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da Rebelion - www.rebelion.org/noticia.php?id=75457&titular=conspiran-espían-y-trafican-
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 

Cospirano, spiano e trafficano

 

La DEA e il governo statunitense

 
di Andrés Sallari
 
05/11/2008
 
(Estratto)
 
Notizie recenti dalla Bolivia:
 
Il presidente Evo Morales ha deciso di sospendere per un periodo indefinito le operazioni del Dipartimento Antidroga degli Stati Uniti (DEA), accusandolo di “spionaggio” e “cospirazione” contro il suo governo. Il governo degli USA ha respinto le accuse ed ha avvertito che sospendendo la sua cooperazione, in Bolivia “si produrrà più droga”.
 
Il momento è opportuno per riassumere il ruolo della DEA ed altri organismi di intelligence del governo statunitense in lotta contro le droghe.
 
Nel luglio del 2005, anche il Venezuela ha fatto a meno dei servizi della DEA.
 
Nel 2008, dopo la sua recente espulsione dal Venezuela, l’ambasciatore Patrick Duddy, ha dichiarato che il traffico della cocaina sarebbe quadruplicato. Ma le sue dichiarazioni vennero smentite dal vicepresidente venezuelano.
 
Lo scorso 1° settembre, Ramón Carrizales, ha dichiarato: "Quando la DEA era attiva, il sequestro di droga mediamente non superava le 27 tonnellate (annuali). Se n’è andata la DEA ed ora sequestriamo una media di 43 tonnellate l’anno”.
 
Secondo il vicepresidente venezuelano la DEA è parte attiva del narcotraffico: “Ci sono stati dei casi in cui si parlava del consegne controllate di 20 chili di cocaina e quando si verificava, se ne trovavano 50 chili. Cioè 20 chili risultavano ufficialmente, gli altri 30 venivano messi in commercio in modo illecito, il che indica che la DEA è implicata nel narcotraffico”.
 
Il traffico controllato è una modalità usata dalla DEA per raccogliere le informazioni utili all’arresto dei malfattori.
 
Sarà verro che la DEA cospira e fa spionaggio come dice Morales?
 
Per capire come funziona la DEA citerò testualmente alcuni paragrafi del testo “Operazione Doppia”, in cui l’investigatore statunitense Douglas Valentine, riferisce come la CIA ha infiltrato la DEA.
 
"La DEA e i suoi predecessori sono sempre stati infiltrati, e a vari livelli, dalle agenzie di intelligence USA. Il motivo è semplice: il governo degli Stati Uniti protegge i suoi alleati narcotrafficanti, specialmente il crimine organizzato, da quando il narcotraffico è stato criminalizzato per la prima volta nel 1914.
 
Nel 1977, circa 125 agenti della CIA erano stati infiltrati nella DEA a tutti i livelli dell’organizzazione, facendo tutto il possibile, dal traffico d’armi ad assassini politici. Ciò permise di mettere la DEA sotto il controllo della CIA.
 
La CIA rendeva le cose tanto difficili agli agenti della DEA che agli inizi del 1977 il vice amministratore uscente della Sicurezza, Dan Casey, inviò un memorandum di tre pagine all’amministratore della DEA Peter Bensinger, esprimendo la sua preoccupazione per il ruolo della CIA, il documento fu firmato da cinque capi del dipartimento.
 
Bensinger ignorò Casey, e tollerò la CIA.
 
Poco prima di rinunciare, nel 1993, il capo della DEA Robert Bonner, rivelò che la CIA aveva imbarcato nel 1990 una tonnellata di cocaina pura a Miami, dal suo Centro Antinarcotici in Venezuela. La orwelliana “consegna controllata” venne persa accidentalmente.
 
Con la “guerra al terrore” di Bush la situazione è peggiorata. In Afghnaistan e nel Sud-est asiatico la DEA è totalmente infiltrata a controllata dalla CIA e dai militari. La centrale della DEA è un’appendice dell’Ufficio Ovale. E i circoli governativi mantengono la storia nascosta.
 
