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Dichiarazione del PCV sulla guerra in Ucraina

Partito Comunista del Venezuela (PCV) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

04/03/2022

L'Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista del Venezuela (PCV) esprime la sua preoccupazione per l'escalation del conflitto militare tra Russia e Ucraina. Questo conflitto viene stimolato e utilizzato dalle potenze capitaliste occidentali per giustificare il dispiegamento e l'espansione delle forze dell'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) nella regione, così come per approfondire le sanzioni economiche contro la Russia che si inseriscono nel quadro della feroce competizione globale tra le potenze imperialiste e capitaliste per il controllo dei mercati, delle risorse naturali, delle rotte commerciali e del progresso scientifico e tecnologico.

Sia l'espansione aggressiva della NATO nell'Europa orientale dopo il trionfo della controrivoluzione nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, sia la crescente spinta della Russia capitalista a riprendere il controllo sulla sua ex zona di influenza, sono manifestazioni politiche di questo acuirsi della competizione e della disputa tra i diversi capitali e borghesie nazionali rappresentati dai rispettivi stati nazionali: La Russia da un lato, e l'Ucraina e i paesi della NATO, guidati dagli Stati Uniti, dall'altro.

Dopo la caduta del muro di Berlino alla fine del 1989, la Russia si ritirò da tutti i paesi del Patto di Varsavia con la promessa degli Stati Uniti che la NATO non si sarebbe espansa nell'Europa orientale. Dieci anni dopo, in spregio a questi accordi e al diritto internazionale, la NATO attaccò e smembrò la Jugoslavia e bombardò diversi paesi del Medio Oriente con la complicità del "civile mondo occidentale".

La guerra in Ucraina è stata provocata fondamentalmente da queste dispute tra i grandi monopoli capitalistici e la politica guerrafondaia e interventista degli Stati Uniti, dell'Unione Europea e della NATO che cercano di imporre gli interessi dei loro monopoli in questa regione. Nel 2014, sono intervenuti a favore del colpo di stato contro il governo dell'Ucraina e da allora hanno contribuito a rafforzare un regime apertamente anti-russo e di tendenza nazifascista, che è l'unico responsabile della guerra civile che ha causato la morte di 14.000 ucraini, la persecuzione delle organizzazioni comuniste e dei lavoratori e i crimini sistematici contro le popolazioni di Lugansk e Donetsk.

Queste regioni russofone dell'Ucraina orientale hanno resistito al colpo di stato delle forze fasciste e hanno subito massicci attacchi di artiglieria e aerei sotto l'occhio complice della NATO e il silenzio della cosiddetta "comunità internazionale".

L'avanzata dei capitalisti occidentali sull'Ucraina attraverso l'imposizione di un governo reazionario, antidemocratico e fascista - nello stile di quelli in Polonia, Lituania ed Estonia - ha rappresentato una grande battuta d'arresto per gli interessi capitalistici della Russia e i suoi piani per costruire un mercato comune dei paesi eurasiatici, dove l'Ucraina avrebbe giocato un ruolo importante grazie alla sua posizione e al suo status di principale via di esportazione del gas russo verso il resto dell'Europa.

Comprendendo l'importanza di prendere il controllo completo dell'Ucraina, le forze imperialiste statunitensi ed europee hanno istigato il regime ucraino a non rispettare gli accordi di Minsk, preparando le condizioni per l'adesione del paese alla NATO e il successivo schieramento di basi militari e truppe nel suo territorio.

Come era prevedibile, i capitalisti russi e il loro stato-nazione non hanno aspettato a braccia incrociate la realizzazione dei piani dei loro rivali occidentali per prendere il controllo dell'Ucraina. Sulla base del riconoscimento dell'indipendenza delle regioni di Donetsk e Lugansk, hanno dispiegato un'offensiva militare contro il governo ucraino, perseguendo obiettivi che vanno oltre la protezione della vita dei cittadini di quei territori.

Le crescenti tensioni, generate dalla competizione tra le potenze imperialiste e capitaliste, mettono l'umanità alle porte del pericolo imminente di nuove e devastanti guerre dove saranno i lavoratori a sacrificare la loro vita per gli interessi altrui. È ancora una volta evidente che la lotta per la pace è uno slogan vuoto se non si comprende il suo legame con la necessità che la classe operaia mondiale abbia una strategia indipendente dagli interessi e dai piani della borghesia dei rispettivi paesi.

Noi PCV, condanniamo fermamente i piani interventisti e aggressivi di USA, UE e NATO nell'Europa dell'Est e in particolare in Ucraina. Inoltre, rifiutiamo l'ipocrisia della cosiddetta "comunità internazionale", che si scandalizza per l'offensiva militare russa in Ucraina, ma è rimasta in silenzio durante otto anni di bombardamenti e massacri sistematici contro la popolazione della regione del Donbass, così come chiude gli occhi quando Israele e l'Arabia Saudita bombardano i popoli di Palestina, Yemen e Siria.

Ribadiamo la nostra solidarietà con il popolo di Lugansk e Donetsk, vittime dell'aggressione sistematica del governo nazifascista, così come con tutto il popolo lavoratore dell'Ucraina, il Partito Comunista d'Ucraina e tutte le forze resistenti.

Il PCV, coerente con i suoi principi, condanna ogni tipo di guerra che abbia come obiettivo gli interessi del grande capitale. Invitiamo le forze antimperialiste e rivoluzionarie, il movimento operaio globale e le organizzazioni amanti della pace a rafforzare la solidarietà e il coordinamento per fermare la strada della follia bellica in cui le potenze imperialiste e capitaliste cercano di portarci come parte della loro feroce competizione.


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