www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 22-10-09 - n. 292

da Tribuna Popular - www.pcv-venezuela.org/index.php?option=com_content&task=view&id=5828&Itemid=1
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura di F.R. del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Il ritorno delle idee socialiste e marxiste nel mondo arabo musulmano?
 
Caracas, 12/10/2009
 
La risposta alla domanda del titolo è: sì. Le idee socialiste vanno nella stessa direzione dell’Islam, che vuole ottenere la giustizia tramite lo spirito delle masse.
 
Sono state le masse popolari musulmane ad accogliere con entusiasmo la rivoluzione d’Ottobre e ad entrare nel Partito Comunista. Nell’aprile del 1917 nasce a Kazan (Russia) il Comitato Socialista Musulmano diretto da Mulla-Nur Vahitov che pianifica la lotta contro il feudalesimo e il tradizionalismo musulmano, la liberazione dalla dominazione russa e l’estensione del socialismo a tutta l’area islamica.Operai e soldati musulmani intervengono nell’insurrezione bolscevica di Kazan il 24 ottobre (7 novembre) del 1917. I contadini musulmani del Nord del Caucaso sconfiggono il controrivoluzionario Denikín e creano una Repubblica integrata alla Russia sovietica.
 
Vari intellettuali musulmani entrano nel partito comunista. Uno di loro, Hanafi Muzaffar dichiara: “Tutto predispone i popoli musulmani all’unione col comunismo. Così come il comunismo, l’Islam nega il nazionalismo, perché l’Islam è internazionale e riconosce solo l’islamità, la fraternità e l’unità di tutte le nazioni sotto la bandiera dell’Islam”. Il teologo musulmano Garulla Bigi accoglie la Rivoluzione con entusiasmo.
 
Nel 1967 il presidente egiziano Gamal Abdel Nasser annuncia che l’Islam è una religione socialista e che l’Islam nel MedioEvo ha creato la prima società socialista.
 
“Ha dato la terra a quelli che erano servi dei coloni romani ed ha aperto la porta alle scienze e al progresso.. Avanzeremo nel rispetto delle nostre tradizioni arabo-islamiche, costruiremo il socialismo..”
 
Nel 1970 il presidente pachistano Zulfikar Ali Bhutto difende il "socialismo islamico". Dice che "l’uguaglianza è un principio cardinale dell’Islam”.
 
Nell’opporsi allo Sha di Persia (Iran) si pone all’avanguardia l’Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano che miscelano marxismo e islamismo. In assenza di un leader si alleano all’Iman Komeini, ma questi fa il suo gioco e li spiazza nella Rivoluzione del 1979 per poi arrivare alla Proclamazione della Repubblica Islamica.
 
Nasser muore nel 1970, Bhutto viene abbattuto nel 1977 ed impiccato nel 1979, il FLN algerino dopo la morte Huari Bumedián abbandona il socialismo e abbraccia il capitalismo, gli ayatollah massacrano la sinistra iraniana negli anni 80.
 
L’imperialismo e la reazione araba lanciano un’ampia controffensiva negli anni 80 e 90 per liquidare le idee rivoluzionarie.
 
Oggi, alla luce della crisi del capitalismo e delle lotte antimperialiste e rivoluzionarie, l’interpretazione anticapitalista dell’Islam e l’influenza delle idee marxiste stanno per condurre le masse a nuove rivoluzioni di liberazione nazionale e contro il capitalismo.
 
I nuovi dirigenti di quest’ondata diversa e multiforme che blocca il capitalismo sono Nasrallah, il capo di Hezbollah libanese, il presidente siriano Bachir El Assad, il principale capo della resistenza irachena Izzat al Duri, gli appartenenti a FPLP e FDLP, i comunisti egiziani, algerini, del Bahrein e libanesi, i socialisti yemeniti ed altri meno noti dell’Africa, dell’Indonesia, dell’Estremo Oriente e dell’Asia Centrale.
 
Si veda l’articolo "Le « socialisme islamique » : rouvrir une perspective", http://www.legrandsoir.info/Le-socialisme-islamique-rouvrir-une-perspective.html.
 
Fonte: La conquista della civiltà socialista