www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 19-10-09 - n. 291

da http://generoconclase.blogspot.com/2009/10/alba-un-nuevo-amanecer-para-nuestros.html
Traduzione a cura di Mujeres Libres Blog
 
Progetto politico delle donne diretto al vertice dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nostra America (ALBA)
 
ALBA, una nuova prospettiva per il nostro popolo con l’uguaglianza per le donne
 
Cochabamba, 16 e 17 ottobre 2009
 
ALBA è coerente con le proposte, con i principi e le rivendicazioni storiche esposte dal movimento delle donne. I suoi principi di solidarietà, cooperazione, reciprocità, complementarietà, diversità ed uguaglianza, sono alla base delle pratiche e del contributo economico delle donne, legate prioritariamente alla riproduzione integrale di processi e condizioni di vita e sono anche l'asse portante del nostro nuovo modo di vedere un sistema economico. Allo stesso modo gli obiettivi dell’ALBA coincidono con l'aspirazione delle donne latinoamericane e caraibiche a raggiungere una società integrata da una prospettiva includente, che raccolga e potenzi la policroma diversità dei suoi popoli, superando ingiustizie e disuguaglianze.
 
Noi, che siamo attivamente coinvolte nelle lotte e nella resistenza contro i progetti di integrazione governati dal capitale, noi riconosciamo all'ALBA l’espressione della ricerca di un progetto proprio in cui i movimenti sociali ed i popoli, con la nostra partecipazione attiva, contribuiscono in accordo ad un processo di costruzione di società alternativa.
 
Condividiamo il potenziale espresso dall’ALBA nell’esporre un progetto basato su grandi trasformazioni dell’America Latina: il socialismo del XXI secolo, che, come già assunto da alcuni presidenti, “non può che essere femminista”, non può che essere "il paradigma del Buen Vivir / Vivir Bien e della ricchezza della pluralità nazionale, che già ridefiniscono alcuni dei suoi stati membri.
 
Apprezziamo il fatto che nella sua seppur breve vita, l’ALBA abbia già raggiunto e realizzato obiettivi nello scambio solidale, nei settori dell'istruzione, della salute, della cooperazione nel settore energetico; è significativa la sua presenza nello spazio di accordo politico e nella risoluzione dei conflitti, nella costruzione di posizioni comuni in difesa dell'indipendenza, della sovranità, dell’autodeterminazione e dell’identità dei paesi che ne sono membri e degli interessi ed aspirazioni dei popoli del Sud di fronte ai tentativi di dominazione politica ed economica.
 
Come parte dei movimenti sociali e come protagoniste storiche non mercanteggiate, affermiamo, come l'ALBA, che le nostre società siano costruite sulla base dell’unione dei popoli, dell'autodeterminazione, della complementarità economica, del commercio equo e solidale, della lotta contro la povertà, della conservazione delle identità culturali, dell'integrazione energetica, della tutela dell'ambiente e della giustizia; da questa coincidenza di prospettive ci proponiamo di unire gli sforzi per raggiungere l’obiettivo comune di costruire un’America latina autodeterminata, solidale, libera dalle relazioni patriarcali e con l’obiettivo del Buen Vivir / Vivir Bien.
 
Il consolidamento dell’ALBA, come spazio di sovranità politica, economica, sociale, istituzionale, culturale, della diversità e della cosa popolare e della cosa pubblica, richiede cambiamenti profondi nel modo di pensare, progettare, decidere ed attuare le politiche. Si tratta di costruire un nuovo paradigma sociale che va oltre il ridisegnare l’esistente. Questa è una sfida che richiede l’unità di tutte le intelligenze, comprensione e capacità di dialogo tra i governi dei popoli dell’ALBA ed i movimenti sociali, in maniera fluida e permanente.
 
La creazione del Consiglio Ministeriale delle Donne e del Consiglio de Movimenti Sociali, è un passo importante per un efficace coordinamento tra i governi ed i popoli. Salutiamo con favore questa decisione ed insieme offriamo il nostro aiuto per contribuire allo sviluppo di una prospettiva femminista in tutte le iniziative politiche dell’ALBA, così come trovare le misure specifiche da adottare per promuovere la parità delle donne e per sradicare il patriarcato.
 
