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- osservatorio - mondo - politica e società - 30-06-09 - n. 280
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura di CT del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Come sabotare una conferenza delle Nazioni Unite
25/06/09
La Conferenza delle Nazioni Unite sulla crisi economica e finanziaria mondiale e le sue conseguenze sullo sviluppo, svoltasi dal 24 al 26 giugno a New York, sarebbe potuta essere l’occasione per mobilitare tutti i 192 Stati membri dell'ONU attorno al progetto planetario di uscita dal modello neo-liberale – di cui si è evidenziato il fallimento – in vista della costruzione di un mondo più giusto, più democratico, più solidale e più rispettoso degli imperativi ecologici.
Questa purtroppo non è stata l’occasione e i grandi paesi industrializzati, dietro i quali si fanno sentire le pressioni delle imprese multinazionali, devono assumersene totalmente la responsabilità.
Il presidente dell’Assemblea generale, il nicaraguese Miguel D’Escoto al quale va attribuito il merito di aver indetto questa conferenza, aveva nominato una commissione di esperti presieduta dal Premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e incaricata di formulare delle raccomandazioni. Il rapporto di Stiglitz contiene delle analisi che raramente approdano a questi livelli sulle responsabilità delle disuguaglianze nella gestione della crisi e sull’incapacità di autoregolazione del mercato. Formula anche delle proposte interessanti riguardo alla regolamentazione del sistema finanziario internazionale e all’eliminazione del debito dei paesi poveri, solo per citarne alcune. Ma, nel contempo, e senza cadere in contraddizione, non esce dal classico quadro della libertà di circolazione dei capitali e del libero scambio. È ugualmente deplorevole che la richiesta di aumento degli aiuti pubblici allo sviluppo, rimasta senza risposta da decenni, non sia stata rimpiazzata da una proposta di perequazione globale. [1]
Malgrado i suoi limiti, questo rapporto avrebbe potuto permettere l’apertura di un dibattito nelle società e condurre ad avanzamenti a livello internazionale, che avrebbero potuto essere ripresi nella dichiarazione finale della Conferenza. Ma gli Stati Uniti e i Paesi membri dell’Unione Europea si sono stati ingeniati nello svuotare la dichiarazione finale della maggior parte delle raccomandazioni formulate nel rapporto Stiglitz, in particolare la proposta di un modello decisionale internazionale basato sul G-192, riaffermando quindi il primato del G-20. Inoltre per banalizzare lo statuto di questa conferenza, non è stato inviato nessun capo di Stato o di Governo. Questo è particolarmente vero per la Francia, dove il Presidente Nicholas Sarkozy non ha menzionato la Conferenza nel suo discorso al Congresso e malgrado le sue dichiarazioni di “rottura” ha rinunciato, come prevedibile, a far sentire una voce dissonante dagli altri grandi paesi capitalisti.
Attac denuncia questa doppiezza, deplora l’assenza indispensabile della Francia a quel livello e nel contempo si congratula con i presidenti impegnati nei processi di emancipazione sociale e di recupero della sovranità nazionale – Evo Morales in Bolivia e Rafael Correa in Equador – per aver annunciato la loro presenza all’incontro al fine di portare avanti un discorso in linea con le aspirazioni dei popoli.
La sfida è quella di uscire dall’attuale crisi sistemica, ma anche e soprattutto sapere verso quale mondo desiderabile questa uscita dovrebbe portare. Con i movimenti sociali e cittadini, oltre che con le forze progressiste del mondo intero, Attac continuerà a proporre le alternative ad un sistema che è fallito per sue proprie contraddizioni e inviterà i cittadini a mobilitarsi in vista dei prossimi summit internazionali (G20, Conferenza Ministeriale dell’OMC [Organizzazione Mondiale del Commercio], Conferenza sul clima di Copenaghen) per raggiungere risultati all’altezza delle sfide che ci troviamo di fronte.
Attac France,
Montreuil, 24 giugno 2009
http://www.france.attac.org/spip.php ?article10129
Note
|1| Per saperne di più, consultare il Comunicato di Attac France del 18 giugno 2009 : «Les Nations unies face à la crise globale : un premier pas encourageant, mais insuffisant», http://www.france.attac.org/spip.php ?article10099 ; oltre che il rapporto « De la fin des paradis fiscaux aux taxes globales », http://www.france.attac.org/spip.php ?article9738