantiche siano chiuse ora.

 In questo contesto, ieri, 21 febbraio, una manifestazione di protesta del Comitato di lotta contro l'accordo greco-americano sulle basi si è tenuta davanti al Ministero degli Affari Esteri di Atene, con la partecipazione di rappresentanti dell'EEDYE, dei sindacati, delle associazioni studentesche, delle associazioni OGE, delle associazioni dei lavoratori autonomi, ecc. Allo stesso modo, a Salonicco, si è tenuta una manifestazione di massa, a seguito di un appello del Comitato Ellenico per la Distensione Internazionale e la Pace (EEDYE) alle organizzazioni di massa della città.

 Contemporaneamente, il KKE, in una dichiarazione dell'Ufficio Stampa del suo Comitato Centrale, ha preso la seguente posizione sul riconoscimento dell' "indipendenza" delle cosiddette "Repubbliche popolari" del Donbas:


"La decisione della Federazione Russa di procedere al riconoscimento delle cosiddette "Repubbliche popolari" di Donetsk e Lugansk, che hanno attuato la secessione dall'Ucraina nel 2014, nella regione del Donbas, è un altro passo che complica ulteriormente la situazione in questa regione e porta all'escalation degli antagonismi imperialisti nel contesto del confronto tra USA, NATO, UE e Russia. È senza dubbio legato all'intervento USA-NATO-UE in Ucraina, così come l'attacco armato lanciato nei giorni scorsi dal governo ucraino contro il popolo del Donbass, dopo essere stato armato in precedenza da USA e NATO. Questi pericolosi sviluppi sono una conseguenza della tragica situazione che si è creata per i popoli dopo il rovesciamento del socialismo e la dissoluzione dell'Unione Sovietica.

Nel suo discorso, Putin ha cercato di giustificare la sua attuale posizione con un delirio di anticomunismo, un attacco ai bolscevichi, a Lenin e all'Unione Sovietica. Nulla, tuttavia, può offuscare il contributo del socialismo all'Unione Sovietica, che era un'unione multinazionale di stati paritari, né può nascondere i mali della restaurazione capitalista, in cui Putin ha avuto il suo ruolo. In pratica, questo attacco viene utilizzato come copertura per i pericolosi piani strategici della leadership russa nella regione.

Il "riconoscimento" da parte della Russia delle cosiddette "Repubbliche popolari" di Donetsk e Lugansk non risolve i problemi esistenti, ma riproduce i vicoli ciechi del modo di produzione capitalista, che portano alle guerre imperialiste e allo sfruttamento di classe. Inoltre, renderà ancora più difficile la lotta comune dei popoli contro l'odio nazionalista coltivato dalle borghesie e dagli stati imperialisti per promuovere i loro interessi nella regione.

Il KKE si oppone alla guerra imperialista e chiede di fermare il coinvolgimento della Grecia nei piani USA-NATO-UE in Ucraina! Chiudere le basi USA-NATO! Nessun corpo militare greco dev'essere inviato in Ucraina o in altre missioni imperialiste! Invita il popolo a rafforzare la lotta per lo svincolamento dalle unioni imperialiste, con il popolo come padrone del proprio paese.

Contemporaneamente, il KKE esprime la sua solidarietà ai comunisti e ai popoli della Russia e dell'Ucraina. Li invita a rafforzare la lotta contro il nazionalismo e lo sciovinismo, a lottare per evitare che i milioni di lavoratori siano intrappolati in uno scontro su base etnica, che nasconde le vere cause del conflitto. Intensificare la loro lotta per l'unica soluzione alternativa che esiste per i lavoratori e che si trova in un altro percorso di sviluppo, il socialismo."


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