Capire il mondo dell’intelligence, le alleanze, i tradimenti e gli interessi che vi stanno dietro è un lavoro complesso e non lineare. Farlo da una prospettiva ideologica è sconveniente, ma possiamo dire che il linea di massima, nel caso degli USA, c’è un grande obiettivo invariabile, fare la guerra a qualunque governo in qualunque parte del mondo che si opponga agli interessi statunitensi.
 
Per farlo è permesso tutto.
 
La decisone politica di mantenere l’organismo antidroga in funzione dipendente dalla CIA è la cosa peggiore. Ciò che denuncia Evo Morales corrisponde a realtà; la DEA cospira e fa spionaggio, agenti della CIA usano la piattaforma DEA (operando come agenti doppi) per attaccare i processi di cambiamento che nella nostra regione costituiscono una minaccia ai propositi di eterna egemonia dei circoli governativi a Washington.
 
A metà degli anni 80’ del secolo scorso, gli USA erano immersi nella lotta contro il comunismo, uno degli alleati che la CIA usò in questa lotta fu il leader del Cartello di Medellin, Pablo Escobar Gaviria. Allora Escobar Gaviria organizzò nello Yucatan (Messico) una struttura per trasportare cocaina negli USA, che incluse l’acquisto di un ranch di 16.000 ettari. Risulta dai documenti declassificati del governo nordamericani. Nell’affare era implicata una nota spia statunitense, Barry Seal, narcotrafficante e spia, che finì assassinato.
 
All’epoca il Congresso degli Stati Uniti aveva bloccato i finanziamenti ai Contras in Nicaragua, per aggirare quel divieto la CIA offrì al cartello di Medellin un affare: l’ingresso facilitato della droga negli Usa e la divisione degli utili, utili con cui avrebbero finanziato i Contras.
 
Questa operazione la CIA non la conduceva alle spalle del governo statunitense; uno dei leader dei Contras era Stedman Fagoth, che in agosto mi ha concesso un’intervista in cui mi ha assicurato che fu Reagan in persona, a garantirgli la collaborazione.
 
Ma vi era stata anche un’altra fonte per il finanziamento dei Contras nicaraguesi, la nota operazione attraverso la vendita di armi all’Iran. Ne nacque il cosiddetto scandalo “Iran-Contra”.
 
Quando il direttore della CIA, William Casey, fu costretto a dare spiegazioni scritte e segrete, ora disponibili perché recentemente desecretate, rivelò quanto segue:
 
“Quando mi hanno nominato Direttore Generale della CIA, il 28 gennaio 1981, ricevetti istruzioni segrete da William Colby, il mio predecessore. Mi informò che in quei giorni si stavano portando a termine due operazioni in America Latina. Entrambe le operazioni erano state realizzate senza che ne fosse messo a conoscenza il presidente Reagan, né vi fosse la conoscenza e il consenso del Congresso o di qualunque altro comando dell’intelligence militare.
 
Il nome in codice di queste operazioni era A- 6 (Red Mist) e A-7 (Project Sandman). A- 6 investigava tutte le strutture comuniste che minacciavano l’America Latina. A-7 era il “programma Phenix” che consisteva nell’assassinio dei membri dell’infrastruttura comunista.
 
Colby mi informò che aveva autorizzato il personale legato a questi programmi al traffico di narcotici per finanziare entrambe le operazioni. Mi disse che aveva piazzato più di un milione di libbre di cocaina (circa 500 tonnellate) a Panama tra il dicembre 1975 e l’aprile del 1976, operazione resa possibile dal nostro alleato Manuel Noriega. La cocaina in seguito fu spostata a El Salvador, Costa Rica e Honduras tra il 1976 e il 1981. Per evitare le investigazioni, dovetti trasportare la cocaina negli hangar della base aerea di Ilopango in El Salvador. Il mio uomo di fiducia era Adler Berriman Seal.
 
