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Gli Stati Uniti militarizzano la risposta alla crisi del virus Ebola mentre Cuba si impegna ad inviare aiuto medico

Abayomi Azikiwe * | pambazuka.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

23/09/2014

Se l'America ha mandato i soldati a combattere Ebola, Cuba ha impegnato il personale medico. Questo gesto di politica estera rivoluzionaria fornisce un esempio di come gli stati un tempo in via di sviluppo che hanno sperimentato la schiavitù, il colonialismo e il neocolonialismo, possano trasformarsi attraverso un processo di lotta di classe e di rinnovata fiducia in se stessi.

Un team di otto esperti e giornalisti in visita nella regione meridionale dello stato dell'Africa occidentale di Guinea sono stati trovati morti nella città di Nzerekore il 20 di settembre. La cronaca riferisce che si trovavano lì per educare la gente circa la natura della malattia al fine di favorire la sua prevenzione.

Le informazioni dalla Guinea ci dicono che i componenti della delegazione avevano incontrato gli anziani della comunità, ma sono stati successivamente attaccati dai giovani. Sono in corso indagini in merito a tali uccisioni.

V'è un'enorme sfiducia che circonda la diffusione della malattia da virus Ebola in alcuni stati dell'Africa occidentale, dove l'epidemia ha avuto rilevante impatto. L'organizzazione "Medici Senza Frontiere" ha riferito in aprile che le loro squadre sono state costrette a ritirarsi da Macenta in Guinea dopo essere state oggetto di lanci di pietre ad opera di giovani della comunità, i quali asserivano che i medici erano lì per diffondere la malattia.

Sono circolate voci ed articoli di stampa che indicano come lo scoppio dell'epidemia sia un risultato diretto della guerra biologica condotta dai paesi imperialisti contro il continente africano.

Sebbene nessuno conosca i reali moventi delle uccisioni in Guinea, molti diffidano altresì dei propositi di risposta alla crisi sanitaria degli operatori umanitari stranieri. La Guinea è il primo paese ad essere stato identificato nella recente diffusione della malattia, la quale ha colpito periodicamente in Africa centrale e occidentale nel corso degli ultimi tre decenni. 

Guerra biologica e sottosviluppo economico

L'articolo più ampiamente discusso e controverso relativo alla diffusione del virus Ebola è stato pubblicato dal principale quotidiano della Liberia, The Observer. Il dottor Cyril Broderick, ex professore di patologia vegetale presso la locale università, ha affermato che la diffusione della malattia è un risultato diretto dell'azione di guerra biologica contro l'Africa da parte del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

L'articolo di Broderick, pubblicato il 9 settembre, dichiarava che "l'Africa non deve far si che la sua piattaforma continentale diventi luogo di smaltimento e deposito di sostanze chimiche pericolose, droghe letali e agenti chimici o biologici che trasmettono nuove malattie. C'è urgente bisogno di azioni concrete per proteggere i meno abbienti nei paesi più poveri, in particolare i cittadini africani, i cui paesi non sono scientificamente e industrialmente sviluppati come gli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi occidentali, fonti della maggior parte degli Organismi geneticamente modificati di natura virale o batterica strategicamente progettati e costruiti come armi biologiche. E' molto inquietante che il governo degli Stati Uniti abbia lavorato su un agente che trasmette una febbre virale emorragica in un laboratorio di ricerca sul bioterrorismo in Sierra Leone ".

L'autore continua chiedendosi: "Ce ne sono altri? Ovunque essi si trovino è il momento di eliminarli. Se esistono altri siti, è consigliabile seguire questo pur tardivo ma essenziale passo: la Sierra Leone ha chiuso i laboratori statunitensi di ricerca sulle armi biologiche ed ha fermato ulteriori test della Tulane University [ateneo americano n.d.t.]. "(9 settembre) 

Broderick è stato attaccato per aver pubblicato l'articolo e secondo il periodico Health Impact News "i media occidentali schierati in favore delle imprese farmaceutiche hanno rimproverato il dottor Broderick, sostenendo che un articolo così incendiario è 'irresponsabile', dal momento che tanti africani sono già diffidenti nei confronti della medicina occidentale. Questi organi di informazione vedono la medicina occidentale come la risposta alle malattie mortali come Ebola in Africa, mentre il dottor Broderick la considera come la causa. Il dottor Broderick ha risposto che i popoli africani non sono ignoranti e creduloni, come si vorrebbe far credere" (healthimpactnews.com, 21 settembre) 

Dopo la pubblicazione di questo articolo, il presidente Barack Obama ha annunciato, il 16 settembre, che gli Stati Uniti avrebbero inviato una forza di 3.000 soldati negli stati dell'Africa occidentale colpiti dall'epidemia, come mezzo per combattere la malattia. Obama ha detto in un comunicato stampa che "gli Stati Uniti sfrutteranno le capacità uniche del loro potenziale militare e di altro personale in uniforme per contribuire a portare l'epidemia sotto controllo. Questi sforzi comporteranno il comando e il controllo delle operazioni, l'esperienza ed il know-how logistico, la formazione ed il supporto tecnico" (comunicato stampa della Casa Bianca) 

