www.resistenze.org
- osservatorio - mondo - politica e società - 16-11-11 - n. 385
Le Riflessioni del compagno Fidel
Cinismo genocida
da www.granma.cu/italiano/riflessioni-fidel/14-noviembre-cinismo1.html
Le Riflessioni del Compagno Fidel
Cinismo genocida
Prima parte
14/11/2011
(da Cubadabate)
Nessuna persona assennata, soprattutto tra coloro che hanno avuto accesso alle conoscenze elementari che si acquisiscono nel primi anni di scuola, sarebbe d’accordo che la nostra specie, e in modo particolare quelli che sono bambini, adolescenti o giovani, siano privati, oggi, domani e per sempre, del diritto di vivere. Mai gli esseri umani, lungo la loro azzardata storia come persone dotate d’intelligenza hanno conosciuto esperienze simili.
Mi sento in dovere di trasmettere, a chi si prende la molestia di leggere queste Riflessioni, il criterio che tutti, senza eccezione, abbiamo l’obbligo di creare coscienze sui rischi che l’umanità sta correndo, in forma inesorabile, verso una catastrofe definitiva e totale, come conseguenza delle decisioni irresponsabili di politici ai quali l’azzardo, più che il talento o il merito, ha messo nelle mani il destino dell’umanità.
Sia o meno cittadini del loro paese, portatori di un credo religioso o scettici in relazione al tema, nessun essere umano, nel suo sano giudizio, sarebbe d’accordo che i suoi figli o i familiari più cari muoiano in maniera rapida o vittime di atroci e torturanti sofferenze.
Dopo i crimini ripugnanti che con frequenza crescente commette l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico nord, con la protezione degli Stati Uniti e dei paesi più ricchi dell’Europa, l’attenzione mondiale si era concentrata sulla riunione del G-20, dove si doveva analizzare la profonda crisi economica che danneggia oggi tutte le nazioni. L’opinione internazionale e soprattutto quella europea, aspettava risposte alla profonda crisi economica che, con le sue profonde implicazioni sociali ed anche climatiche, minaccia a fondo gli abitanti del pianeta.
In questa riunione si doveva decidere se si poteva mantenere l’Euro come moneta comune di maggior parte dell’Europa ed anche se alcuni paesi potevano rimanere dentro la comunità.
Non ci sono state risposte o soluzioni di sorta per i problemi più seri dell’economia mondiale, nonostante gli sforzi di Cina, Russia, Indonesia, Sudafrica, Brasile, Argentina e di altre economie emergenti, paesi desiderosi di cooperare con il resto del mondo alla ricerca di soluzioni per i gravi problemi economici che li danneggiano.
L’insolito è che appena la NATO ha dato per terminata l’operazione in Libia, dopo l’attacco aereo che ha ferito il capo costituzionale di questo paese, distrutto il veicolo che lo trasportava, lasciandolo alla mercè dei mercenari dell’impero, che lo hanno assassinato ed esibito come un trofeo di guerra, oltraggiando costumi e tradizioni musulmane, la OIEA, organo delle Nazioni Unite, un’istituzione che dovrebbe essere al servizio della pace mondiale, ha lanciato un rapporto politico a tariffa e settario, che pone il mondo al bordo d’una guerra con l’uso di armi nucleari, che l’impero yankee in alleanza con la Gran Bretagna e Israele sta preparando minuziosamente contro l’Iran.
Dopo il "Veni, vidi, vici" del famoso imperatore romano, più di duemila anni fa, tradotto con "venne, vide e morì" trasmesso all’opinione pubblica attraverso un’importante catena di televisione appena si è saputo della morte di Gheddafi, sono inutili le parole per qualificare la politica degli Stati Uniti.
Quello che importa adesso, è la necessità di creare nei popoli una coscienza chiara sull’abisso verso cui l’umanità viene condotta.
Due volte la nostra Rivoluzione ha conosciuto rischi drammatici: nell’ottobre del 1962, il più critico di tutti, nel quale l’umanità fu al bordo dell’olocausto nucleare e alla metà del 1987, quando le nostre forze affrontavano le truppe razziste sudafricane, dotate di armi nucleari che gli israeliani avevano aiutato a creare.
Lo Scià dell’Iran aveva collaborato a sua volta, assieme ad Israele, con il regime razzista e fascista sudafricano.
