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- osservatorio - mondo - politica e società - 21-06-09 - n. 279
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura di CT del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Discorso del Segretario Generale della Federazione mondiale dei sindacati (WFTU), George Mavrikos alla 98° sessione plenaria dell’ILC (International Labour Conference)
19/06/2009
a. La crisi economica: gli obiettivi realistici e necessari
Caro presidente
Cari colleghi
A nome della WFTU crediamo che le preoccupazioni, i pensieri e la rabbia della classe lavoratrice mondiale dovuti al diffuso attacco contro i loro diritti e le loro conquiste, siano pienamente giustificati.
I capitalisti e i governi capitalisti usano la crisi economica per eliminare i diritti delle classi popolari. Come soluzione alla crisi economica e finanziaria, incoraggiano il rafforzamento dei monopoli e delle banche con denaro pubblico e del governo, e nel contempo riducono i salari e le pensioni, aumentano la disoccupazione e la povertà. Sbarrano la strada verso un futuro dignitoso per le nuove generazioni. Usano come strumenti le privatizzazioni, i tagli alla sicurezza sociale, il lavoro nero e non dichiarato, lo sfruttamento dei migranti.
La crescita dei partiti razzisti e neo-fascisti nelle ultime elezioni del Parlamento Europeo è una campana d’allarme che nessuno può ignorare. La crisi economica induce i lavoratori a scegliere strade sbagliate.
Un ulteriore esempio è l’episodio verificatosi la settimana scorsa in Perù, dove il governo ha ucciso 240 nativi dell’Amazzonia. E' un caso esemplare di ciò che spesso si intende come "sviluppo verde": scacciare i contadini indigeni dalle loro terre e sfruttarli a servizio dei monopoli.
Questo è il moderno capitalismo mondiale. Profitti per pochi, povertà per i popoli.
La Federazione Mondiale dei Sindacati ha intrapreso diverse iniziative di azione dei sindacati per fronteggiare le conseguenze della crisi economica. Abbiamo organizzato una Conferenza internazionale dei sindacati in Portogallo, in Nepal, in Bielorussia, in Nigeria e a Cuba.
Le nostre principali proposte sono:
- Drastica riduzione delle spese militari
- Crescita delle spesa sociale in base alle attuali esigenze
- Sostegno al tenore di vita dei lavoratori
- Stop alle privatizzazioni
- Sostegno ai lavoratori autonomi e ai contadini
Invitiamo tutti i lavoratori e i sindacati nel mondo a combattere insieme per raggiungere questi obiettivi che sono tanto realistici quanto indispensabili.
b. La situazione in Palestina e nella regione araba
Cari colleghi
Da anni ormai i palestinesi subiscono gli attacchi e le minacce del Governo israeliano. E lo stesso destino della Palestina è condiviso dal Libano, dal Golan siriano, dal popolo iracheno, dal Sudan, dall’Iran, anch’essi bersaglio di Israele.
E’ così ragionevole chiedersi: quanto durerà ancora questa aggressione? Per quanti altri anni ancora le forze armate di Israele si macchieranno del sangue di donne e bambini? Fino a quando Israele rifiuterà la nascita di uno stato palestinese indipendente?
Fin dalla sua fondazione il WFTU difende le ragioni del popolo palestinese, accanto a quelle degli arabi. E non limitandosi alle parole, ma con i fatti. Ed ora noi diciamo che questi popoli possono vivere pacificamente. Tutti i popoli hanno il diritto di prosperare in pace. E perché ciò accada la premessa indispensabile è il ritiro immediato di tutte le truppe straniere dai territori arabi, per porre fine all’occupazione.
c. La situazione all’interno dell’OIL
Cari delegati del movimento internazionale dei sindacati
Negli ultimi tre anni abbiamo sostenuto che l’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) dovesse rendere effettivi le sue funzioni e i suoi organi, applicare i principi delle Nazioni Unite, il principio di uguaglianza, di rappresentanza proporzionale, di democrazia e di trasparenza. La mancanza di queste caratteristiche danneggia in primis la stessa OIL.
Le richieste che avanziamo sono giuste e realistiche.
Innanzitutto ci devono delle risposte: è giusto che negli organi di governo dell’OIL partecipino come membri effettivi delegati di un’organizzazione sindacale che conta ventimila iscritti mentre, l’ACFTU [All-China Federation of Trade Unions], con duecento milioni di membri, non ha diritto neanche a un rappresentante? È realistico che un sindacato con settantamila lavoratori iscritti sia tra membri titolari del Consiglio, mentre il WFTU con i suoi settanta milioni di iscritti ne sia escluso? Restiamo in attesa di una risposta.
Non cesseremo fino all’approdo a una soluzione equa e accettabile per entrambe le parti. Questo in favore dei lavoratori, del movimento internazionale dei sindacati, oltre che dell’OIL.
Vi ringrazio