Washington è già fortemente impegnata militarmente in Africa. Diverse migliaia di soldati del Pentagono, agenti della CIA e funzionari del Dipartimento di Stato sono sul continente come parte del Comando Africa degli Stati Uniti (AFRICOM). Questo intervento dal 2008 ha creato molta instabilità e sottosviluppo in Africa, come dimostrato dagli eventi accaduti in Egitto, Mali, Libia, Somalia, Sud Sudan e Nigeria, dove le partnership apparentemente volte a ridurre "il terrorismo", hanno in realtà indotto all'intensificazione del conflitto, al suo allargamento e - nel caso del Corno d'Africa - alla carestia.

Le operazioni del Pentagono e della CIA per mezzo dei droni hanno posto in essere numerosi omicidi mirati in Somalia. In Mali, un ufficiale militare addestrato negli USA è tornato in questa ex colonia francese e ha messo in scena un colpo di stato che ha fornito la motivazione per una destabilizzazione interna, nonché per la susseguente occupazione da parte di Parigi. 

Cuba offre aiuto e cooperazione medica

Nel frattempo, la nazione rivoluzionaria di Cuba si è impegnata ad inviare personale medico per la lotta contro la malattia. Cuba ha una lunga e onorata storia di solidarietà incondizionata al continente africano.

In un discorso del 18 settembre, prima della sessione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'emergenza Ebola, il viceministro degli Esteri Abelardo Moreno ha detto ai partecipanti che "la risposta di Cuba fa parte della nostra solidarietà con l'Africa, l'Asia, l'America Latina e i Caraibi. Durante gli ultimi 55 anni abbiamo collaborato in più di 158 paesi, con la partecipazione di 325.710 operatori sanitari; 76.744 collaboratori hanno lavorato in 39 paesi africani Oggi, in questo settore, 4.048 cubani stanno prestando la loro opera in 32 nazioni africane; 2.269 di questi cubani sono medici" (granma.cu, 19 settembre).

Moreno ha poi aggiunto che "le squadre mediche che saranno inviate in Africa per combattere contro Ebola fanno parte del" Contingente Internazionale 'Henry Reeve' - creato nel 2005 - composto da medici specializzati nella lotta contro le catastrofi e le epidemie su larga scala. L'impegno di Cuba conferma i valori della solidarietà che hanno guidato la Rivoluzione cubana: non dare quello che possiamo risparmiare, ma condividere ciò che abbiamo".

Questo approccio contrasta nettamente con quello della Casa Bianca e del Pentagono. Cuba si è costruita una notevole affidabilità in Africa, in ragione della sua concreta politica di solidarietà internazionale.

Almeno tre paesi che hanno segnalato casi di Ebola riportano miglioramenti nella lotta contro la malattia e la sua proliferazione. In Nigeria, il governo federale ha annunciato che le scuole sarebbero state riaperte il 22 settembre nonostante l'opposizione del Sindacato nigeriano degli insegnanti [Nigerian Union of Teachers, NUT n.d.t.].

In Sierra Leone è stato dichiarato lo stato di emergenza limitando la libertà di circolazione per tre giorni. Il governo ha annunciato il 22 settembre che la situazione era ora sotto controllo. Annunci simili sono stati fatti in riferimento agli sviluppi della situazione in Senegal, dove era stato segnalato almeno un caso.

Tuttavia, sono stati segnalati quasi 3.000 decessi dovuti alla malattia. Inoltre restano da affrontare numerose questioni relative alle condizioni in cui la malattia si sviluppa e il mezzo più efficace per curare e debellare l'epidemia. (WHO Update 22 settembre)

Questa epidemia richiama fortemente l'attenzione sulla necessità di una vera indipendenza e di un vero sviluppo del continente africano. La formazione di personale medico e di ricercatori scientifici contribuirebbe enormemente alla prevenzione di future crisi sanitarie.

La rivoluzionaria politica estera cubana fornisce un esempio di come gli stati un tempo sottosviluppati che hanno sperimentato la schiavitù, il colonialismo e il neocolonialismo siano in grado in grado di trasformarsi, attraverso un processo di lotta di classe e di rinnovata fiducia in se stessi. Nonostante oltre cinque decenni di ostilità da parte degli Stati Uniti, Cuba è stata in grado di dare un contributo significativo alla liberazione dei popoli africani sia nella lotta contro il colonialismo in Africa meridionale, negli anni passati o nelle sfide contemporanee legate all'epidemia di Ebola, con la formazione di personale medico africano e di altre strutture sanitarie.

(*) Abayomi Azikiwe è un redattore di Pan African News Wire


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