Siamo convinte che i cambiamenti che espone l’ALBA sono raggiungibili e utili sia per ampliare che per approfondire le trasformazioni già avvenute nei nostri paesi, che comprendono il riconoscimento della diversità economica e produttiva ed in quella cornice la visibilità delle donne come attori economici, la corrispondenza tra il lavoro produttivo e riproduttivo, lo sviluppo dell’uguaglianza etica, la diversità e la non violenza, il riconoscimento della sovranità alimentare, tra le altre cose, che potrebbero diventare il punto comune per tutte le politiche pubbliche dell’ALBA, ponendo al centro il Buen Vivir / Vivir Bien e la sostenibilità della vita.
 
Con particolare interesse seguiamo la proposta di costruire una zona economica di sviluppo condiviso tra i popoli dell’ALBA, riteniamo che difendendola e mettendo a fuoco un’economia diversa, sociale e solidale, si potranno sviluppare iniziative condivise di sovranità alimentare, di riconoscimento e sviluppo delle conoscenze per le donne, di riscatto e tutela delle sementi autoctone e trasformate naturalmente, di produzione e distribuzione cooperativa ed associativa, generando infrastrutture e tecnologie orientate all'attenzione umana ed ambientale.
 
La creazione di nuclei di sviluppo endogeno binazionale o trinazionale trasformeranno le condizioni di lavoro e di occupazione delle donne contadine e delle città e sarebbero un'importante esperienza di integrazione e preservazione regionale della cultura produttiva e solidale accumulata storicamente dai nostri popoli.
 
Allo stesso modo, la creazione di un Istituto di Studi Femministi dei popoli dell'ALBA, che organizzi scambi di conoscenze e di saperi tra i paesi, che sviluppi progetti sulle politiche pubbliche ed internazionali, recuperi i contributi delle donne in tutta la nostra storia e svolga un ruolo attivo nella generazione di proposte e sviluppo di consulte ai governi in questa materia, contribuirà in modo significativo a rafforzare il nostro processo di cambiamento.
 
L'ALBA è un spazio privilegiato per l'impulso di un progetto di integrazione alternativo, che non deve ripetere il deficit democratico delle proposte precedenti. La partecipazione all’ideazione, alla progettazione ed alla realizzazione di progetti dovrebbe essere il suo motto, per questo proponiamo come forma iniziale e pratica di tale partecipazione, che nell'istanza tecnica del Consiglio Sociale incaricata di elaborare gli studi ci sia l'elaborazione di proposte e di sviluppo di progetti legati alle politiche sociali dell’ALBA, così come sia prevista la partecipazione paritaria delle donne, la stessa che dovrà essere estesa a tutte le istanze, comprese quelle decisionali, di gestione e di rappresentanza.
 
L’ALBA ha il merito di riunire i popoli della regione andina, dell’America centrale e dei Caraibi, con problematiche comuni e differenti di salute e di vulnerabilità agli eventi metereologici. Sarebbe pertinente la creazione di reti di scambio e di aiuto delle organizzazioni di donne a fronte delle situazioni di emergenza epidemiologica e delle catastrofi naturali
 
Mentre la nascita e lo sviluppo dell’ALBA è stato un fattore rassicurante per il progredire della nostra lotta, persistono nel mondo tendenze e processi che costituiscono zone di rischio e minacce per i processi di cambiamento, sulle quali dobbiamo rimanere vigili e dispiegare tutte le nostre capacità di difesa rispetto al processo di trasformazione. Dichiarare i paesi dell'ALBA come territori di pace e liberi dalle basi militari altrui, è una proposta di grande coerenza e difesa della sovranità popolare.
 
Con grande preoccupazione vediamo l’avanzamento nella regione di un modello di crescita focalizzata su mega-progetti che si muovono senza il consenso del popolo e violano i nostri diritti, la sovranità e l'autodeterminazione. L'aumento di opere monumentali sotto la copertura di progetti infrastrutturali come IIRSA e il Piano Mesoamerica, che coinvolge i paesi in tutta l'America Latina, compresi i paesi dell’ALBA.
 
Tali opere sono il supporto per l'approfondimento e l'espansione delle economie di enclavi, basate sulle razionalità estrattive, predatorie nel loro rapporto con la natura e creatrici di condizioni di regressione dei nostri popoli. Queste opere hanno un impatto evidente sulle donne, specialmente le donne indigene: compromettono la sovranità alimentare di questi luoghi e modificano la geografia, gli ecosistemi e i modelli di consumo tradizionali, fino all'esaurimento delle risorse che si trovano per esempio nell’Amazzonia e nelle foreste tropicali dell'America centrale.
 