Che cos’è la ONU? È un’organizzazione sospinta dagli Stati Uniti prima della fine della Seconda Guerra Mondiale. Questa nazione, il cui territorio distava notevolmente dagli scenari della guerra, si era arricchita enormemente; aveva accumulato l’80% dell’oro del mondo e con la presidenza di Roosevelt, sincero antifascista, sostenne lo sviluppo dell’arma nucleare che Truman, suo successore, oligarca e mediocre, usò senza esitare contro le città indifese di Hiroshima e Nagasaki nell’anno 1945.
Il monopolio dell’oro mondiale in potere degli Stati Uniti e il prestigio di Roosevelt, permisero l’accordo di Bretton Woods, che assegnò loro il ruolo di emettere il dollaro come unica divisa, utilizzata per anni nel commercio mondiale, senz’altra limitazione che la sua copertura in oro metallico.
Gli Stati Uniti alla fine di quella guerra erano anche l’unico paese che possedeva armi nucleari, privilegio che non esitarono a trasmettere ai loro alleati, membri del Consiglio di Sicurezza: Gran Bretagna e Francia, le due più importanti potenze coloniali del mondo in quell’epoca.
Truman non informò la URSS sull’arma atomica nemmeno con una parola, prima d’usarla. La Cina, governata allora dal generale nazionalista, oligarchico e pro yankee Chiang Kai-shek, non poteva essere esclusa da quel Consiglio di Sicurezza.
La URSS, duramente colpita dalla guerra, la distruzione e la perdita di più di 20 milioni dei suoi figli per l’invasione nazista, destinò ingenti risorse economiche scientifiche e umane per equiparare la sua capacità nucleare a quella degli Stati Uniti.
Quattro anni dopo, nel 1949, provò la sua prima arma nucleare; quella di Idrogeno, nel 1953 e nel 1955 il suo primo megatone. La Francia ebbe a disposizione la sua prima arma nucleare nel 1960.
Erano solo tre i paesi che disponevano dell’arma nucleare nel 1957, quando la ONU sotto lo scudo yankee creò l’Organizzazione Internazionale dell’Energia Atomica.
Qualcuno immagina che questo strumento degli Stati Uniti fece qualcosa per avvisare il mondo dei terribili rischi a cui si esponeva la società umana, quando Israele alleato senza riserve degli Stati Uniti e della NATO, ubicato nel cuore delle più importanti riserve del mondo di petrolio e di gas, divenne una pericolosa e aggressiva potenza nucleare?
Le sue forze, in cooperazione con le truppe coloniali inglesi e francesi attaccarono Port Said quando Abdel Nasser nazionalizzò il Canale di Suez, di proprietà della Francia, cosa che obbligò il primo ministro sovietico a trasmettere un ultimatum, esigendo l’interruzione di quella aggressione, e gli alleati europei degli Stati Uniti non ebbero altra alternativa che obbedire.
Continua domani.
Fidel Castro Ruz
12 Novembre del 2011
(Traduzione Gioia Minuti)
da www.granma.cu/italiano/riflessioni-fidel/16-noviembre-cinismo2.html
Riflessioni del compagno Fidel
Cinismo genocida
(Seconda e ultima parte)
16/11/2011
Per dare un’idea del potenziale della URSS nei suoi sforzi per mantenere la parità con gli Stati Uniti in questa sfera, basti segnalare che nel 1991, quando avvenne la sua disintegrazione, in Bielorussia erano presenti 81 testate nucleari, in Kazakistan 1.400 ed in Ucraina circa 5.000, che passarono alla Federazione Russa, l‘unico Stato capace di sostenere il loro immenso costo, per poter conservare l’indipendenza.
In base ai trattati START e SORT sulla riduzione delle armi offensive firmati dalle due grandi potenze nucleari, il loro numero fu ridotto di migliaia.
Nel 2010 fu firmato tra le due potenze un nuovo Trattato di questo genere.
Da allora i maggiori sforzi sono stati dedicati al perfezionamento dei mezzi di direzione, portata, precisione ed inganno della difesa avversaria. Nella sfera militare si investono cifre immense.
Sono pochissimi coloro che nel mondo, eccetto pochi pensatori e scienziati, che si rendono conto ed avvertono che basterebbe l’esplosione di 100 armi nucleari strategiche per mettere fine all’esistenza umana nel pianeta. L’immensa maggioranza avrebbe una fine tanto inesorabile quanto orribile, per la conseguenza dell’Inverno Nucleare che si creerebbe.
