www.resistenze.org - osservatorio - mondo multipolare - 22-06-09 - n. 279

da Oltre Confine n.28 - Newsletter settimanale del Dipartimento Esteri del PdCI - www.comunisti-italiani.it/index.php?module=News&catid=&topic=15
 
BRIC e OCS al funerale del dollaro
 
di Marco Zoboli, dip. Esteri PdCI
 
I tanto attesi vertici dell’OCS e del BRIC a Ekaterimburgo sono stati finalmente celebrati e le aspettative non sono state per nulla disattese. Occorre dire innanzitutto che la contemporaneità dell’agenda non è casuale, come non è casuale che entrambe le organizzazioni sono state concepite all’indomani dell’11 settembre 2001, indipendentemente dai tempi diversi della loro gestazione.
 
L’OCS come alleanza politico militare in chiave anti NATO è frutto diretto della fase bellicista dell’imperialismo statunitense che si apre all’indomani del golpe dell’11 settembre, e si struttura sebbene in progress in tempi più o meno rapidi; il BRIC viceversa attende le condizioni economiche e il mutare dei rapporti geopolitici e geoeconomici per vedere la luce e ciò accade per la prima volta al margine del G8 in Giappone pochi mesi or sono.
 
L’accelerazione della decadenza dell’egemonia statunitense in campo economico e geopolitico è l’elemento chiave per comprendere la gestazione di queste nuove organizzazioni che ambiscono a ridisegnare le mappe d’influenza mondiali in campo economico, finanziario, politico e militare.
 
Quando parliamo del BRIC (Brasile Russia India Cina) non parliamo solo delle potenze emergenti citate in calce ma anche delle relative aree d’influenza quali Unasur (America Latina) CSI (spazio ex sovietico) area subcontinente indiano (Asean). I paesi partecipanti si sono spesi in rassicurazioni verso i diplomatici statunitensi che non è loro obiettivo quello di smantellare l’impero finanziario e militare statunitense, come non credergli! Del resto è per bocca dello stesso Medveded che nell’ordine del giorno in entrambi i vertici veniva ampliamente pubblicizzato l’obiettivo di rimpiazzare il dollaro con una divisa nuova, un nuovo sistema di difesa finanziario (e militare); una nuova moneta che superi i limiti delle divise regionali in seno all’OCS (rublo yuan…) e le loro contraddizioni sui mercati internazionali.
 
Medveded l’aveva già preannunciato in aprile alla conferenza del G-20 e lo ha ribadito al Foro Economico Internazionale di San Pietroburgo (per noi Leningrado) chiamando Cina e India a edificare un ordine mondiale multipolare.
 
Il funerale del dollaro.
 
Va detto che la Cina che in questi anni ha accumulato 700 miliardi di dollari in buoni del tesoro statunitensi, mantenendo così buona parte del suo debito pubblico, non ha mai agito per spirito di solidarietà o per scelta strategica ma per necessità in mancanza di una valida alternativa, non a caso in questo ultimo trimestre il montante del sol levante ha preso la strada di riserve aurifere per il 50% dei propri utili, e che gli ultimi accordi commerciali bilaterali chiusi con Brasile e Argentina parlano la lingua del renmimbi al posto del dollaro, e lo stesso vale per i contratti chiusi con la Malesia.
 
I paesi riuniti a Ekaterimburgo stanno facendo passi che si studieranno sui libri di storia, l’egemonia globale degli Stati Uniti non può continuare senza il potere monetario che questi paesi sino ad oggi hanno somministrato. La storia si sa non è lineare, procede a balzi, la crisi sistemica che stiamo vivendo ci presenta la prima forte deriva dei continenti geopolitici, ciò che rimane incerto è l’atteggiamento ingessato del Don Abbondio europeo, incapace di reagire, di definire una propria identità e una propria strategia.
 
Il forte rischio è che davanti al rompersi degli argini l’Europa si disintegri in blocchi che in parte vengano riassorbiti dalle nuove aree d’influenza che stanno germogliando a Ekaterimburgo, città famosa storicamente per la fucilazione dei Romanov, e da oggi forse anche del dollaro e dell’egemonia occidentale.