Noi crediamo che sia urgente che i governi dell’ALBA considerino collettivamente la critica e l'alienazione del capitalismo neoliberista di tali iniziative, senza ambiguità, con un nuovo approccio allo sviluppo coerente con la proposta del Buen Vivir / Vivir Bien e con il processo di cambiamento.
 
Con preoccupazione abbiamo visto anche il rilancio del Fondo Monetario Internazionale in varie sedi internazionali, come un regolatore per affrontare l'attuale crisi.
 
E’ offensivo per i nostri popoli ignorare la responsabilità di questa istituzione, non solo per le dinamiche che hanno portato alla crisi stessa, ma anche per l'attuazione delle politiche neoliberiste che ci riguardano.
 
Riaffermiamo la nostra convinzione espressa nel corso dell’ultimo Forum Sociale Mondiale (Belém 2009), che la crisi richiede di essere affrontata con la lotta anti-capitalista, anti-razzista, anti-imperialista, con i socialisti, le femministe e gli ambientalisti.
 
E 'altrettanto preoccupante che si mantengano ingiustificate aspettative rispetto al fatto che i Doha Round della OMC siano in grado di risolvere i problemi di accesso al mercato per i paesi in via di sviluppo.
 
I popoli reclamano il commercio equo e solidale rispetto al libero commercio, l'apertura indiscriminata dei nostri mercati ha spiazzato i produttori locali, la sostituzione delle importazioni è stata demonizzata per aprire i nostri mercati ai prodotti importati, la competizione si è imposta alla logica della complementarietà e della cooperazione fra regioni.
 
L'ALBA è uno spazio prezioso per il salvataggio e lo sviluppo della produzione locale, per rafforzare le relazioni tra le persone e favorire forme di gestione collettiva definita intorno all’interesse sociale e ai diritti della natura, per lo stesso motivo così dovrebbe estendere l'influenza della sua filosofia agli accordi internazionali con altri stati.
 
L'ALBA è uno spazio privilegiato per la costruzione della sovranità finanziaria.
 
Bisogna riprendere il comando dei nostri risparmi e delle risorse finanziarie ed è essenziale riorientarne l’uso verso i nostri obiettivi strategici, con criteri di democratizzazione e di redistribuzione.
 
Risalta come meccanismo la Banca dell'Alba, che può essere uno dei puntelli per sviluppo di iniziative economiche di carattere sociale e solidale di portata regionale, nazionale e locale che si basino sulla complementarietà tra i paesi e sulla giustizia di genere e che sono misure efficaci per assicurare l'accesso delle donne alle risorse e ai processi decisionali.
 
In ugual senso stimiamo l'importanza dell'adozione del SUCRE come mezzo di scambio sovrano ed efficace nel commercio internazionale tra i nostri paesi.
 
Finalmente è una sfida comune per i paesi dell'ALBA, avanzare in politiche e misure unite per:
 
- Riconoscere, dentro le modalità di lavoro,i lavori di autosostentamento e cura umana non remunerati che si realizzano nelle case. Gli Stati dovrebbero impegnarsi a rendere fruibili servizi ed infrastrutture attente al pubblico ed alle necessità della comunità, necessità basilari a tutte le tipologie di gruppi (ragazze, ragazzi, persone con disabilità, adulti / anziani), definire orari di lavoro adeguati, favorendo la corresponsabilità e la reciprocità di uomini e donne nel lavoro domestico e negli obblighi familiari, così come estendere la sicurezza sociale per coloro che fanno questo tipo di lavoro.
 
- Promuovere riforme agrarie integrali e sostenibili, con una visione olistica della terra come fonte di vita che propizi la diversità economica e produttiva, la ridistribuzione e la proibizione della proprietà.
 
- Spingere l'integrazione energetica dell'America Latina e dei Caraibi verso i principi del Buen Vivir / Vivir Bien, dando le priorità alle strategie di cooperazione, ai progetti di energie pulite per fortificare le capacità delle piccole unità produttive e le condizioni di vita delle popolazioni più impoverite.
 
ALBA, una nuova prospettiva per il nostro popolo con l’uguaglianda per le donne!
 
Red Latinoamericana Mujeres Transformando la Economía –REMTE-, Articulación de Mujeres de la CLOC- Vía Campesina, Federación de Mujeres Cubanas, Federación Democrática Internacional de Mujeres, FEDAEPS