In questo momento il numero di paesi che possiedono armi nucleari somma otto, cinque sono membri del Consiglio di Sicurezza: Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina. India e Paquistan hanno acquisito il carattere di paesi possessori di armi nucleari rispettivamente nel 1974 e 1998. I sette citati riconoscono questo carattere.
Israele invece non ha mai riconosciuto il proprio carattere di paese nucleare. Ma si calcola che possieda tra le 200 e le 500 armi di questo tipo, senza darsi per inteso del fatto che il mondo s’inquieta per i gravi problemi che comporterebbe lo scoppio di una guerra in una regione in cui si produce gran parte dell’energia che fa muovere l’industria e l’agricoltura del pianeta.
È grazie al possesso delle armi di distruzione di massa che Israele ha potuto svolgere in questa regione del Medio Oriente il suo ruolo di strumento dell’imperialismo e del colonialismo.
Non si tratta del diritto legittimo del popolo israelita di vivere e lavorare in pace e libertà, si tratta esattamente del diritto degli altri popoli della regione alla libertà e alla pace.
Mentre l’Israele creava rapidamente un arsenale nucleare, nel 1981 attaccò e distrusse il reattore nucleare iracheno di Osirak. Nel 2007 fece esattamente lo stesso con il reattore siriano di Dayr az-Zawr, fatto di cui l’opinione mondiale stranamente non fu informata. Le Nazioni Unite e l’IAEA conoscevano perfettamente quello che avvenne. Quelle azioni contavano con il sostegno degli Stati Uniti e dell’Alleanza Atlantica.
Non c’è nulla di strano che ora le più alte autorità israeliane proclamino la loro intenzione di fare lo stesso con l’Iran. Questo paese immensamente ricco di petrolio e di gas fu vittima delle cospirazioni della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, le cui imprese petrolifere saccheggiavano le sue risorse. Le sue forze armate furono rifornite con le armi più moderne dell’industria bellica degli Stati Uniti.
Lo Scià Reza Pahlevi aspirava anche a possedere armi nucleari. Nessuno attaccava i suoi centri di ricerca. La guerra d’Israele era contro i musulmani arabi. Non contro quelli iraniani, perché si erano trasformati in un baluardo della NATO che mirava al cuore dell’URSS.
Le masse di quella nazione, profondamente religiose, guidate dall’Ayatollah Khomeini, sfidando il potere di quelle armi, tolsero il trono allo Scià e disarmarono uno degli eserciti meglio equipaggiati del mondo senza sparare un colpo.
Per la sua capacità di lotta, il numero di abitanti e l’estensione del paese, un’aggressione nei confronti dell’Iran, non è paragonabile alle avventure guerrafondaie d’Israele in Iraq e in Siria. Inevitabilmente si scatenerebbe una guerra sanguinosa. Su questo non si possono avere dubbi.
Israele dispone di un elevato numero di armi nucleari ed ha la possibilità di farle arrivare in qualsiasi punto dell’Europa, Asia, Africa ed Oceania. La OIEA ha il diritto morale di sanzionare e asfissiare un paese che per la propria difesa cerca di fare ciò che Israele ha fatto nel cuore del Medio Oriente?
Penso realmente che nessun paese al mondo deve possedere armi nucleari e che questa energia dev’essere messa al servizio della specie umana. Senza questo spirito di cooperazione l’umanità si dirige inesorabilmente verso la sua autodistruzione. Tra gli stessi cittadini d’Israele, un popolo senza dubbio laborioso ed intelligente, molti non saranno d’accordo con questa assurda politica che li porta tra l’altro al disastro totale.
Di che cosa si parla oggi nel mondo a proposito della situazione economica?
Le agenzie d’informazione internazionali informano che "Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ed il suo omologo cinese, Hu Jintao, hanno presentato agende commerciali divergenti […] mettendo in risalto le crescenti tensioni tra le due maggiori economie del mondo."
"Obama ha utilizzato il suo discorso - afferma Reuters - per minacciare di sanzioni economiche la Cina, a meno che non inizi a giocare secondo le regole… ". Tali regole sono senza dubbio gli interessi degli Stati Uniti.
