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Giornata Internazionale della Pace

Consiglio Portoghese della Pace e della Cooperazione | wpc.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/09/2022



Dichiarazione

Oggi, 21 settembre, data dichiarata nel 1981 dalle Nazioni Unite come Giornata Internazionale della Pace, il Consiglio Portoghese per la Pace e la Cooperazione ribadisce il suo impegno a contribuire alla mobilitazione del maggior numero possibile di persone per la difesa della pace, contro la militarizzazione delle relazioni internazionali e contro la guerra.

Celebrare la Giornata internazionale della pace significa sottolineare l'importanza di difendere e promuovere la pace, un diritto di tutti i popoli, che implica il rispetto del diritto all'autodeterminazione e alla sovranità nella scelta del proprio cammino, principi fondamentali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. .

Commemorare questa giornata significa dire che vogliamo la pace, l'amicizia, la solidarietà, la cooperazione tra tutti i popoli del mondo. È affermare il diritto alla giustizia e al progresso sociale. È ricordare che la difesa di questi valori è essenziale per costruire un mondo migliore, per garantire il futuro dell'umanità.

È di estrema importanza segnare questa data nel 2022, in un contesto internazionale preoccupante e imprevedibile, in cui i popoli si trovano ad affrontare la promozione, la continuazione e l'inasprimento dei conflitti e delle guerre in diverse parti del mondo - come in Palestina, nel Sahara Occidentale, in Siria, nello Yemen, in Ucraina - la corsa agli armamenti, con la produzione di armi sempre più sofisticate, comprese quelle nucleari, l'installazione di un maggior numero di basi militari in Paesi terzi.

Da segnalare la creazione di nuovi blocchi politico-militari, come l'AUKUS - costituito da Stati Uniti, Australia e Regno Unito -, e il rafforzamento di quelli esistenti, come la NATO, compresa l'estensione della loro azione guerrafondaia alla regione Asia-Pacifico, decisa nel recente vertice di Madrid, al quale hanno partecipato per la prima volta Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Corea del Sud. Va inoltre ricordato che le spese militari dei Paesi che fanno parte della NATO, in particolare degli Stati Uniti, corrispondono a quasi la metà delle spese militari mondiali.

Dobbiamo anche denunciare l'imposizione di misure coercitive a carattere extraterritoriale, illegali perché adottate e attuate al di fuori delle Nazioni Unite e in spregio ai principi del diritto internazionale - come i blocchi e le sanzioni -, che rappresentano una brutale aggressione ai diritti e alle condizioni di vita dei popoli del mondo - alcuni dei quali vittime della guerra che è stata loro imposta -, come nel caso di Cuba, Siria, Venezuela, tra gli altri.

La guerra, a prescindere dalle forme che assume, provoca morte, distruzione, negazione dell'accesso all'assistenza sanitaria, al cibo, alla casa e sofferenza dei popoli. La risposta alla guerra non deve essere più guerra, più armi, più scontri. Per questo, oggi come ogni giorno dell'anno, è necessario chiedere il dialogo, una soluzione negoziata dei conflitti. È urgente che la diplomazia sostituisca la minaccia dell'uso della forza e l'uso della forza nelle relazioni internazionali.

Il CPPC chiede al governo portoghese di rispettare la Costituzione della Repubblica portoghese, in particolare l'articolo 7, che sostiene, tra gli altri principi, quelli che dovrebbero governare le relazioni internazionali: il rispetto dei diritti dei popoli, l'uguaglianza tra gli Stati, la soluzione pacifica dei conflitti internazionali; la dissoluzione dei blocchi politico-militari; il disarmo generale, simultaneo e controllato; l'istituzione di un sistema di sicurezza collettiva, al fine di creare un ordine internazionale in grado di garantire la pace e la giustizia nelle relazioni tra i popoli.

Continueremo a farci guidare da questi principi, a intervenire insieme a tutti coloro che sono determinati a costruire un mondo migliore, chiamando tutti a svolgere questo ruolo, mobilitandoci, partecipando a manifestazioni in difesa della pace, promuovendo la giustizia, l'amicizia, la solidarietà e la cooperazione tra i popoli.

Il Consiglio nazionale del CPPC


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