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- osservatorio - lotta per la pace - 14-05-24 - n. 899
In occasione della Festa della Mamma, prendete posizione contro la guerra a Gaza e contro tutte le guerre
Christine Ahn * | theleftchapter.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
12/05/2024
Come forza creativa, le madri devono parlare ora per contrastare la forza distruttiva della guerra e della violenza

Palestinesi in fuga da Rafah - Immagine del Partito Popolare Palestinese
In occasione della Festa della mamma, i bambini ovunque festeggiano le loro madri con biglietti, fiori e composizioni. Ma pochi probabilmente ricordano che la festa della mamma è nata come giorno in cui le madri chiedevano la pace.
Nel 1870, all'indomani della sanguinosa guerra civile americana, Julia Ward Howe, un'importante abolizionista, femminista, poetessa e autrice di The Battle Hymn of the Republic, fece appello alle madri per proclamare la Festa della Mamma, alle madri di tutte le nazioni affinché agissero per raggiungere la pace nel mondo.
In questa Festa della Mamma, mentre gli studenti protestano contro il sostegno degli Stati Uniti al genocidio di Israele a Gaza, dove due terzi dei palestinesi uccisi e feriti sono donne e bambini, le donne devono far rivivere le origini antibelliche della Festa della Mamma e prendere posizione contro ulteriori guerre e violenze.
Come forza creativa, le madri devono parlare ora per contrastare la forza distruttiva della guerra e della violenza. Le madri insegnano ai loro figli a essere coraggiosi, a parlare quando c'è un'ingiustizia, a prendersi cura gli uni degli altri e a risolvere i conflitti interpersonali con le parole, non con i pugni. Insistiamo, ora come allora, sul fatto che i nostri figli non sono nati per combattere e morire in guerra.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 6 maggio, redatto dall'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani, dei quasi 35.000 palestinesi uccisi dall'inizio della guerra a Gaza, 14.500 sono bambini e 9.500 donne. Tre su quattro dei 77.000 feriti sono donne, 17.000 bambini palestinesi sono rimasti orfani e ogni giorno, dall'inizio della guerra, si stima che siano state uccise 37 madri palestinesi. Come femministe, dobbiamo dire basta.
Una cosa che le madri statunitensi possono fare ora è chiedere al Presidente Joe Biden e al Congresso di sollecitare il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad accettare i termini per un cessate il fuoco e sospendere qualsiasi aiuto militare a Israele fino alla fine dei combattimenti. Ogni caccia F-16, ogni elicottero Apache, ogni bomba sganciata sui civili palestinesi è di fabbricazione USA e finanziata con i soldi dei contribuenti statunitensi. Mentre Biden parla di una "linea rossa" intorno all'invasione israeliana di Rafah - un'invasione che, di fatto, è già iniziata - le donne americane devono unirsi al di là di razza, classe e religione per insistere sulla fine di questa carneficina contro i palestinesi.
Le donne hanno da tempo svolto un ruolo fondamentale nei movimenti per la pace. Durante l'apice della guerra fredda, Women Strike for Peace mobilitò 50.000 donne per marciare in 60 città degli Stati Uniti per protestare contro le armi nucleari e la guerra del Vietnam. Guidate da Bella Abzug e Dagmar Wilson, le femministe fecero pressione sull'amministrazione Kennedy affinché firmasse un trattato per la messa al bando dei test nucleari con l'Unione Sovietica. Nel 2015, in occasione del 70° anniversario della divisione della Corea da parte delle potenze della Guerra Fredda, ho marciato insieme ai premi Nobel per la Pace Mairead Maguire e Leymah Gbowee, alla famosa femminista Gloria Steinem e a 10.000 donne coreane su entrambi i lati della zona demilitarizzata per chiedere un accordo di pace che ponesse fine alla Guerra di Corea.
Molte madri di oggi hanno figli studenti universitari che protestano contro l'aggressione ai palestinesi, proprio come fecero i giovani durante la guerra del Vietnam e l'apartheid in Sudafrica. Oggi, migliaia di studenti universitari hanno installato oltre 120 accampamenti nei campus universitari di tutto il Paese per chiedere alle loro università di disinvestire da Israele e dai produttori di armi. Oggi gli studenti rischiano la sospensione, l'espulsione e l'arresto per sensibilizzarci sulle atrocità che il nostro governo sta sostenendo continuando a inviare aiuti militari e armi a Israele.
In questi accampamenti - eterogenei per razza e religione - gli studenti prestano mutuo aiuto, risolvono i conflitti e condividono storie di liberazione e democrazia da tutto il mondo. Ciò che hanno imparato in classe li ha chiamati ad agire. Protestano contro l'ipocrisia delle loro istituzioni accademiche che predicano i diritti umani, ma tacciono sulla guerra e investono direttamente in aziende che permettono a Israele di uccidere i bambini palestinesi.
"Non si tratta della Columbia", ha ricordato Rashid Khalidi, professore di storia araba moderna della Columbia University, dopo che gli studenti sono stati fermati con la forza dalla polizia. "Questa è la coscienza di una nazione che parla attraverso i vostri ragazzi". Quando gli studenti della Columbia University hanno occupato la Hamilton Hall, come avevano fatto durante la guerra del Vietnam e l'apartheid sudafricana, l'hanno ribattezzata Hind's Hall in onore di Hind Rajab, una bambina palestinese di sei anni la cui intera famiglia è stata uccisa in un'auto dai carri armati israeliani e che Israele ha deliberatamente ucciso nonostante gli accorati appelli internazionali per la sua salvaguardia.
Mentre gli aerei israeliani sganciano un'infinità di bombe di fabbricazione USA sui civili palestinesi, dovremmo tutti essere tormentati dalle parole di Kareem, un bambino palestinese di sette anni di Rafah che, quando gli è stato chiesto in un video su Instagram perché avesse scritto il suo nome sul braccio, ha risposto: "Così, quando ci bombarderanno, sapranno chi sono".
In un momento in cui gli Stati Uniti sono in grado di inviare altri 95 miliardi di dollari a Israele, Ucraina e Taiwan per ulteriori militarizzazioni e guerre, ma non riescono a reperire 85 miliardi di dollari per rifinanziare la legge sul credito d'imposta per l'infanzia - che ha sollevato dalla povertà metà delle madri della nostra nazione e i loro figli durante la pandemia di Covid-19 - quale messaggio viene inviato rispetto quali siano le vite che vale la pena rendere più sicure? I nostri giovani sono profondamente saggi quando gridano per la libertà della Palestina. Hanno imparato le lezioni dei movimenti per i diritti civili e contro la guerra, e ora tocca a noi ascoltare.
Proprio come 154 anni fa le donne attiviste contro la guerra si riunirono nelle chiese, nelle sale benefiche e nelle case per chiedere l'istituzione della Giornata della pace delle madri, oggi dobbiamo tornare alla proclamazione della Giornata della madre del 1870 con il chiaro appello: "Disarmate, disarmate! La spada dell'omicidio non è la bilancia della giustizia".
*) Christine Ahn, Common Dreams, è il direttore esecutivo di Women Cross DMZ, un movimento di donne che si mobilita per la pace in Corea.
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