Bill Clinton ci ha aiutati enormemente, per evitare che ci fossero delle investigazioni locali sulle attività dell’aeroporto di Mena. Bill Weld ebbe l’incarico della Divisione Criminale del Dipartimento di Giustizia proprio perché tenesse sotto controllo le ricerche delle agenzie federali sulle attività di Mena. Il felice risultato di tutta l’operazione, si ebbe anche grazie agli sforzi del personale della Agenzia Nazionale di Intelligence (NSA) e dell’Agenzia di Sicurezza dell’Esercito (ASA). Gli uomini di NSA e ASA impedirono che i satelliti e la rete di radar individuassero le nostre azioni. La NSA e la ASA denominarono le due operazioni “Sea Spray" e "Jade Bridge".
 
La lotta per la democrazia in Nicaragua è stata vinta grazie a queste operazioni. Le mie azioni possono essere considerate criminali se pensiamo alla quantità di nordamericani esposti alla tossicodipendenza, ma ogni guerra ha le sue vittime. Ma più violenta è la guerra, più è corta.
 
O esporci ad una lunga guerra di guerriglia in Latinoamerica, o usare i mezzi che avevamo per salvare la democrazia. Si trattava di salvare gli americani dalla minaccia comunista, paradossalmente, il drogato sta aiutando la società”.
 
C’è chi ha messo in dubbio la veridicità di questo documento, ma sembra molto verosimile. William Casey morì pochi mesi dopo.
 
Il traffico di droga è l’affare più redditizio al mondo. Secondo l’ONU e Le Monde Diplomatique, i guadagni netti del traffico di droga annuale generano più di 590 mila milioni di euro esentasse.
 
Secondo l’esperto della questione Iran-Contra, Lawrence Walsh, ci sono stati più di 500 casi di partecipazione della CIA al traffico di droga. Molti di questi casi fanno parte delle Operazioni Speciali occulte in America Latina, come "Pegasus - Missioni da 1 a 28", "Progetto Omni", "Frutta Gialla", "Rumore del Mare", "Tipped Kettle - I e II, " e "Nebbia Rossa"
 
Una pubblicazione dell’investigatore Daniel Estulin, fornisce maggiori dettagli sulla operazione Iran-Contra e rafforza la tesi della veridicità del documento di Casey sopra citato:
 
“Durante degli anni di Iran-Contra, la cocaina fu trasportata da Panama al Costa Rica, Honduras e El Salvador. Da lì fu trasportata negli USA nel deposito segreto della base aerea di Mena, Arkansas.
 
Questo è continuato dal 1982 al 1989. Il governatore dell’Arkansas allora era un ragazzo sconosciuto e amante delle donne che si chiamava William Jefferson Clinton. Tutto avveniva a conoscenza della CIA, DEA e FBI. Da Mena, bande organizzate trasportavano la cocaina a Los Angeles, California causando un’epidemia di cocaina crack nei quartieri poveri a metà degli anni ‘80.
 
Il traffico di droga a Mena fu riconosciuto in una relazione al Senato statunitense “Droghe, L’esecuzione della legge e la Politica Estera”, (S.Prt. 100-165; 98-845; dicembre 1988, pp.120-121). Perfino il Wall Street Journal riferiva il 29 gennaio 1997, che attività all’aeroporto di Mena avevano implicato l’allora governatore Bill Clinton in un’operazione segreta e illegale di traffico di droga.
 
I guadagni del traffico di droga della CIA, quelli provati, erano lavati almeno in tre modi diversi: a) attraverso le banche straniere come BCCI; b) attraverso le banche statunitensi come Chase Manhattan Bank; c) attraverso varie agenzie governative come quella di Abitazioni e Sviluppo Urbanistico (H.U.D.).
 
Gli organismi di sicurezza continuano a finanziare operazioni coperte col denaro della droga?
 