"Obama - afferma l’agenzia - è impegnato nella battaglia per la sua rielezione l’anno prossimo ed i suoi oppositori repubblicani lo accusano di non essere sufficientemente severo con la Cina."
Le notizie pubblicate giovedì e venerdì riflettevano molto meglio le realtà che stiamo vivendo.
AP, l’agenzia degli Stati Uniti meglio informata, ha riferito: "Il leader supremo iraniano ha avvertito gli Stati Uniti ed Israele che la risposta iraniana sarà energica se il suo super nemico lancerà un attacco militare contro l’Iran…"
L’agenzia di stampa tedesca ha riportato che la Cina aveva dichiarato che credeva che dialogo e cooperazione fossero, come sempre, l’unica forma per avvicinarsi attivamente alla risoluzione del problema.
Anche la Russia si è opposta a misure punitive contro l’Iran.
La Germania ha respinto l’opzione militare, ma si è dichiarata a favore di forti sanzioni contro l’Iran.
Il Regno Unito e la Francia sono per forti ed energiche sanzioni.
La Federazione Russa ha assicurato che farà tutto il possibile per evitare un’operazione militare contro l’Iran e ha criticato il rapporto dell’OIEA.
"Un’operazione militare contro l’Iran può provocare gravissime conseguenze e la Russia dovrà fare di tutto per placare gli animi’, ha affermato Kontantín Kosachov, capo del comitato per gli Affari Esteri della Duma" che, secondo EFE, ha criticato "le affermazioni di Stati Uniti, Francia ed Israele su un possibile uso della forza e sul lancio di un’operazione militare contro l’Iran sempre più vicino".
L’editore della rivista statunitense EIR, Edward Spannaus, ha dichiarato che un attacco contro l’Iran si trasformerebbe nella III Guerra Mondiale.
Lo stesso Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, dopo essersi recato in visita in Israele alcuni giorni fa, ha riconosciuto di non aver ottenuto dal governo israeliano l’impegno di consultare gli Stati Uniti prima di un attacco contro l’Iran. A questi estremi siamo giunti.
Il Sottosegretario agli Affari Politici e Militari degli Stati Uniti ha brutalmente rivelato gli oscuri propositi dell’impero:
"Israele e gli Stati Uniti s’impegneranno nelle manovre unite più importanti e di più alto livello nella storia dell’alleanza, ha dichiarato sabato Andrew Shapiro, Sottosegretario agli Affari Politici e Militari degli Stati Uniti".
"…[…] parlando con il Washington Istituto per la Politi del Vicino Oriente, Shapiro ha annunciato che parteciperanno alle manovre oltre 5.000 uomini delle forze armate statunitensi ed israeliane, e che si simulerà la difesa con missili balistici israeliani".
"La tecnologia israeliana sta risultando essenziale per migliorare la nostra sicurezza nazionale e proteggere le nostre truppe, ha aggiunto…"
"Shapiro ha sottolineato il sostegno del Governo di Obama nei confronti d’Israele, nonostante i commenti di venerdì di un alto funzionario statunitense che esprimeva la sua preoccupazione sul fatto che Israele non avviserebbe gli Stati Uniti prima di portare a termine un’azione militare contro le installazioni nucleari iraniane."
"La nostra relazione con la sicurezza d’Israele è più ampia, più profonda e più intensa che mai."
"Sosteniamo Israele perché è nel nostro stesso interesse nazionale farlo […] È la pura forza militare d’Israele che dissuade i possibili aggressori ed aiuta ad incoraggiare la pace e la stabilità."
Oggi 13 novembre, l’ambasciatrice statunitense all’ONU, Susan Rice, ha affermato alla catena televisiva BBC che la possibilità di un intervento militare in Iran non solo non è al di fuori dell’agenda, ma è un’opzione reale che sta crescendo per colpa del comportamento iraniano.
Ha sottolineato che l’amministrazione statunitense sta giungendo alla conclusione che sarà necessario far terminare l’attuale regime iraniano per evitare che crei un arsenale nucleare. "Sono una convinta che il cambio di regime sarà la nostra sola opzione", ha riconosciuto la Rice.
Non è necessaria una parola di più.
Fidel Castro Ruz
13 novembre del 2011
(Traduzione Gioia Minuti)
|
|
Sostieni una voce comunista. Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione o iscriviti al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Support a communist voice. Support Resistenze.org.
Make a donation or join Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
|