www.resistenze.org
- osservatorio - mondo - politica e società - 02-02-10 - n. 304
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Femminismo islamico, Islam femminista
Il femminismo islamico è un movimento vigoroso, benché nessuno ne parli né in Europa, né in America.
18/01/10
Questo titolo può sembrare un provocatorio gioco di parole, ma in realtà è la propaganda dominante che definisce la "matrice" dell’opinione pubblica occidentale e che stabilisce questi termini come incompatibili o antagonisti.
Una donna coraggiosa, libera ed intellettualmente evoluta chiamata Fatema Mernissi (http://www.didaweb.net/mediatori/articolo.php?id_vol=471), è impegnata da alcuni anni nello smantellamento di questo mito, che rappresenta uno dei tanti messaggi ideologici che il pensiero dominante ci propina al fine di essere convenientemente assimilato dai nostri addomesticati cervelli.
Mernissi ha studiato a fondo il Corano, non a caso è una delle maggiori esperte nel suo paese in materia ed è giunta alla conclusione che nel libro sacro dei musulmani non c’è niente contro le donne, né contro la democrazia, anzi: gli insegnamenti del Profeta devono essere interpretati principalmente in chiave di eguaglianza tra sessi e tra classi sociali, se vogliamo rispettare il suo significato originario.
Il suo libro "L’harem politico" fu proibito in Marocco.
Ci dice: “Si sono tutti infuriati, nonostante lo abbiano pubblicato in molti stati come la Siria e nonostante a molte persone musulmane sembrasse sensato dire che il Profeta è femminista. La scuola nazionalista che ho frequentato da piccola, la prima in cui erano ammesse le donne nel mio paese, fu aperta da autorità religiose. Negli anni quaranta e cinquanta queste autorità promuovevano la liberazione delle donne, poiché pensavano che l'unica maniera di lottare contro il colonialismo fosse quella di strappare all'analfabetismo la metà femminile della popolazione.
Avevano ragione: niente come la formazione intellettuale serve per stimolare negli esseri umani il desiderio di indipendenza, l'anelito della libertà.
Quello che successe dopo fu che proprio il sistema occidentale alimentò e finanziò le interpretazioni più distorte, retrograde e maschiliste del Corano, esattamente come i gruppi fondamentalisti che lo promuovevano.
Questo gioco ha funzionato bene a breve termine: inizialmente infatti l'islamismo radicale di estrema destra, capeggiato e finanziato dalla casa reale saudita fascista, fermò l'espansione del comunismo nel mondo musulmano.
Successivamente, oggi, quello stesso estremismo wahabita (http://it.wikipedia.org/wiki/Wahhabismo) serve come scusa perfetta per scatenare l'islamofobia euro-nordamericana e la creazione del "nemico necessario" per giustificare i piani imperialisti di invasione, controllo e saccheggio di numerosi territori musulmani (Afghanistan, Palestina, Iraq, Pakistan, Somalia, Yemen, Iran)
L'estremismo islamico è un fenomeno conservatore ed è alimentato con denaro occidentale convenientemente incanalato attraverso i fiumi del petroldollaro che confluiscono direttamente ai regimi feudali e capitalisti del Maghreb e del Golfo Persico..
Il grosso punto interrogativo odierno è rappresentato dagli effetti di questo "disegno intelligente" a medio e lungo termine.
Per saperne di più sul rapporto tra il regime totalitario saudita e le elites dirigenti statunitensi, sulla strumentalizzazione della guerra o della guerra al terrore da un punto di vista commerciale ed ideologico, è disponibile on-line (con pubblicità) il documentario, già un classico, di Michael Moore - Fahrenheit 9/11.
Il femminismo islamico è un movimento vigoroso, benché nessuno ne parli né in Europa, né in America, grazie a Dolors Bramon, Zainah Anwar, Asra Nomani o Nadia Yassine.
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