Oggi non lo possiamo dire, probabilmente lo sapremo fra 20 anni, quando saranno desecretati nuovi documenti. Ma non possiamo nemmeno negarlo.
 
Possiamo, invece, affermare che non c’è stata nessuna penalizzazione per chi ha organizzato eserciti controrivoluzionari col denaro del narcotraffico e hanno cospirato contro la libera determinazione dei popoli da 20 anni a questa parte, e nonostante l’ostracismo politico occupano i più alti incarichi e parlano come se fossero delle bianche colombe, dichiarando che il governo boliviano non collabora nella lotta contro le droghe. La mafia è la stessa. Nulla ci può far pensare che così come capita da vent’anni, non stiano usando tutti i mezzi a loro disposizione per cospirare contro chi rappresenta una minaccia per i loro interessi. Ed oggi sono proprio Venezuela e Bolivia.
 
Si potrebbero raccontare molte altre storie sull’argomento, ma ne scegliamo una per terminare, il caso di Afghanistan e Pakistan durante gli anni ‘80.
 
Oltre alla cocaina colombiana, per finanziarsi, la CIA usò l’eroina prodotta in Afghanistan e Pakistan. Gli USA dovevano lottare contro i sovietici in Afghanistan e finanziarono i combattenti islamici che in seguito avrebbero creato Al Qaeda, e lo fecero fomentando il traffico di eroina. Cito un testo di Michel Chossudovsky sul tema. Qui si evidenzia ancora di più il ruolo della DEA e il suo totale asservimento alla politica del governo statunitense.
 
"Una volta che l’eroina lasciò i laboratori alla frontiera nordorientale del Pakistan, la mafia siciliana importò la droga negli USA, dove rapidamente controllò il 16% del traffico statunitense. In quest’epoca (gli anni ‘80) la DEA a Islamabad non fece nulla, lasciò mani libere.
 
Ex agenti della CIA hanno ammesso che quest’operazione condusse all’espansione del traffico di eroina afgano-pakistana. Nel 1995, l’ex direttore della CIA di questa operazione afgana, Charles Cogan, ammise il sacrificio della guerra alla droga per combattere la Guerra Fredda.
 
Alla televisione australiana dichiarò: “La nostra missione principale era fare il maggior danno possibile ai sovietici. Non avevamo i mezzi ed il tempo per dedicarsi a investigare il traffico di droga. Non credo che dobbiamo chiedere scusa per quello, l’obiettivo principale venne raggiunto”.
 
Il traffico di droga non è diminuito per niente dopo la Guerra Fredda. L’Afghanistan è diventato il principale fornitore dell’eroina per i mercati occidentali, più del 90% dell’eroina venduta in tutto il mondo viene dall’Afghanistan. Il contrabbando è legato alla politica pakistana e alla militarizzazione dello stato pakistano.
 
Il governo talebano che giunse al potere nel 1996 con l’aiuto di Washington, in seguito, con l’appoggio dell’ONU sviluppò un programma di eliminazione delle coltivazioni di oppio che minarono il traffico di droga. Ecco perché immediatamente dopo l’invasione guidata dagli USA, la produzione di oppio non diminuì, anzi, aumentò di 33 volte; da 185 tonnellate nel 2001 a 6.100 tonnellate nel 2006, e da allora le zone coltivate sono aumentate di 21 volte.
 
Dopo aver analizzato questi fatti sembrerebbe pertinente che gli USA non siano il governo più adatto a giudicare l’appoggio o meno, che un certo paese possa realizzare in materia di collaborazione contro il narcotraffico. Bisogna prendere coscienza che quei ragazzi che continuano a parlare di libertà, democrazia diritti umani ecc, sono i primi a violare tali precetti.
 
Tutto quello che qui è stato citato appartiene a testi già elaborati, alcuni dallo stesso autore, altri da diverse agenzie, di investigazione o giornalistiche. A volte vale la pena di fare lunghe relazioni su argomenti, che siccome rimangono sempre fuori dai media, tendiamo a dimenticare.